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Storia della Notte e Destino delle Comete, una voce unica racconta l’Italia alla Biennale d’Arte

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La Biennale di Venezia, prestigiosa istituzione culturale che dal 1895 promuove nel mondo le tendenze artistiche contemporanee, accoglierà le sorprendenti novità del Padiglione Italia alla 59esima Esposizione Internazionale d’Arte, in programma dal 23 aprile al 27 novembre. Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha scelto l’opera di un solo artista, Gian Maria Tosatti, tra la rosa selezionata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea, per rappresentare l’Italia con una voce unica. È la prima volta nella storia della manifestazione che un solo artista occuperà con la sua opera tutti gli spazi del Padiglione Italia all’Arsenale di Venezia, un percorso espositivo articolato nei 1900 metri quadrati delle Tese delle Vergini, due grandi ambienti e nei 1000 metri del Giardino delle Vergini. Il progetto artistico “Storia della notte e destino delle comete” nasce da una collaborazione, che è anche un’amicizia, tra due talenti italiani con esperienze internazionali e una comune visione etica. Gian Maria Tosatti, artista quarantenne, è nato a Roma, si è formato a Napoli e ha vissuto 10 anni a New York dove ha realizzato suggestive installazioni ambientali site-specific che sono il segno distintivo della sua opera e uno studioso, Eugenio Viola, curatore artistico del Padiglione Italia dove approda dopo aver curato oltre 70 mostre in Italia e all’estero, napoletano di nascita e global curator per vocazione, attuale Capo Curatore del Mambo, il museo di arte moderna di Bogotà. Tosatti e Viola incrociano sogni e storie nel 2016 a Napoli, quando allestiscono al Museo Madre la prima personale dell’artista in un museo pubblico italiano. E’ l’inizio di un percorso comune e di una esperienza artistica attraverso il racconto e confronto dialettico sulle contraddizioni e lacerazioni della contemporaneità che parte da Napoli, caleidoscopio di emozioni e colori e arriva a La Biennale, per scrivere la pagina più importante parlando al mondo dell’Italia.  

Storia della notte e destino delle comete” è una grande installazione ambientale che racconta il difficile equilibrio tra uomo e natura, sviluppo sostenibile e territorio, etica e profitto. Il percorso espositivo articola la narrazione con un impianto teatrale, un prologo e due atti, la Storia della Notte e il Destino delle Comete, dove la notte sta a significare simbolicamente l’Italia post “miracolo italiano”, con l’ascesa e il declino del sogno industriale e le comete rimandano alla riflessione su quale sia il destino dell’umanità in cammino, nel rapporto continuo con la natura che non perdona. Un catalogo edito dalla Treccani completerà l’esperienza di visita, con una selezione di scatti del fotografo Mimmo Jodice e un dialogo tra l’artista e il curatore per entrare più compiutamente nel progetto, dalla genesi alla realizzazione.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi hanno incontrato Roberto Cicutto, presidente La Biennale di Venezia, Eugenio Viola e Gian Maria Tosatti nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, in occasione della conferenza stampa di presentazione del Padiglione Italia a La Biennale Arte 2022.

Roberto Cicutto, presidente La Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia come racconta l’Italia all’estero?

La Biennale di Venezia non racconta ma si fa adottare dall’estero. Credo sia un punto di osservazione straordinario, come ce ne sono pochi nel mondo, perché dialoga con decine e decine di Paesi e attraverso la mostra del curatore, con centinaia di artisti. E’un luogo da cui si colgono molte delle realtà e delle differenze che esistono nel mondo e che normalmente non vengono fuori da oggetti concreti come sono le installazioni di architettura, le opere d’arte, i film, le coreografie dei coreografi, i registi teatrali, i compositori di musica. La stima della Biennale all’estero è sicuramente legata alla intuizione dei curatori che non si sono mai accontentati di mostrare l’esistente, ma hanno sempre pensato temi che andassero oltre l’esistente. Io credo che la Biennale debba essere più contemporanea delle arti contemporanee che rappresenta.

Il Padiglione Italia cosa sarà?

Un racconto straordinario che ci aiuterà a fare letture diverse, come è stato anche per la mostra di architettura. Ci sarà chi si focalizzerà sugli aspetti artistici, chi si focalizzerà maggiormente su una narrazione che riguarda tutti.

Cosa si aspetta da “Storia della Notte e destino delle Comete”?

E’ un titolo che promette mistero, scoperte e l’emozione di un viaggio speciale. L’artista Gian Maria Tosatti conosce l’importanza del narrare, la materia prima di cui sono fatte le opere del Padiglione Italia.

La Biennale come si inserisce nel racconto del tempo che stiamo vivendo?

 Il Covid ha tolto il velo alla paura della banalità, nel senso che se una volta sembravano scontate parole come  sostenibilità e pace, sono diventate temi essenziali e forti. Credo che le Biennali dello scorso anno e di quest’anno, pongano questi temi al centro senza calarli dall’alto ed è per questo che la gente li sente propri.

La Biennale riempie di contenuto il termine sostenibilità

La Biennale ha ottenuto la certificazione di “neutralità carbonica” per la Mostra del Cinema nel 2021 e il nostro obiettivo è quello di estenderla anche alla Biennale Arte e a tutte le manifestazioni del 2022, per dare concretezza alla parola sostenibilità e alla sua effettiva importanza.

Eugenio Viola, curatore Padiglione Italia

Cosa significa essere il curatore del Padiglione Italia a La Biennale?

E’ un privilegio, una responsabilità ma soprattutto l’onore più grande che mi poteva arrivare dal mio Paese. Cercherò di portare avanti questo compito nella maniera più etica possibile, come sono abituato a fare.

Il Padiglione Italia come racconterà l’Italia di oggi all’estero?

Racconterà il nostro Paese attraverso la metafora dell’ascesa e del crollo del sogno industriale italiano. E’ un lavoro che opera per induzione, dal particolare giunge all’universale e questa è una caratteristica prima della grande arte. E’ un progetto che, come ha osservato qualcuno, parte da Napoli e lo fa per induzione, perché il racconto di una fattispecie specifica può dare una serie di indicazioni di portata più ampia.

Napoli vive una nuova primavera culturale?

Finalmente si riesce a parlare di Napoli al di là degli stereotipi cari alle oleografie. Ho lavorato 7 anni al Museo Madre di Napoli cercando di combattere questi stereotipi e cercando di dare una immagine diversa della mia città.

Quanta Napoli ci sarà nel Padiglione Italia?

Molta, è tutto un Padiglione a trazione meridionale.

Qual è la notte dell’Italia?

La notte intesa dal punto di vista dell’incoscienza. E’ una condizione metatemporale.

E le comete che aspettiamo quali sono?

Le comete sono uno slancio ottimista verso il futuro, perché in questi tempi incerti l’ottimismo è una necessità etica, quasi una obbligazione morale.

L’arte fa riflettere sul tempo pandemico che stiamo vivendo o lo racconta?

Beatriz Gonzalez, la più grande artista colombiana vivente che è stata la narratrice della guerra civile, dice che l’arte racconta quello che la storia non può raccontare.

Gian Maria Tosatti, artista

Cosa bisogna aspettarsi dal suo progetto artistico “Storia della notte e destino delle comete”?

Bisogna aspettarsi un momento di rispecchiamento. Credo che il Padiglione Italia parli di noi, quindi sarà straniante ma anche profondamente coinvolgente vedersi riflessi dentro questa immagine così crudele. Ma la crudeltà è la stessa legge che domina la natura, nel senso che a volte un animale mangia l’altro, ma tutto questo in fondo regge l’armonia suprema del Creato e fa sì che tutto viva.

Il titolo è suggestivo, ma proviamo a spiegarlo. Cos’è la notte di cui si parla?

Siamo finiti nella notte, al buio, in una fase della nostra storia e della nostra civiltà che è certamente la notte più profonda perché stiamo parlando del rischio realistico di estinzione. Siamo in quella che Eduardo De Filippo, nella sua Napoli milionaria, definiva “A’ nuttata”.

Che però “adda passà

Eh, adda passà ma il dramma finisce con un punto interrogativo, nel senso che noi ci auguriamo finisca, ma perché ciò avvenga, dobbiamo metterci tutte le migliori energie.

Le comete quali sono?

Le comete siamo noi che abbiamo disegnato una parabola bruciante nella storia di questo pianeta ma dobbiamo continuare a scegliere di volerla tracciare e a non volerci schiantare.

L’arte cos’è?

L’arte è un sentimento che ci viene trasmesso attraverso le opere e che ci fa venire voglia di essere migliori.

Un ricordo della sua esperienza newyorkese?

Sono stati dieci anni meravigliosi, di grandi sacrifici, un corpo a corpo con la società americana che ha prodotto opere splendide e che restano tra le mie opere più belle.  Ho trascorso a New York la mia giovinezza, dai 28 ai 38 anni, gli anni più importanti e vitali per la formazione di un artista. Non sarei qui senza quegli anni.

Nel Padiglione Italia c’è Napoli ma anche New York?

Il Padiglione racconta tutta la mia storia, la storia di chi vi partecipa, la storia di Eugenio Viola. Vi si può ritrovare tutto.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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