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e-Archeo, viaggio virtuale nell’Italia dei siti archeologici

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Desenzano/Sirmione, Marzabotto, Cerveteri, Alba Fucens, Velia, Egnazia, Sibari, Nora sono località italiane che custodiscono testimonianze importanti della nostra straordinaria storia archeologica. Otto siti archeologici, distribuiti dal Nord al Sud Italia, con un notevole potenziale narrativo, espressione delle diverse tipologie di insediamento e delle varie popolazioni e culture che hanno abitato il territorio italico, si presentano al visitatore virtuale di ogni latitudine tra storytelling e ricostruzioni in 3D sui luoghi della vita pubblica e privata, comprese le necropoli. L’archeologia incontra il digitale e la realtà aumentata per raccontare, con modalità innovative e affascinanti, le bellezze del nostro Paese, attraverso applicazioni multimediali, podcast, interazioni tridimensionali, human interface per interagire con personaggi narranti che rendono viva la propria storia e quella del proprio territorio. Una serie di docufilm curati dalla Rai, completano la narrazione illustrando le bellezze e le potenzialità turistiche dei territori ai quali i siti archeologici appartengono. L’Italia amplia la conoscenza dei propri tesori, al di là di quelli già noti in tutto il mondo, attraverso un lungo racconto storico-archeologico che informa, divulga, appassiona. E’ un viaggio lungo la penisola le cui bellezze paesaggistiche, apprezzate da ogni civiltà e in ogni tempo, hanno favorito insediamenti e costruzioni. I Romani sul Lago di Garda costruirono le villae d’otium di Sirmione e Desenzano, oggi Lombardia, fondarono la colonia Alba Fucens nel territorio abitato dagli Equi, Abruzzo attuale, gli Etruschi fondarono una città tra l’Etruria tirrenica e quella padana, la Marzabotto di oggi in Emilia Romagna e una nel Lazio, Cerveteri, i Focei che provenivano dalla Turchia fondarono Velia, in Campania. E poi Egnazia, il sito archeologico più esteso della Puglia, Sibari, fondata dagli Achei sulla costa ionica della Calabria e Nora, città fenicia, diventata colonia punica di Cartagine e infine città romana, oggi in Sardegna. Otto luoghi simbolo che tutti potranno conoscere grazie a e-Archeo, un grande progetto di valorizzazione multimediale e tecnologica, commissionato dal Ministero della Cultura alla ALES spa e realizzato dall’incontro di talenti e saperi di enti, università e imprese culturali confluiti in un portale e-Archeo.it, dal quale si accede su una piattaforma dove vengono caricati tutti i contributi scientifici, con output che soddisfano ogni curiosità. Con e-Archeo 3D, e-Archeo Voci, e-Archeo Tattile, e-Archeo Human Interface, e-Archeo Video rinascono a nuova vita siti, luoghi, storie e personaggi della nostra storia millenaria. 

Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Lucia Borgonzoni, sottosegretaria al MIC, Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di ALES spa, Carolina Botti, direttore ALES e Giuseppe Giannotti, vicedirettore Rai Storia e Rai Cultura.

Lucia Borgonzoni

e-Archeo che storia racconta?

Racconta la storia di quelli che erroneamente sono chiamati siti archeologici minori, definiti tali solo perché finora meno attrattivi dal punto di vista turistico o perché sono stati oggetto di un minor numero di studi a livello nazionale. E’ il racconto della nostra storia, realizzato su solide basi scientifiche ma comunicato con un linguaggio semplice e giovane che puo’ avvicinare tutti, i ragazzi in modo particolare, alla conoscenza e alla consapevolezza del nostro patrimonio culturale e questo apre a molte possibilità.

Anche di intervento politico?

Certamente, sono già in contatto con il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione per portare questo progetto all’interno delle scuole, senza aspettare che per fruirne siano le scuole ad andare nei siti archeologici. E’ opportuno far arrivare questo racconto anche ai bambini, attraverso il gaming, integrativo della didattica tradizionale, perché riuscire ad appassionarli sin da piccoli è fondamentale per crescere una società di persone sensibili e consapevoli della ricchezza del nostro patrimonio storico, archeologico e paesaggistico e anche per indirizzarli a futuri lavori, perché saranno necessari sempre più professionisti che dovranno prendersi cura del nostro patrimonio culturale. E-Archeo è un progetto ampio e intelligente che sarà di aiuto anche per l’abbattimento delle barriere architettoniche, cognitive e fisiche e aiuterà nel progetto multisistemico di controllo dei siti archeologici.

È un progetto che valorizza il turismo dei territori?

Sì, lo rilegge, lo reinterpreta, lo ripropone con una consapevolezza nuova anche per le comunità che quei territori abitano. E’ un recupero della memoria che quei luoghi esprimono e che aiuta a capire come sono nati, come si sono trasformati e che cosa eventualmente si è perso della loro storia. E’ una grande occasione di rilancio culturale e turistico e i bellissimi documentari che accompagnano il progetto invitano tutti a visitare queste località.

Il progetto è frutto di una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato?

Pubblico e privato devono lavorare insieme, l’uno non può essere sciolto dall’altro e la realizzazione di un progetto come e-Archeo ne è la dimostrazione.

Mario De Simoni

Presidente, ALES cos’è?

ALES è la società in house del Ministero della Cultura, il suo braccio operativo. Il ministero affida ad ALES varie missioni, tra cui e-Archeo, uno straordinario progetto teso a valorizzare, sia dal punto di vista dei contenuti che della fruizione, otto siti archeologici bellissimi, con un grande potenziale narrativo che fino a oggi non era stato del tutto espresso.

Quali sono le linee di cultura aziendale di ALES che hanno portato alla realizzazione e condivisione del progetto?

Sono le tre linee aziendali che fanno parte della nostra cultura, la prima è una vera e propria cultura di progetto, con una forte capacità di gestione e realizzazione, la seconda è l’attenzione al rapporto pubblico – privato perché ALES è da anni  incaricata della promozione e della gestione della misura fiscale dell’art bonus, la terza, più sottile ma molto importante, è la grande attenzione dedicata a quello che è un unicum dell’Italia, cioè la varietà delle diverse culture esistenti in territorio italico sin dall’Italia pre-romana. La nostra gestione delle Scuderie del Quirinale testimonia su questo tema una continua attenzione e nel corso di questi anni di programmazione abbiamo organizzato mostre dedicate alle differenti civiltà figurative italiane, da Parma, a Venezia, a Firenze, a quella attualmente in corso su Genova, così come Tota Italia, una mostra archeologica che rappresentava la diversità delle culture italiche pre-romane, racchiuse e poi riunite sotto l’egida di Roma. Nel progetto e-Archeo, gli otto siti archeologici selezionati rappresentano la varietà di culture diverse esistenti in Italia e poi riunite socialmente e politicamente da Roma.

Un patrimonio finora poco visibile che ora viene portato alla conoscenza di tutti?

Siamo molto fieri di questo grande progetto di collaborazione tra pubblico, privato e industrie culturali creative che abbiamo realizzato con interlocutori di altissimo livello. Sono state coinvolte nove università, il CNR, la scuola Archeologica Italiana di Atene, dodici giovani imprese culturali che hanno apportato modalità di lavoro affascinanti.

Come sono stati selezionati i siti archeologici?

Gli otto siti scelti sono rappresentativi dell’intero territorio nazionale e del multicentrismo tipico delle diverse culture che esso da sempre esprime. Le ricostruzioni in 3D restituiscono il contesto urbanistico e anche paesaggistico dei luoghi come erano quando i siti furono realizzati, con una profonda attenzione al visitatore, l’utente finale del progetto, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologiche che consentono una narrazione completa.

Un invito ai nostri connazionali all’estero a visitare i siti raccontati da e-Archeo?

È un invito che rivolgo con piacere perché troveranno cose molto accattivanti, realizzate in modo ineccepibile dal punto di vista scientifico.

Carolina Botti

Cosa è e-Archeo?

E’un grande progetto nazionale di valorizzazione multimediale e tecnologica realizzato su otto siti, che dimostra come pubblico e privato possono avere un percorso sinergico per la promozione del patrimonio culturale. L’archeologia ha bisogno di essere narrata, in modo semplice ma con solide argomentazioni scientifiche, su fonti definite e scientificamente valide, presentate al grande pubblico attraverso tutti gli strumenti tecnologici a nostra disposizione. E-Archeo utilizza web app, interfacce olografiche, podcast, per una grande operazione di promozione che ha unito ricerca, tutela e comunicazione.

E’ il concetto di scienza aperta con cui ha introdotto il progetto?

E’ una scienza aperta nel senso di metodologia scientifica condivisa in quanto, dopo i due anni di lavoro che sono stati necessari per realizzare il progetto, consegneremo la pubblicazione scientifica su tutto il lavoro fatto, per renderla disponibile a studiosi e aziende interessate nel futuro ad approfondire e sviluppare queste tematiche.

È un modello replicabile?

E’un modello assolutamente replicabile, realizzato in italiano e in inglese, in linguaggio LIS, la lingua dei segni e con modalità di fruizione tattile per renderlo accessibile a tutti.

La modalità di fruizione privilegiata è l’online?

Si, è una scelta determinata anche dalla pandemia e dalla difficoltà determinatasi per gli spostamenti. La conoscenza del nostro patrimonio non deve però arrestarsi e l’utilizzo della tecnologia consente grandi possibilità. e-Archeo aiuta a capire quanti siti, meno noti ma altrettanto importanti dei colossi dell’archeologia, aspettano di essere visitati. Un esempio per tutti è costituito da Cerveteri, sito Unesco, che sarà arricchito nella sua offerta culturale da tutti questi strumenti. E-Archeo è un bellissimo modo di godere del nostro patrimonio anche da lontano, facendo un viaggio straordinario nel nostro Paese, attraverso l’online, per conoscere tante bellezze che a volte non possono essere fruite in loco sia per motivi di accessibilità che per carenza di strutture necessarie alla visita.

La nostra storia millenaria continua a raccontare?

La nostra Italia è davvero un pozzo inesauribile di bellezza da raccontare, imparare, studiare e la presentazione di questo progetto è un giorno di festa per la ricerca che incontra la tutela e il mercato.

Giuseppe Giannotti

La Rai accanto al MIC per offrire strumenti di comprensione storica e archeologica?

La Rai è sempre accanto al Ministero della Cultura per offrire strumenti di comprensione. Per il progetto e-Archeo abbiamo realizzato una serie di otto filmati, che saranno trasmessi su Rai Storia, Rai Play e caricati sul portale e-Archeo, con cui raccontiamo otto siti archeologici. Il racconto, costruito con approccio storiografico, ricostruisce il rapporto tra siti e territorio e nasce dal confronto con il rigore scientifico universitario che abbiamo trasformato in divulgazione televisiva, cercando di offrire strumenti di comprensione sulle civiltà che nascevano nel nostro Paese e sulle vestigia che ancora oggi testimoniano mondi scomparsi che ci insegnano molto.

Rai Cultura forma conoscenza?

Lavoriamo per fornire strumenti che possano formare alla conoscenza storica, mettendo al centro della platea gli storici, gli accademici, i ricercatori. Comunichiamo il sapere facendo divulgazione per un pubblico erudito che vuole imparare sempre di più. È una televisione che informa, forma e intrattiene.

Qual è il potenziale narrativo dei siti archeologici selezionati?

È quello di far capire esattamente come vivevano le persone che li hanno abitati. Io non ero mai stato a Veia e le riferisco per esperienza personale, condivisa con la mia famiglia, che le storie lette per la preparazione dei documentari e ascoltate con i podcast, rivivono nelle visite, diventano una modalità di valorizzazione di questi siti, per tutti ma soprattutto per gli italiani che vengono dall’estero. Sono posti dove si sente e percepisce come si svolgeva la vita delle persone. Un esempio per tutti, Catullo a Desenzano ci ha lasciato poesie e pagini memorabili sul senso dell’otium romano che rivivono in queste visite.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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