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Ballo Ballo, il musical dedicato a Raffaella Carrà

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Non si placa l’onda emotiva suscitata dalla scomparsa di Raffaella Carrà, persona, personaggio e icona amata da un pubblico di ogni età. A dieci mesi dalla scomparsa è diffusa l’esigenza di ricordare la sana spensieratezza della sua musica, i sorrisi, l’inconfondibile risata, gli occhi che sapevano sfavillare di gioia e oscurarsi di commozione, i gesti di generosa solidarietà e di impegno civile, perché non si diventa Raffaella Carrà per caso e soprattutto non lo si resta per sempre. L’8 aprile le è stato intitolato un parco giochi per bambini all’Argentario, a Porto Santo Stefano, il luogo amato da Raffaella e scelto come buen retiro, che nell’occasione l’ha insignita della cittadinanza onoraria e ha svelato una lapide commemorativa, in marmo bianco puro, esposta nella Cappella del cimitero comunale, raffigurante due mani che si aprono verso l’alto che contengono una stella cometa e al centro l’immagine sorridente di Raffaella. Sul palco del Festival di Sanremo è stato presentato in anteprima Ballo Ballo, un musical a lei dedicato, un progetto che porterà in tutto il mondo la musica, le canzoni, i balli di un mito dello spettacolo italiano.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano la produttrice Valeria Arzenton, fondatrice del Gruppo ZED, che attraverso un musical farà ballare il mondo con l’allegria di Raffaella Carrà.

È un caso che lei, unica produttrice donna in Italia di spettacoli dal vivo, incontri la storia di Raffaella Carrà, una donna libera, che ha interpretato e anticipato i tempi, indicando opportunità e nuove modalità alle donne, nello spettacolo e nella vita?

Sono molto emozionata per come Rafaella Carrà e la sua arte siano entrate nella mia vita e nel progetto artistico a lei dedicato. Un anno fa, in pieno periodo pandemico, ho visto casualmente un film spagnolo di cui mi sono innamorata, Ballo Ballo / Explota Explota. Ho pensato subito che la sequenza di tutte le canzoni scritte e interpretate da Raffaella Carrà raccolte in un film musical, fosse un inno alla gioia e alla felicità di cui tutti avevamo bisogno. Inoltre il film trasmetteva anche una energia e un messaggio subliminale di libertà ed emancipazione di una donna che va contro corrente e realizza i propri sogni, assolutamente da rilanciare e valorizzare. La storia raccontata nel film mi ha fatto riscoprire canzoni bellissime che ho cominciato ad amare e apprezzare di più proprio perché eravamo in un periodo in cui era necessario ripartire con entusiasmo. Ho deciso che avrei cercato di acquisire i diritti per farne un musical da portare in giro per il mondo, per far conoscere questa musica allegra ed energica che a mio parere aiuta tutti a stare bene.

E ci è riuscita?

La trattativa con la produzione spagnola è durata 6 mesi e si è chiusa a giugno dello scorso anno. Il film di cui parliamo è importante anche perché c’è l’ultimo cameo della sua carriera, l’ultima presenza cinematografica di Raffaella Carrà. Lo scorso 2 luglio ho contattato Raffaella per coinvolgerla nel musical di cui avevo acquisito i diritti, il suo assistente mi ha aggiornato a settembre ma solo tre giorni dopo, il 5 luglio 2021, Raffaella Carrà ci ha lasciati. Sono rimasta frastornata perché ignoravo completamente il suo stato di salute precario quando mi sono innamorata del film e ho deciso di investire in questo progetto che è a lei interamente dedicato.

La scomparsa di Raffaella ha cambiato l’idea iniziale del musical?

Mi ha resa ancor più responsabile, dal punto di vista morale oltre che artistico, di rappresentare bene e non di scimmiottare Raffaella Carrà, donna eccellente e icona la cui arte non può essere etichettata in una categoria. La Carrà era tutto, molto più di una showgirl, ballerina, cantante, attrice e la celebrazione mondiale seguita alla sua scomparsa, ne testimonia l’ecletticità, l’energia, la sua unicità che con un musical cercheremo di portare in tutti i palcoscenici del mondo.  In 50 anni di carriera ha saputo farci ballare nel futuro, è riuscita a trasmetterci molto più di quello di cui ciascuno può essere consapevole.

Cosa resta di Raffaella Carrà?

La sua arte, le sue conquiste perché ha precorso la storia del costume e in 50 anni di carriera ha saputo farci ballare nel futuro, trasmettendoci molto più di quello di cui ciascuno può essere consapevole. In ognuno di noi c’è un po’ di quella storia e di quella emancipazione che la sua vita e la sua carriera artistica hanno costruito.

Il progetto artistico che nasce come sarà?

Sto cercando di realizzare il miglior progetto artistico possibile, in condivisione con le persone che hanno fatto parte della sua vita, Sergio Japino in modo particolare che dà i suggerimenti giusti per intrecciare la trama e per cogliere lo spirito di questa donna eccezionale, affinchè sia trasmesso un messaggio di libertà, bellezza ed emancipazione.

Cosa ha significato presentare il musical che verrà sul palco del Festival di Sanremo?

Per me ha significato porre la prima pietra su un progetto che da Sanremo è pronto per andare verso il mondo, ma che stiamo ancora predisponendo e costruendo al meglio, con persone che saranno di grande talento, sapranno ballare, cantare ma soprattutto sapranno comunicare l’energia e il sorriso di Raffaella. Il musical nasce con una vocazione internazionale perché all’estero Raffaella ha riscosso grandissimo successo ed è stata molto amata. Il progetto arriverà a Madrid, nel mondo ispanico e poi proseguirà in Messico, Argentina, America Latina e naturalmente negli Stati Uniti.

Lei è fondatrice del Gruppo ZED e organizza spettacoli dal vivo che sono veri e propri format apprezzati anche dagli artisti internazionali. Una donna in un campo tradizionalmente maschile

Si, sono riuscita a trasformare la mia passione per la musica in un lavoro che ha saputo cogliere tutte le suggestioni e le indicazioni sull’entertainment che arrivano dagli Stati Uniti, elaborando un concetto di spettacolo dal vivo capace di offrire soluzioni innovative agli artisti e al pubblico. Le nostre tensostrutture, con camerini a 5 stelle dotati di ogni confort per gli artisti, e spazi comodi per l’accoglienza del pubblico e delle famiglie, con spazi per i bambini e poltrone per le mamme che allattano, ci consentono di offrire tutta l’esperienza del live che comincia prima dello spettacolo in sé. Lo sguardo femminile in questo aiuta, perché noi donne sappiamo guardare anche con il cuore.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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