Il 7 gennaio è la Festa del Tricolore, la Giornata Nazionale della Bandiera italiana che celebra il suo 223° anniversario. La ricorrenza, istituita ufficialmente nel 1997, non è ancora adeguatamente conosciuta. Molti Italiani, sia in patria che all’estero, ignorano ci sia un giorno dedicato alla Bandiera, quel tricolore che
“divenuto simbolo dell’Italia, del suo popolo e dell’italianità nel mondo, è elemento che ci contraddistingue in ogni luogo e in ogni ambito… e che racchiude i sentimenti di unità e di coesione, rappresenta i nostri valori e l’identità nazionale e costituisce ideale legame tra le diverse generazioni e tra tutti gli Italiani o figli di Italiani residenti all’estero”
come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Festa. L’ anniversario è stato celebrato anche a Roma, oltre che a Reggio Emilia dove tutto ebbe inizio, nel piazzale antistante il Palazzo del Quirinale, la casa di tutti gli Italiani, con il Cambio della Guardia Solenne che prevede lo schieramento e lo sfilamento del Reggimento Corazzieri e della Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo. La cerimonia, nel corso della quale il Reggimento Corazzieri ha reso gli onori militari al Presidente della Repubblica, al Consigliere Militare del Presidente della Repubblica e agli Stendardi, è stata sottolineata dalla esibizione della Fanfara dei Carabinieri a cavallo che ha eseguito brani di musica militare adatti alla solennità della ricorrenza, dal Canto degli Italiani di Mameli, alla Fanfara Solenne e On Horseback di Borgia, all’Inno al IV Reggimento, Evoluzioni Equestri e Opening di Tassinari e Moretti, a Gloriosa di Lancioni. La Festa, che rimanda a suggestioni dal sapore antico ma sempre attuali, che sa di bandierine sventolate dai bambini nelle occasioni più liete, merita di essere conosciuta e promossa per i valori che sintetizza ed esprime. Storicamente rimanda al 7 gennaio 1797, quando a Reggio Emilia fu adottato il Tricolore da parte della Repubblica Cispadana, la prima delle Repubbliche sorelle dell’Italia settentrionale soggette alla prima Repubblica Francese. Costituita nel 1796, la Repubblica Cispadana comprendeva Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, le città che Napoleone Bonaparte rese indipendenti dagli antichi governi. Ed è proprio da Reggio Emilia che il Tricolore comincia il viaggio che lo ha portato a essere testimone di tutti gli eventi del Risorgimento italiano, fino alla conquista dell’Unità nel 1861 e in seguito alla proclamazione della Repubblica nel 1946. Un viaggio lungo, pieno di passione e orgoglio, a tratti ardimentoso per il quale in molti sono caduti, che si tramanda da padre in figlio, di generazione in generazione, a simbolo e difesa dei valori fondanti del nostro essere comunità e Stato. L’articolo 12 della Costituzione italiana lo ufficializza: “La bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”. La leggenda narra che il colore verde sia stato scelto per ricordare i prati dell’Italia, il bianco le nevi perenni delle Alpi, il rosso il sangue dei caduti nelle guerre. In realtà, nell’Italia del 1796, che vedeva, grazie alle armate napoleoniche vittoriose, nascere le repubbliche di ispirazione giacobina al posto degli stati assoluti, molte bandiere erano con tre fasce di uguali dimensioni, ispirate al modello francese del 1790, naturalmente con colori diversi. I colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nella Legione Lombarda e Italiana, furono adottati e confermati dalla Repubblica Cispadana nella propria bandiera. Nasceva il Tricolore, destinato a emozionare, inorgoglire, accompagnare generazioni di Italiani. La Festa della Bandiera riscopre e rinnova una bella pagina di storia italiana e soprattutto ricorda che quel Tricolore che si erge fiero sul Quirinale, sventola anche e soprattutto per gli Italiani che vivono all’estero, affinchè, pur lontani dall’Italia, non ne siano mai distanti.