Futouroma, il Piano Strategico del Turismo per Roma pensato in prospettiva fino al 2025 e frutto della collaborazione tra istituzioni e operatori privati, inizia il suo viaggio da un quartiere, l’Esquilino, e da un luogo, l’Acquario Romano, da sempre simbolo di accoglienza. La presentazione del piano, ambizioso per gli obiettivi e importante per i numeri del flusso turistico su cui andrà ad incidere (36 milioni di pernottamenti ufficiali ogni anno, da integrare con il monitoraggio di operatori telefonici e bancari per l’utilizzo di schede telefoniche e carte di credito, e con i dati degli Aeroporti di Roma e delle Ferrovie) è stata al centro di una conferenza organizzata dall’Assessorato allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro in un edificio, diventato poi museo, nato alla fine dell’Ottocento per iniziativa di un visionario, un piscicultore che voleva dotare Roma di un luogo destinato all’allevamento dei pesci ma anche allo studio degli stessi, un luogo per la scienza, pensato per il futuro e che fosse al contempo spazio di aggregazione culturale tra persone di diversa provenienza ed estrazione. L’Acquario Romano sorge a pochi passi dalla Stazione Termini e fin dalla sua costruzione ha avuto il sostegno del Comune di Roma per il perseguimento delle sue finalità aggregative, avendo in concessione gratuita l’ampio parco verde che circonda l’edificio. Nel tempo, ha assunto altre destinazioni, fino ad un restauro concluso da pochi anni che ha recuperato l’antica bellezza, conservando le decorazioni marmoree raffiguranti pesci, le vasche esterne aprendosi, sempre nell’ottica dell’accoglienza, ad ospitare mostre, eventi, spettacoli. Oggi è sede della Casa dell’Architettura, una istituzione culturale che promuove la cultura architettonica romana. Un luogo ideale per presentare l’atteso Piano Strategico del Turismo per Roma, un percorso partecipato e condiviso tra istituzioni, enti, operatori, università, imprenditori e rappresentanti di settori strategici, dai trasporti ai servizi, che animano un Town Meeting della durata di un giorno, impostando un piano di intervento mirato per una accoglienza sempre più adeguata al ruolo di Roma contemporanea, frutto di 14 tavoli di lavoro con 150 partecipanti.
Roma si è sviluppata, nei secoli, assecondando una vocazione all’accoglienza che deriva dalla presa di coscienza della sua identità di città religiosa. Gli inizi della sua storia, soprattutto come declinazione architettonica, non la vedevano pronta ad assorbire un flusso di visitatori che sarebbe aumentato in via esponenziale a partire dal primo Giubileo organizzato nel 1300 da Papa Bonifacio VIII. Fino ad allora Roma era chiusa, circondata da Mura Serviane prima e Aureliane in seguito che ne delimitavano un perimetro segnato solo da due direttrici fondamentali, via del Corso e l’Appia. Con il primo Giubileo, la città laica, dopo secoli in cui tutto si concentrava verso il centro rappresentato dal Campidoglio, si trasforma in polo religioso e si organizza per accogliere le comunità straniere. Sorge il quartiere della Spina dei Borghi, a ridosso del Vaticano, oggi molto ridimensionato per i mutamenti architettonici del Novecento, ricco di locande per l’accoglienza dei pellegrini stranieri, il cui flusso costante costringe la città a svilupparsi, attraverso altre traiettorie che si innestano su via del Corso. Nascono via del Babuino, via Ripetta, via di Fontanella Borghese, via Sistina che però vengono collegate a via del Corso, la direttrice principale, solo alla fine del Settecento, con la costruzione della scalinata di Piazza di Spagna (inaugurata da Papa Benedetto XIII) che rese possibile salire e scendere il pendio del Pincio. Seguirono la costruzione di alberghi importanti, dai nomi francesi in omaggio alla lingua dei viaggiatori di allora. Da queste prime fasi, lo spirito di accoglienza per Roma ha sempre rappresentato una priorità da integrare con l’attenzione per coloro i quali abitano questa città. La cinematografia, dal neorealismo alla Dolce Vita, ha contribuito alla narrazione della città eterna e della storia eterna, contribuendo alla reiterazione mitologica di fenomeni, ripetuti ancora oggi e vissuti come rito personale e collettivo, di esperienza che vanno dall’inserimento della mano nella Bocca della Verità, che ogni turista ama fare, al lancio della monetina nella Fontana di Trevi.
Uno dei punti cardine del Piano Strategico del Turismo è la predisposizione di una grande narrazione della Roma contemporanea da presentare non solo per il suo patrimonio archeologico, architettonico e artistico, ma anche per le tante iniziative culturali legate al suo ruolo di capitale. E’ necessario presentare la città al di là del perimetro costituito dalle attrazioni monumentali principali, indirizzando il turista anche alla conoscenza e alla fruizione di altri siti di interesse. E’ necessario valorizzare forme di Turismo lento e sostenibile, proponendo cammini e itinerari diversificati e stimolando al decoro di tutti i paesaggi e contesti territoriali, per un Turismo di qualità che restituisca la fruizione del patrimonio nascosto, costituito da musei, chiese, piazze, fontane, edifici, aree archeologiche visitabili ma non ancora sufficientemente visitate, puntando ad un Turismo esperenziale, che trasformi il viaggio del turista in esperienza attiva, coinvolgendolo a vivere tutti gli spazi della città, e scommettendo sul Turismo Digitale, con l’utilizzo di piattaforme tecnologiche, app, social che possano anche favorire il diffondersi e la condivisione di contenuti e informazioni e che al contempo consentono visite culturali innovative in cui la tecnologia trova grande applicazione. Il Turismo sportivo, inteso come esperienza di viaggio legata ad eventi sportivi nazionali e internazionali, completa le aree di attenzione al centro delle proposte operative contenute nel Piano strategico. Il futuro del Turismo a Roma deve essere pensato con visione ampia, strategia mirata e obiettivi chiari, monitorandone costantemente una giusta applicazione che restituisca soddisfazione al visitatore, incoraggiandolo a tornare, e agli operatori del settore, con ricadute non solo economiche ma anche nel benessere e nello sviluppo sostenibile della città.
Presentare un Piano Strategico per il Turismo con prospettive di sei anni, per una città che ha 2772 anni, da sempre magnete di attrazione per viaggiatori provenienti da tutto il mondo, sede del più grande patrimonio archeologico mondiale e del Papato, pensando alla valorizzazione della sua dimensione contemporanea fatta di scienza, innovazione e cultura, è una sfida che la città, nel suo insieme, è pronta ad affrontare convogliando risorse adeguate all’importanza del comparto turistico, attrezzandosi per essere sempre più competitiva e attrattiva, puntando anche sull’immagine iconica della sua romanità conosciuta, amata e apprezzata in tutto il mondo.