Roma Capitale d’Italia si avvia a festeggiare il suo 150° anniversario. Una legge del 3 febbraio 1871 istituiva la città capitale del Regno d’Italia, al quale era stata annessa pochi mesi prima con lo Stato Pontificio. Vittorio Emanuele II era il re dello Stato unitario proclamato il 17 marzo 1861 con l’Unità d’Italia, Pio IX il Papa contrario all’annessione che sanciva la fine del potere temporale. L’istituzione di Roma capitale aveva un antefatto nella presa di Roma, nota come Breccia di Porta Pia, avvenuta il 20 settembre 1870 ad opera dei bersaglieri dell’esercito italiano che sconfissero le guardie pontificie e innalzarono il Tricolore sulla città eterna scelta come capitale d’Italia. Il 2 ottobre dello stesso anno, i romani espressero il loro assenso all’annessione di Roma al Regno d’Italia con un Plebiscito popolare dall’esito entusiasticamente positivo. Quella data, storica per la città, continuò a essere festeggiata ogni anno in piazza del Campidoglio, fino alla firma dei Patti Lateranensi del febbraio 1929, gli accordi tra il Regno d’Italia e la Santa Sede che, superando i preesistenti contrasti, definirono le relazioni diplomatiche che ancora oggi regolano i rapporti tra i due Stati. Il ricordo del 2 ottobre e quello che rappresenta per la città, è affidato al nome di una strada, via del Plebiscito, che collega Piazza Venezia a via del Gesù, nel cuore della città. Roma comincia una nuova fase della sua storia millenaria, con profonde trasformazioni che le cambiano volto e anima. Si costruiscono nuovi quartieri per nuovi abitanti, quel ceto di impiegati, funzionari pubblici, giornalisti, intellettuali e artisti che si trasferisce a Roma dove erano stati spostati, da Firenze, il governo, la corte, le amministrazioni pubbliche e le rappresentanze diplomatiche. Un nuovo tessuto sociale in formazione è in cerca di una sua identità, in una città la cui storia, tradizione e cultura appaiono ben definite. Roma si conta, ha 244.484 abitanti come da censimento del 31 dicembre 1871. Il 16 marzo dello stesso anno ha eletto il suo primo Sindaco, Francesco Rospigliosi Pallavicini, ha deliberato, con una legge, la costruzione di argini e muraglioni al fiume Tevere per proteggere la città dalle disastrose e frequenti alluvioni. Scompare il Porto di Ripetta, luogo di incontro e socializzazione, cambia il rapporto del fiume con la città, ma i romani si adeguano al cambiamento. Nasce la prima azienda pubblica di trasporto, l’Impresa romana degli Omnibus, carrozze trainate da cavalli. Roma prende consapevolezza dei suoi tesori archeologici, storici e artistici e inizia a valorizzarli, partendo dai Palazzi storici. Il Palazzo del Quirinale, residenza estiva dei pontefici, diventa la residenza ufficiale del re d’Italia. Il governo italiano e le amministrazioni pubbliche, occupano gli antichi palazzi papali e ne fanno costruire altri, per segnare il nuovo corso della città divenuta capitale. Roma comincia a entrare in una dimensione, nuova e moderna, che la pone all’attenzione nazionale e internazionale e che nei decenni alimenterà il fascino della Città Eterna, raccontato in tutto il mondo dal cinema, dalla letteratura, dalla televisione, dalla effervescenza di un mondo artistico e culturale che la fa conoscere e amare. Il Teatro dell’Opera, prestigiosa istituzione musicale romana, nato nel 1879, ha ospitato il 3 febbraio un Concerto organizzato da Roma Capitale, in collaborazione con il Ministero della Difesa, per aprire ufficialmente le celebrazioni di un anniversario che ha cambiato la storia di Roma e dell’Italia. Andrea Bocelli, Ezio Bosso, Paolo Mieli, Gigi Proietti, Paola Turci e i talenti di Fabbrica Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, con le musiche della Banda Interforze e dell’Orchestra del Teatro dell’Opera hanno dato ufficialmente il via a una serie di eventi in programma fino al 3 febbraio 2021. La presenza del Presidente della Repubblica, dei Presidenti di Senato e Camera, del Segretario di Stato vaticano che ha portato il saluto del Santo Padre e di molte autorità, civili, religiose e militari, restituisce l’importanza che l’anniversario ha per Roma e per l’Italia.
Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Paolo Mieli, storico e saggista che sul tema ha tenuto una lectio sul palco del Teatro dell’Opera, Carlo Fuortes, Sovrintendente del Teatro dell’Opera, il colonnello Massimo Martinelli che ha diretto la Banda Interforze e Francesca Fialdini che ha presentato la serata per RAI CULTURA.
Direttore Mieli, la legge del 3 febbraio 1871 che istituisce Roma capitale del Regno d’Italia, sembra aver cambiato il destino di tutti, di Roma, dei romani, dell’Italia, del Papato. Quali sono le ragioni?
La presa di Roma del 1870 ha cambiato la storia d’Italia. Fortunatamente avvenne in modo non traumatico e da quel momento in poi l’Italia potè avere la sua capitale senza la quale non sarebbe mai stata l’Italia. Certamente, se la presa di Roma fosse stata ritardata di 50 o 100 anni, l’Italia prima o poi si sarebbe sfasciata. Avere Roma capitale l’ha sicuramente tenuta unita. I primi 50 anni dell’Unità d’Italia furono festeggiati a Roma, nel 1911 e questo è stato un momento molto importante.
Questi primi 150 anni di storia di Roma capitale come si possono sintetizzare?
Sono 150 anni di storia durante i quali l’Italia ha avuto alterne vicende, ma Roma è cresciuta molto e ha saputo riconquistarsi sul campo il suo ruolo di capitale. E’ stata ed è una delle città più importanti e famose del mondo, ma soprattutto bisogna ricordare che oggi l’Italia, senza Roma capitale, non sarebbe l’Italia.
Roma ha saputo essere sempre all’altezza del suo ruolo di capitale italiana e di città con vocazione europea, pronta ad aprirsi al mondo?
Si, non a caso è stata la città dove nel 1957 furono firmati i Trattati di Roma, dai quali è nata o rinata l’Europa, è la città in cui furono firmati i Patti Lateranensi che sanarono i conflitti con la Santa Sede, perché non bisogna dimenticare che Roma fu fatta capitale in contrapposizione alla Chiesa. E’ anche la città che ha sofferto i nove, terribili mesi dell’occupazione nazista, con le persecuzioni alla comunità ebraica. Nel 1957 ci fu la proiezione netta sull’Europa, nel 1960 ospitò le Olimpiadi, la prima festa mondiale tenuta a Roma. Seppur tra alterne vicende, Roma è stata sempre all’altezza del suo ruolo.
Dobbiamo essere tutti molto grati a Roma?
Io sono milanese però sono grato a Roma e riconosco che ha il diritto di essere la capitale d’Italia.
Cavour già nel 1861 diceva che Roma era necessaria all’Italia e che prima o poi ne sarebbe stata la capitale. Deve più l’Italia a Roma o Roma all’Italia?
Deve più l’Italia a Roma. Roma deve moltissimo all’Italia ma Roma sarebbe stata Roma anche senza l’Italia, l’Italia non sarebbe stata l’Italia senza Roma.
Sovrintendente Fuortes, cosa significa per il Teatro dell’Opera aver ospitato questa celebrazione?
Ripercorrere la storia di Roma capitale d’Italia significa ripercorrere anche la storia del Teatro dell’Opera, nato nel 1879, solo otto anni dopo l’istituzione di Roma capitale. Il Teatro ha accompagnato Roma e condiviso con i romani, nel bene e nel male, tutte le vicissitudini di questa città che ha visto due guerre, subito una dittatura. Il Teatro, che è un luogo vivo della città, è stato influenzato da tutto questo ma ha sempre cercato di lavorare per elevare il livello sociale e culturale dei cittadini. Oggi, che è davvero al centro della vita culturale della città, siamo onorati di aver ospitato il Concerto per la cerimonia di apertura di un 150° anniversario che ha grande significato storico per Roma e per l’Italia.
È ipotizzabile pensare che il Teatro dell’Opera ospiti altri eventi nel corso dell’anno di celebrazioni in programma fino a febbraio 2021?
È possibile e auspicabile, anche se ancora non in programma. L’anno è lungo e tutto può ancora succedere. Il Teatro è sempre pronto a celebrare e festeggiare Roma e la sua grande storia.
Colonnello Martinelli, che musica racconta Roma nel mondo?
Racconta la musica delle colonne sonore di Nino Rota per i film di Fellini, la musica della Dolce Vita, la canzone romana, la grande musica classica della tradizione italiana. Abbiamo aperto il concerto con il Canto degli Italiani, di Mameli e Novaro.
Cosa significa dirigere il concerto della Banda Interforze in una occasione di grande solennità quale il 150° anniversario di Roma capitale?
È un grande onore per l’importanza dell’anniversario ma anche una particolare emozione per me dirigere in concerto, nel Teatro dell’Opera, i migliori musicisti che ogni singola Forza Armata esprime e che insieme compongono la Banda Interforze. Una cerimonia che nessuno di noi dimenticherà.
Francesca Fialdini, essere madrina di una cerimonia che festeggia una parte importante della storia di Roma, che cosa rappresenta?
Un grande onore, non soltanto perché Roma è la città di tutti gli Italiani, ma perché è la culla della civiltà, del cinema, della bellezza. Tutto il mondo la guarda, anche se a volte noi Italiani ce ne dimentichiamo. Per fortuna ci sono le grandi comunità di Italiani all’estero che non lo dimenticano mai e a loro va il più grande affetto possibile, perché ci restituiscono un’immagine dell’Italia che spesso dimentichiamo.
Roma è di tutti, è del mondo. Come l’ha accolta al suo arrivo?
Benissimo. Sono arrivata a Roma che avevo diciotto anni e ormai è più il tempo che ho trascorso qui rispetto a quello trascorso dove sono nata. Roma è la mia città e ed è a lei che vanno i miei auguri.
E Roma “città fortunata, invincibile ed eterna” come la definiva Tito Livio, è entrata ufficialmente nel suo 150° anno di vita come capitale degli Italiani, ovunque essi siano.