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The Rome Pro(G)ject, racconto di Roma antica in musica

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Vincenzo Ricca, musicista italiano appassionato di Roma antica, dei Genesis e di progressive rock, incontra un giorno a Roma Steve Hackett, lo storico chitarrista dei Genesis e  tra suggestioni musicali e storiche, nasce il The Rome Pro(G)ject, racconto di Roma antica in musica.

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi lo incontrano, in occasione della pubblicazione del quinto disco dedicato allo stesso concept, un unicum artistico da Guinness dei primati.

Cos’è il progressive rock?

È il genere musicale che si è diffuso a partire dagli anni Settanta, ispirato alle grandi copertine e ai racconti fiabeschi con le storie di maghi e di fantasmi. Subito dopo i Beatles uscì un disco dei Procol Harum, A Whiter Shade of Pale, e uno dei King Crimson, In the court of the Crimson King, i due gruppi antesignani che storicamente configurano l’inizio di questo genere musicale.

Che tipo di musica propone?

È un genere che pesca molto nella musica classica, ma anche nel jazz, nel pop, nel rock, con una commistione di generi realizzata in formazione allargata, con un batterista, bassista, tastierista, a cui si univano flauti, sassofoni, violini. E’ un genere accompagnato da importanti liriche e da grandi copertine dei dischi che favorivano un appeal speciale verso questo genere di musica, soprattutto in posti molto romantici e in cui era diffusa la cultura classica come l’Italia.

Il  Compendium of a Lifetime  dei The Rome Pro(G)ject da cosa nasce?

Nasce dall’idea di coinvolgere i grandi artisti che hanno reso grande questo tipo di musica. E’ un progetto ispirato alla storia di Roma e costituisce il quinto capitolo di una saga iniziata nel 2012, nella quale avevo coinvolto gli eroi musicali della mia gioventù, Steve Hackett e David Jackson. Il concept del disco è Roma antica che si dipana su 5 capitoli, 5 dischi nei quali parliamo, in forma strumentale, della Bocca della Verità, del Foro Romano e degli altri luoghi archeologici e storici che definiscono il profilo di Roma antica.

E’ una passeggiata musicale?

Esattamente, è una passeggiata che illustra i fasti di Roma antica, gli imperatori, i gladiatori, con il Tevere che fa da sfondo. Questo tema caratterizza tutti e 5 i dischi del progetto, è un unicum da Guinness dei primati.

Il concept da cosa trae ispirazione?

Dalle fontane di Roma, da sempre nell’interesse appassionato di Steve Hackett, lo storico chitarrista dei Genesis che ho coinvolto nel progetto. Le fontane di Roma, monumentali, storiche e moderne, sono oltre duemila,  un mio brano Over two tousand fountains le ricorda in un disco in cui sono stati coinvolti anche altri grandi musicisti.

Il progetto si è successivamente esteso oltre le fontane?

Si, ha interessato le Terme di Caracalla e tante altre storie e luoghi che devono essere immaginati dall’ascoltatore in quanto sono al 95% strumentali, senza liriche esplicative. L’immaginazione accompagna la musica lungo una fantastica passeggiata che attraversa Roma e la sua storia.

Oltre Steve Hackett, Roma, il prog rock, c’è anche una madrina speciale per questo progetto

E’ Jo, la moglie di Hackett che ha amabilmente favorito il nostro incontro nel backstage di un suo bellissimo concerto  a Roma, dove Steve Hackett tornava a suonare dopo molto tempo.

Il progressive rock a chi parla?

Ai giovani sicuramente, che sembrano essere molto educati a questo tipo di musica, ci sono molti gruppi di neo progressive rock che si stanno facendo notare sulla scena musicale contemporanea, contribuendo a dare lustro e diffusione a questo genere di musica.

Dopo 5 dischi sulla stessa idea, Roma come ha ispirato il Compendium of a lifetime?

Attraverso la visione di un film, il remake di Ben- Hur, con la storia del soldato che racconta le vicende della sua vita di guerriero, ciò che ha fatto per portare onore a Roma e renderla grande. Questa storia mi ha ispirato la title track dell’album, il compendio di una vita.

C’è anche un brano dedicato a Pompei, la più importante colonia romana

Vesuvium è un omaggio a Pompei, al ricordo dell’eruzione del Vesuvio, attraverso una musica molto sinfonica accompagnata da un testo, una canzone ispirata alle lettere che Plinio il Giovane scriveva a Tacito con le quali raccontava la desolazione che era seguita alla  terribile eruzione.

Si parla anche di Giulio Cesare

Si, ci sono 4 brani nei quali si parla di Cesare, inteso anche come imperatore “Ave Caesar. Morituri te salutant”, dei gladiatori che per lui vanno a morire e dell’uccisione di Cesare. Il progetto ripercorre la storia di Roma a puntate, non necessariamente rispettose cronologicamente, ma che è spunto e ispirazione di tutti e 5 i dischi.

Il disco, coraggiosamente autoprodotto, dove si può trovare?

Il disco è distribuito nel mondo attraverso alcuni canali che lo rendono reperibile in negozi giapponesi, tedeschi, olandesi, americani che trattano musica di questo genere. Naturalmente il disco è anche disponibile sul mio sito  vincenzoricca.it.

Perché definisce questo disco “un osservatorio sul prog?”

La mia visione su questo tipo di musica è rispettata in tutti i miei dischi e quindi chi conosce questo genere, coglie immediatamente le radici di una musica che nasce dalle note dei Genesis, degli Yes, dei Pink Floyd e dei grandi gruppi che hanno generato questo particolare orientamento musicale. E’ un osservatorio in cui si elaborano questi dati attraverso citazioni evidenti, volute, colte, di fraseggi già sentiti da grandi musicisti, un laboratorio dove si può attingere e avvicinarsi a questa grande musica prodotta negli anni Settanta.

Quali sono gli strumenti tipici del progressive rock?

Si tratta di brani in cui c’è molta melodia e attenzione agli arrangiamenti, quindi le tastiere elettroniche sono grandi protagoniste perché evocano grandi orchestre e grandi partiture, ci sono suoni suggestivi tipici degli strumenti dell’epoca, i primi strumenti elettronici che permettevano di emulare suoni orchestrali con un approccio naif di grande romanticismo, a cui si sommano gli strumenti tipici della musica rock, batteria, basso, tastiere che io contamino con violini, flauti e sassofoni.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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