“Gli oggetti conservati in un museo diventano un arredo permanente del mondo, di conseguenza chi si occupa di cultura dei beni museali, decide che aspetto ha il mondo. Le rotazioni che avvengono negli allestimenti dei musei consentono di adattarsi al mondo di oggi, con una revisione continua degli oggetti del passato che pur posti su un piedistallo, tornano ad essere cose e a stabilire una relazione diretta con il visitatore. Favorire questo passaggio è compito e responsabilità di chi lavora in un museo.”
Maria Vittoria Marini Clarelli, studiosa di storia dell’Arte, è la prima donna a ricoprire il ruolo di Sovrintendente Capitolina. Gestore di un patrimonio archeologico, storico e artistico unico al mondo che dal 1980 è Sito Unesco, patrimonio dell’umanità, presenta Roma e i suoi tesori a chi non la conosce ancora o non la conosce abbastanza, perché Roma, non basta una vita.
È corretto dire che la Sovrintendenza Capitolina gestisce il patrimonio storico e artistico di Roma nella sua dimensione contemporanea, valorizzando il passato e pensando al futuro?
La Sovrintendenza fa parte della struttura dei Beni Culturali di Roma, è Capitolina perché ha il suo fulcro nel Campidoglio e in tutto il Colle Capitolino. Gestisce musei importanti, il Museo di Roma a Palazzo Braschi, il Museo di Roma in Trastevere, tutti i musei che sono nel sistema delle Ville, le aree archeologiche dei Fori Imperiali, ha la cura di tutta una serie di monumenti meno ovvi, come le Mura di Roma che forse non sono la prima cosa che un turista vede e immagina ma sono il perimetro del Sito Unesco, di cui la Sovrintendenza è il referente del piano di gestione che comprende tutta la città dentro le Mura più la Basilica Ostiense. Siamo inoltre una struttura transfrontaliera in quanto collaboriamo con la Santa Sede, la Città del Vaticano. Ci prendiamo cura dell’immenso patrimonio artistico di Roma valorizzando il passato, predisponendone la fruizione presente e proiettandola al futuro.
Come presenterebbe l’unicità del patrimonio archeologico, architettonico, storico e artistico di Roma a chi vive all’estero e conosce solo i grandi monumenti?
Cominciando a presentare il grande sforzo della Sovrintendenza per applicare le nuove tecnologie al patrimonio archeologico con iniziative come Il Viaggio nei Fori, Circo Maximo Experience, esperienze di realtà aumentata e virtuale che consentono, con una solida base scientifica, di vedere monumenti che oggi sono allo stato di rovina, nella forma che avevano originariamente, con ricostruzioni molto attendibili. L’Ara com’era, permette di vedere l’Ara Pacis, straordinario monumento oggi tutto bianco e i suoi bellissimi rilievi dell’età augustea, con il colore che avevano originariamente. Il patrimonio da presentare è immenso, va dai monumenti alle circa 500 fontane, monumentali, come la fontana di Trevi, e storiche, come la fontana del Testaccio con tutte le anfore che è solo del secolo scorso, ai ponti della città. Pensiamo al ruolo importante che i ponti e le fontane di Roma hanno nel film La Grande Bellezza, nella scena iconica del quintetto di archi che suona alla mostra dell’ Acqua Paola al Gianicolo e un giapponese sviene in preda alla sindrome di Stendhal per l’effetto dell’alba, di Roma, della fontana e della musica. Oltre ai grandi poli di attrazione turistica, Roma è anche questo.
Come è organizzata la rete dei Musei in Comune?
In questo momento gravita intorno alla MIC Card per i residenti che consente ai romani, acquistandola a soli 5 euro, di entrare gratuitamente nella rete dei musei in comune, con collegamenti forti con la storia della città, i Musei Capitolini, il Palazzo dei Conservatori, il Palazzo Nuovo, il bellissimo edificio del Tabularium che guarda sui Fori. I Fori Imperiali sono compresi nel sistema dei musei in comune, con la parte più propriamente museale de I Mercati di Traiano, con il Museo dei Fori Imperiali che è un museo recente. Poi c’è la Centrale Montemartini, luogo nel quale si insinua, tra le macchine di archeologia industriale romana, tra le quali il treno di Pio IX, la collezione di statue spostata lì mentre i Capitolini erano in ristrutturazione ma rimasta nella Centrale perché è stata davvero tanto amata da tutti. Poi ci sono i due Musei di Roma che raccontano la storia della città, anche nella parte relativa agli ultimi due secoli, la Roma Ottocentesca delle feste caratteristiche, continuo scenario di letteratura tra Ottocento e Novecento, il Conte di Montecristo racconta il famoso Carnevale Romano, i briganti, il folklore, che restituisce, oltre alla Roma imperiale e rinascimentale, una Roma neoclassica e romantica. Fotografie della Roma nel suo transito tra città papale e città capitale d’Italia in cui ci sono state modifiche profonde alla città. Nelle Ville ci sono musei importanti, edifici recuperati come, ad esempio, tutti quelli di Villa Torlonia, luogo legato alla famiglia Torlonia, dinastia di banchieri e principi che ha creato questo spazio bellissimo sulla via Nomentana e dove sta per aprire la Serra Moresca, un bellissimo edificio in vetro. A Villa Torlonia c’è un grappolo di Musei in Comune.
La Sovrintendenza propone una effervescenza di iniziative culturali, mostre, eventi che invitano a visitare Roma.
Ci sono mostre che seguono una linea storica, come La Roma dei Re ai Musei Capitolini, a cui seguirà La Roma della Repubblica, proseguendo nel racconto di scavi che servono a far conoscere non solo le gesta eroiche e i grandi nomi, ma anche come fosse la vita quotidiana nelle epoche di volta in volta narrate. Sono in programma iniziative legate ad artisti che hanno avuto rapporti con Roma, si partirà in autunno con Antonio Canova, poi si stanno programmando i festeggiamenti per i 150 anni di Roma Capitale, che si svolgeranno a partire dal settembre 2020. Molte iniziative sono in corso di svolgimento alla GAM, Galleria di Arte Moderna, a corollario di una bellissima mostra dedicata alle Donne, altre al Piccolo Museo della scuola romana a Villa Torlonia, legata alla scuola romana della prima metà del Novecento che ha caratteristiche speciali. Le proposte sono indubbiamente tante.
Passando dai monumenti ai documenti, come si può raccontare l’importanza dell’Archivio Storico Capitolino e dell’Archivio Fotografico a chi forse ne ignora ancora l’esistenza?
L’Archivio Storico Capitolino custodisce documenti importanti, conserva Fondi di grande interesse storico, si compone di una parte storica remota molto preziosa che ci aiuta a conoscere la vita e la storia della città. Continua a registrare la vita del Campidoglio ma soprattutto ha funzionari archivisti di grande qualità che hanno scritto libri leggendo e interpretando i reperti dell’Archivio. L’onore perduto di Isabella de’ Medici è un bellissimo libro scritto da una studiosa, Elisabetta Mori, archivista dell’Archivio Capitolino che narra il rapporto tra Isabella de’ Medici, proveniente da una famiglia fiorentina importante e il marito Paolo Giordano Orsini, legato all’entourage del papa, che seppur conclusosi tragicamente, con la morte di Isabella per mano del marito, restituisce l’idea di come si svolgesse allora la vita di una coppia in vista, delle dinamiche del loro rapporto amoroso ricostruito attraverso lettere conservate in Archivio, raccontando le feste a cui partecipavano, descrivendo gli abiti che indossavano, le cose che comperavano. Una ricostruzione storica di grande valore fatta con i documenti conservati nell’Archivio.
Come intende migliorare il rapporto tra valorizzazione del patrimonio culturale del Comune di Roma e il fenomeno del turismo culturale?
Il turismo a Roma è in costante aumento, è un turismo di gruppo, con molto “consumo” e spesso con comportamenti inappropriati di romani e turisti che incidono sul decoro e il degrado della città. Le soluzioni vanno individuate spostando i grandi flussi turistici dai poli di attrazione culturale più famosi, il Colosseo, il Vaticano e la Fontana di Trevi, verso altri luoghi di cui Roma è ricca, incoraggiando passeggiate bellissime che andrebbero segnalate a partire dal nostro sito, unitamente alle altre situazioni culturali romane. Roma offre un’esperienza continua, con una scelta enorme di possibilità che vanno proposte e poi testate. Roma è su tutte le epoche, ma si conosce spesso solo quella imperiale e barocca, ignorando che c’è una città rinascimentale meno ovvia, non c’è solo la Cupola di San Pietro ma anche una Roma settecentesca molto bella da scoprire.
Che tipo di interventi si prefigge la Sovrintendenza Capitolina per migliorare la fruizione dei siti archeologici che rientrano nella competenza del Comune?
Abbiamo accordi per estendere la fruizione anche in rapporto alle aree archeologiche statali. Ci sono luoghi attualmente chiusi al pubblico nonostante gli scavi si siano conclusi, in quanto non c’è la possibilità di garantire una accessibilità totale per motivi di sicurezza, per esempio c’è il meraviglioso Criptoportico che si trova nella zona di Colle Oppio per il quale si sta pensando di arrivare, nel giro di pochi mesi, a visite guidate negli spazi sotterranei, per valorizzare gli scavi degli ultimi 20 anni che si aggiungono al patrimonio importante di Roma.
Come avviene la gestione dei rapporti all’interno del Comune di Roma per la vigilanza e il controllo degli interventi edilizia all’interno del perimetro urbano ricompreso nella Carta per la Qualità?
Noi abbiamo una particolare competenza per quanto riguarda gli edifici che vengono censiti in questa Carta che è un allegato al piano regolatore e il nostro controllo riguarda soprattutto l’edilizia otto/novecentesca. All’interno del centro storico il controllo lo effettuano soprattutto le competenze statali, il nostro è un controllo su un patrimonio che forse è meno appariscente ma tuttavia è molto importante per la qualità della città, la città storica si estende oltre le mura e il perimetro generale della Carta per la Qualità va oltre anche quartieri di primo Novecento. Nella città ci sono anche architetture contemporanee significative, non solo edifici degli anni venti e trenta ma anche interventi di architetti molto noti del primo dopoguerra. Però non si pensa quasi mai a Roma come a una città di architettura contemporanea.
La Sovrintendenza Capitolina ha il compito di gestire la valorizzazione dei beni archeologici e storico artistici di proprietà del Comune di Roma: come avviene il coordinamento con il Mibac per la tutela, in senso stretto, dei beni culturali di proprietà del Comune di Roma?
Per i beni che si trovano nel centro storico e che sono vincolati, operano una vigilanza le diverse Sovrintendenze di Stato, con le quali noi siamo in rapporto per molte attività che si svolgono chiedendo l’autorizzazione. In molti casi abbiamo anche tavoli in comune, come per l’occupazione di suolo pubblico, per decidere per esempio se un ristorante a Piazza del Popolo può aumentare il numero dei tavolini all’aperto, se si può svolgere una certa manifestazione che prevede collocazione di gazebo o tavolini, abbiamo tavoli insieme con le sovrintendenze di Stato, collaborando e integrandoci. Nel centro storico l’accordo relativo al Sito Unesco prevede che su tutti gli esterni il parere sia reso solo dalla Sovrintendenza di Stato, anche per semplificare la vita del cittadino. Poi facciamo piani della città. La Sindaca ha appena presentato un piano dei sampietrini, in cui si racconta come si è deciso di articolare la città lastricata, dove ci può essere un selciato e la parte dove ci può essere l’asfalto. La decisione è di mantenere i sampietrini, anche ripristinandoli, nella zona dei rioni del centro storico che hanno vie laterali e tendenzialmente pedonali a basso scorrimento, lavorando con l’asfalto tutte le strade di grande scorrimento. Verranno tolti i sampietrini piemontesi di porfido rosso da via Nazionale perché è una via a scorrimento veloce. Il centro storico ha vicoli, piccole strade in cui il selciato aiuta la percezione dei monumenti. Se via Condotti tornerà ad essere selciata, il bellissimo sfondo della scalinata di Trinità dei Monti avrà un altro tipo di effetto. Si farà un cuci/scuci: alcuni sampietrini verranno tolti da alcune strade e ricollocati altrove, viale Aventino verrà asfaltata e via del Corso ripavimentata a sampietrini. Questo tipo di attività si coordina insieme ad altri uffici di Roma Capitale dedicati a edilizia, urbanistica, mobilità e naturalmente alle sovrintendenze di Stato.
Lei si è sempre occupata di storia dell’Arte ricoprendo ruoli di alto profilo nell’ambito dei Beni Culturali. Avere la responsabilità della Sovrintendenza di Roma cosa significa?
Essere contemporaneamente gestore e cittadino, dal momento che Roma è la mia città ma significa soprattutto dirigere una struttura importante, quale è quella della Sovrintendenza Capitolina, con risorse professionali e persone di grande qualità e capacità di dedizione.