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I Parchi Letterari, la letteratura si fa vita

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Come ci si può non incuriosire alla mera definizione di Parchi Letterari? Il nome evoca di per sé suggestioni di grande impatto, l’idea di parco si associa alla piacevolezza di una passeggiata, se questa poi si sviluppa in un Parco Letterario, ovvero in un luogo reso immortale dai versi di una poesia, dai passi di un racconto o dalle pagine di un romanzo, l’incontro diventa fatale.

L’iniziativa culturale dei Parchi Letterari che sta diventando una realtà consolidata è nel contempo ancora in grande espansione per il progetto di istituzione e apertura di nuovi Parchi Letterari in Italia e per la possibilità di esportare il modello culturale che anima l’iniziativa anche all’estero, coinvolgendo i luoghi di partenza e di arrivo degli autori italiani e stranieri.

L’idea di far nascere Parchi Letterari nei luoghi dove hanno vissuto la loro quotidianità scrittori importanti, luoghi che hanno ispirato opere destinate a rimanere nella storia della letteratura italiana, coinvolge in un unico abbraccio arte, turismo, tutela del patrimonio ambientale, tradizioni locali artigianali ed enogastronomiche.

È quanto si propongono di realizzare i Parchi Letterari, percorsi e itinerari lungo i luoghi di vita e di ispirazione dei grandi scrittori. Pensare abbandonato o poco curato   un luogo anche piccolo, un borgo o un villaggio che è stato lo scenario nel quale lo scrittore ha vissuto, ha pensato e composto la sua opera,  nella sensibilità dei Parchi Letterari fa scattare un’urgenza di protezione di quel territorio, dal punto di vista paesaggistico e di tutela e  promozione delle sue particolarità culturali, territoriali e ambientali.  Questo consente di legare per sempre l’autore e la sua opera a quel territorio che ne è stato fonte di ispirazione o che ha visto nascere e realizzarsi l’opera, consente di conoscere meglio l’autore anche dal punto di vista umano, immaginandolo nella sua quotidianità, conoscendo la casa dove abitava, la chiesa che frequentava, i posti che amava, il cibo che mangiava. Una immersione nel mondo dello scrittore che diventa così realmente, concretamente conosciuto e conoscibile attraverso percorsi sensoriali che tendono a farne rivivere il ricordo con l’osservazione, l’ascolto, il tatto e il gusto di ciò che ha portato un autore a scrivere pagine rimaste immortali.

L’iniziativa, tutta italiana, è esportabile oltre i confini per diffondere e promuovere cultura. Attualmente la rete dei Parchi Letterari ne comprende 25, più due in Norvegia ed uno a Zante,  in via di costituzione per ricordare Ugo Foscolo. La realtà dei Parchi Letterari unisce l’Italia, favorendo la sua ripartenza attraverso la potenza della letteratura espressa dai suoi grandi interpreti:  Gabriele D’Annunzio, Carlo Levi, Francesco De Sanctis, Dante, Pasolini, Montale, Manzoni, Virgilio, Leopardi , Carducci, Petrarca ed altri grandi autori  invitano a vivere l’emozione dei loro luoghi, visitandoli, riscoprendo le loro opere, che  sicuramente saranno apprezzate e comprese con maggiore consapevolezza.

Stanislao de Marsanich, Presidente de I Parchi Letterari, è l’interlocutore più autorevole per parlare dell’opera meritoria svolta dai Parchi.

O.R. Presidente de Marsanich, come raccontare i Parchi Letterari a chi non li conosce ancora?

S.d.M. “I Parchi Letterari non sono solo passeggiate letterarie nei luoghi descritti dagli autori nelle loro opere, sono anche questo ma non solo questo.  I soggetti sono i territori e le comunità che li abitano che hanno fornito motivi di ispirazione all’autore o agli autori di riferimento, a cui è dedicato il parco ma anche a quelli che sono passati in quei territori. Nel caso del Viale dei  Cipressi di Bolgheri, la celebre strada alberata resa immortale dai versi di Giosuè Carducci,  non è il viale dei cipressi a fare il Parco Letterario, come passeggiata ovviamente, ma la storia del viale dei cipressi di Castagneto Carducci, in quanto è diventato fonte di ispirazione, perché l’idea è far conoscere al visitatore o al lettore, allo studente o allo studioso  i  motivi per i quali  quei posti sono diventati luoghi di ispirazione e  perché  poi l’autore li ha trasferiti, con la sua arte, nella sua opera.

O.R. Cosa intende per motivi?

S.d.M.”I motivi sono ciò che un autore ha visto, mangiato, sentito, ascoltato, il paesaggio, il panorama, le identità, la storia di un territorio che hanno fornito materia di ispirazione e sono confluiti nell’opera dell’autore”.

O.R. Qual è la storia dei Parchi Letterari, quando sono nati e su iniziativa di chi?

S.d.M. “I Parchi Letterari sono nati come idea da Stanislao Nievo, pronipote di Ippolito Nievo, dopo il crollo, nel 1976, per il terremoto in Friuli, del Castello di Colloredo di Monte Albano luogo che aveva ispirato Le Confessioni di un italiano e dove Ippolito Nievo aveva scritto il romanzo. Stanislao Nievo, proprietario del castello, animato dal desiderio e dalla necessità di ricostruirlo anche per il significato storico intrinseco, ideò dei percorsi per far rivivere un territorio che era stato fonte di ispirazione. Iniziò a lavorare ai Viaggi Sentimentali, visite spettacolarizzate e passeggiate letterarie nei luoghi di ispirazione delle Confessioni di un italiano. I Viaggi divennero poi  iniziative editoriali, libri dedicati a scrittore e territorio e poi agli inizi del 2000, diventarono realtà territoriali con il contributo di una sovvenzione europea. Lo sviluppo veloce di questa nuova realtà, portò ad una implosione della stessa nel 2005. La rete attuale dei Parchi Letterari è nata nel 2010, con un progetto coraggioso che ha acquisito i marchi della Fondazione Nievo e dato inizio alla rete dei Parchi Letterari, iniziando un  percorso che ci vede collaborare attivamente con la Società Dante Alighieri da cinque anni e dallo scorso anno con i Carabinieri Forestali con i quali abbiamo iniziato un progetto per unire idealmente riserve statali e Parchi Letterari, riserve culturali dedicate al territorio, all’ambiente e al paesaggio.”

O.R. I Parchi Letterari sono una realtà solo italiana?

S.d.M. “Nascono come iniziativa italiana, all’estero non esiste una realtà che contestualizza il territorio attorno alla casa di uno scrittore, esiste la casa dello scrittore ma di solito è poco contestualizzata nel territorio. I Parchi Letterari, come sono oggi strutturati, sono una invenzione tutta italiana. L’idea è cambiata negli ultimi cinque anni evolvendosi dall’impostazione originale che Stanislao Nievo aveva dato sia ai Viaggi Sentimentali che alle visite spettacolarizzate. Oggi il soggetto è innanzitutto il territorio che contestualizza non solo la casa dello scrittore ma tutto ciò che c’è intorno, porte aperte su tutto quello che riguarda lo scrittore. Per ora è solo italiana come idea anche se si sta europeizzando, abbiamo aperto due parchi Letterari in Norvegia, ma anche in Albania stiamo lavorando ad un altro progetto, come anche a Zante per dedicare un parco a Foscolo e al poeta greco Solomos.”

O.R. La tutela del paesaggio e la valorizzazione del turismo sono temi importanti. Il coinvolgimento della   letteratura determina la creazione di una rete di protezione al territorio e alle comunità che lo abitano ancora più significativa

S.d.M. “Letteratura e paesaggio, per quanto riguarda i Parchi Letterari, sono legatissimi perché i luoghi di ispirazione subiscono una evoluzione nel tempo. Se pensiamo a Castagneto Carducci, vediamo come nel tempo il suo territorio si sia evoluto, il viale dei ciliegi di Borgheri è cambiato, come anche i luoghi amati da Dante o i Colli Euganei del Petrarca. E questo vale anche per scrittori meno conosciuti, penso alla Tursi di Albino Pierro o alla Aliminusa di Giuseppe Giovanni Battaglia. Un esempio per tutti può essere il Parco Letterario di Aliano di Carlo Levi, Aliano che con Matera era un luogo dimenticato, negli ultimi venti anni, con l’istituzione del Parco, non solo ha riscattato l’idea che ci si era fatti di quel territorio ma ora è un esempio di virtuosità per tutti i territori vicini, un piccolo centro prima  abbandonato, un luogo di confino descritto da Carlo Levi in modo magistrale, che ha oggi poco più di 900 abitanti, lo scorso anno è stato visitato da 30.000 persone. E’ dotato di tre Musei bellissimi, la Pinacoteca Carlo Levi, il Museo Paul Russotto (espressionista newyorkese che ha donato tutta la sua collezione privata ad Aliano), il Museo della Civiltà Contadina con attività ricettive e legate alla filiera agroalimentare, tutto in un ambiente meraviglioso.

O.R. Cosa si intende per paesaggio culturale e paesaggio naturale?

S.d.M. “Il paesaggio culturale è una interazione tra uomo e ambiente ed è fondamentale. Il paesaggio naturale è altrettanto importante perché i Parchi Letterari, attraverso la letteratura, pretendono di raccontare il territorio e la sua evoluzione, offrendo uno strumento in più per conoscere il passato, il presente e la direzione futura. La letteratura fotografa una situazione territoriale attraverso la sensibilità particolare che è quella dell’autore, quindi se si pensa ai Colli Euganei descritti dal Petrarca e li si confronta come sono oggi, si vede l’evoluzione. Altro esempio è il Parco Montale alle Cinque Terre, gestito direttamente dal Parco nazionale delle Cinque Terre, che non ha bisogno di un Parco Letterario per attrarre turismo, ma il parco è uno strumento in più per educare al territorio, alla sua fragilità. Il Parco Virgilio, nato lo scorso anno a Pietole, a Borgo Virgilio nei pressi di Mantova, che è il luogo di Georgiche e Bucoliche, posto che è sempre stato legato ad un territorio militare ma che al contempo  è sempre rimasto legato a Titiro, al Virgilio delle Georgiche  e Bucoliche,  permette oggi di conoscere davvero quello che è stato il mondo del poeta, ci sono ancora le api, gli alveari, tutto quello che ha ispirato Virgilio e ha fatto da scenario alle sue opere. I visitatori, le scuole, gli studenti riescono a fare passeggiate bellissime, ad essere in evoluzione nel parco letterario in luoghi finora conosciuti solo attraverso le pagine della letteratura. La bellezza dei luoghi invita a rileggere Georgiche e Bucoliche con una nuova, grande consapevolezza che porta ad apprezzarle, impararle e amarle di più, e lo dico per esperienza personale”

O.R. Ambiente e letteratura. Un binomio affascinante

S.d.M “Certamente.  Ambiente e letteratura sono uniti da un rapporto molto importante, sottolineato dai protocolli che tutti i Parchi Letterari stanno firmando con i Carabinieri Forestali per utilizzare la letteratura come elemento di educazione ambientale e coinvolgimento della popolazione.

O.R. I Parchi Letterari come si relazionano al territorio?

S.d.M. “Con responsabilità intesa come coinvolgimento delle popolazioni locali e sostenibilità cioè tutela e conservazione del territorio senza essere troppo invasivi sul territorio ma proponendo una forma di contaminazione.”

O.R. I Parchi Letterari in Italia sono 25, ma in alcune regioni, come in Basilicata, c’è una maggiore concentrazione. E’ perché ci sono più scrittori o più iniziative che rivelano una sensibilità maggiore in alcune aree geografiche?

S.d.M. “Ogni scrittore non può avere un Parco Letterario e viceversa, perché sarebbe impossibile coordinare una rete così ampia. Per aprire un Parco Letterario è necessaria la creazione di un sistema locale, ci può essere un grandissimo autore, una eccellente opera letteraria, ma senza il sostegno del territorio che coordina, supporta e fa rete, è impossibile che venga istituito un Parco Letterario. I Parchi di solito sono aperti in piccole realtà, per utilizzare la letteratura sia per il territorio sia per dare uno strumento in più per evitare l’abbandono dei piccoli centri, ai ragazzi e a quanti vogliono restare sul territorio. Si parte dalla creazione di piccole reti, mettendo insieme il comune, la parrocchia, la filiera agroalimentare, il produttore, il B&B, un sistema piccolo museale, tutto per far diventare il Parco un luogo di visita. La creazione dei Parchi dipende dai territori, dalla loro capacità di organizzazione, non tanto dagli scrittori. La Basilicata ha una concentrazione di Parchi anche per l’esempio virtuoso di Aliano che ha fatto da traino a tutti gli altri. Quando la rete dei Parchi Letterari è ripartita, siamo partiti proprio da lì, poi dalla Sardegna, dall’Abruzzo, proseguendo per Castagneto Carducci, De Sanctis e arrivando alla situazione attuale. L’esempio di Aliano ha fatto scuola, venti anni di lavoro, di premi letterari e altre attività.”

O.R. Il Parco Letterario coinvolge un indotto culturale importante?

S.d.M. “Senza l’indotto non esisterebbe. Il Parco Letterario non è solo un calendario di eventi, ci sono gli eventi indubbiamente, ma l’obiettivo è quello di renderlo sempre fruibile ai visitatori, nonostante siano piccoli posti c’è sempre un infopoint, un numero di telefono, la possibilità di prenotare visite e guide in internet, una adeguata accoglienza, le ricette letterarie che vengono date in alcuni ristoranti. Molto gradevole come esperienza.

O.R. I Parchi Letterari sono una realtà affascinante, nuova ma evocativa di sapori antichi e di parole care. Come Lei sa, l’istituzione del Museo della Lingua Italiana è un progetto di prossima realizzazione. La proposta e l’auspicio dell’Osservatorio Roma è che ciascuno dei 25 Parchi italiani esprima una parola e un oggetto, legati allo scrittore e all’opera cui il parco è dedicato, da inserire nel Museo della Lingua Italiana, confluendo in un luogo dedicato alla   Passeggiata dei Parchi Letterari. Le piace come idea?

S.d.M.”Assolutamente sì, rilancio la proposta anche perché i Parchi non solo rispecchiano la lingua italiana e la sua evoluzione ma anche i dialetti che a volte sono proprio lingue. I Tenores in Sardegna sono un patrimonio immateriale dell’umanità, il Parco Deledda ha gruppi di canto tenores bellissimi, patrimonio immateriale. Albino Pierro è stato candidato al Nobel anche per aver messo per iscritto la lingua di Tursi. Ma perché non ragionare sull’idea di aprire un Parco Letterario nei luoghi di arrivo degli scrittori, per esempio in Florida, si potrebbe istituire un Parco legato sia alla letteratura italiana che alla letteratura americana del territorio, non bisogna mai dimenticare che il Parco Letterario è motivo di ispirazione sul  territorio che è il soggetto e chi ha scritto su quel territorio è l’intestatario del Parco. Inoltre, grande attenzione si dovrebbe porre anche all’evoluzione della lingua italiana parlata all’estero, che rappresenta un aspetto molto importante nello studio della lingua.”

O.R. Il riferimento alle comunità italiane che vivono all’estero è importante anche perché c’è una comunicazione continua con i piccoli luoghi di origine, molti dei quali sono oggi nella rete dei Parchi Letterari

S.d.M.”Il ruolo dei Parchi Letterari è diventato anche un motivo di orgoglio per le comunità italiane che vivono all’estero. Molti Parchi nascono in posti piccoli, dove c’è ancora un fenomeno migratorio importante. Penso alla comunità lucana che si è stabilita nel  Sud America, nel  Nord Europa, alla comunità abruzzese che ha accolto con entusiasmo e grande partecipazione la presentazione del Parco Letterario D’Annunzio a Boston, coinvolgendo anche l’interesse del Console italiano. Le comunità italiane all’estero vedono i Parchi  Letterari motivo di orgoglio che permette di parlare con serenità anche di luoghi di origine storicamente etichettati in modo non sempre piacevole a figli, nipoti. Questo alimenta un turismo di ritorno che ha importanti ripercussioni, positive naturalmente, sul turismo. In Calabria c’è un Parco Letterario dedicato a   Ernst Bernhard, a Ferramonte di Tarsia, in provincia di Cosenza che era un campo di concentramento  e di internamento istituito per ebrei apolidi dopo le leggi razziali del 1938, ora ci tornano tutti i figli o le famiglie di chi fu internato. Oggi c’è un ritorno ai luoghi, per conoscerli, apprezzarli, registrarne l’evoluzione con grande consapevolezza e responsabilità.”

Il viaggio proposto dai Parchi Letterari, nei parchi letterari, non è solo una passeggiata ma  un’esperienza sensoriale, letteraria, artistica, sentimentale, gastronomica coinvolgente e appagante. E’ l’Italia che si ritrova, si riconosce nella sua storia, nel suo paesaggio, nella sua cultura e partendo dalla letteratura programma il suo futuro.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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