Roma è ricca di luoghi culturali che devono ancora essere scoperti e apprezzati compiutamente da romani e turisti. Mattatoio, WEGIL, Teatro Argentina, Teatro India, Teatro Vascello, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Cinema Troisi, Carrozzerie, n.o.t., Teatro Palladium, Villa Medici, Real Academia de Espana, Angelo Mai, Parco Giordano saranno la “casa” dove dal 6 al 18 settembre abiterà lo Short Theatre 2022, il festival internazionale dedicato alla creazione contemporanea e alla performing art.
Spazi che aprono le porte alla cultura artistica contemporanea, italiana e internazionale, ospitando per 13 giorni spettacoli, performance, installazioni, incontri, talk, concerti, party, dj set e progetti partecipativi. Roma, dove lo Short Theatre è nato nel 2006, esporta e importa le espressioni dell’arte contemporanea, sperimentando nuove modalità comunicative, all’insegna dell’inclusività, dell’accessibilità e della reciprocità. I lavori di artisti e compagnie affermate condividono la scena con nomi emergenti che incontrano il pubblico per la prima volta, in un festival dove inclusività non è un concetto teorico, ma una buona pratica che rompe un orizzonte abilista, ospita artisti con disabilità e adotta azioni specifiche per rendere accessibile e attraversabile da tutti il ricco programma, fruibile dai non vedenti e dai non udenti con la traduzione in lingua LIS di alcuni seminari. THEATRE è arrivato alla 17esima edizione, capitalizza le edizioni passate e si apre a nuove forme di sperimentazione, affidandosi alla guida di Piersandra Di Matteo, curatrice, teorica e drammaturga.
La sinergia tra le istituzioni capitoline e regionali e le associazioni culturali del territorio, con il main sponsor Gucci che da questa edizione sostiene il festival, costruisce cultura contemporanea, parla ai giovani e pone Roma all’attenzione della scena artistica internazionale. Il programma del festival meriterebbe un approfondimento tematico per il numero di artisti coinvolti e la varietà dei temi proposti. Segnaliamo un progetto speciale, una mostra e una monografia che costruiscono il racconto di una artista di fama internazionale, Gisele Vienne, poco presente in Italia e mai esposto a Roma.
Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Matteo Angius, presidente di Area 06 l’associazione che ha realizzato il festival nel 2006, Piersandra Di Matteo, nuova curatrice del festival, Marco Delogu presidente di PALAEXPO e Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale.
Matteo Angius
Presentiamo lo Short Theatre a chi non lo conosce ancora?
Short Theatre nasce nel 2006 per sostenere la performing art romana e le giovani compagnie che non riuscivano a emergere. Il nome short deriva dal fatto che il suo esordio è legato a piccoli progetti, per coinvolgere, nei tre giorni di quella che era allora la rassegna, anche idee e studi non ancora pronti. A partire dalla seconda e terza edizione, è iniziata una vera e propria programmazione internazionale.
Short Theatre è arrivato alla 17° edizione, ampliando platea e raggio d’azione. Cosa è rimasto del progetto d’esordio?
Short Theatre persegue fin dal suo esordio l’obiettivo di sostenere le giovani compagnie italiane e portare in Italia compagnie che raramente vengono. Lo scopo e la misura è anche quello della scoperta, una forma di scouting di una serie di artisti che a Roma arrivano veramente a fatica.
Roma ha aiutato a crescere Short Theatre?
Roma è stata assolutamente decisiva, lo Short Theatre è molto legato a questa città alla quale apparteniamo tutti. E’ un festival che non potrebbe stare altrove, soprattutto in termini affettivi. Siamo sempre stati molto sostenuti dalle istituzioni del territorio e questo ha permesso allo Short Theatre di proseguire il suo cammino. Roma ha dato tanto e ha favorito la costruzione di una programmazione internazionale. Ci ha aiutato nella capacità di essere attrattivi, è una città in cui tutte le artiste accettano di venire con grande piacere, per quello che offre e per ciò che ci permette di costruire.
Short Theatre 2022 si svolgerà a Roma e altrove. Qual è questo altrove e come è collegato a Roma?
Il festival non si svolgerà solo nei teatri come si è sempre fatto ma avrà una spazialità diffusa e stratificata, interessando diversi luoghi di Roma ed estendendosi anche in altre località del Lazio, come Velletri e Pontinia.
Qual è la platea di Short Theatre?
La platea non è formata solo di addetti ai lavori, ma da giovani che hanno mediamente un’età compresa dai 25 ai 35 anni, interessati in varie forme al mondo del teatro, perché lo fanno o perché lo studiano. Da alcuni anni il festival organizza interessanti serate musicali che attirano molti giovani.
Chi sono i protagonisti dello Short Theatre?
Lo Short Theatre è animato innanzitutto da chi studia la performing art, sia dal punto di vista teorico che realizzativo, ma i protagonisti sono anche artisti, registi, interpreti, danzatori. Il rapporto con le scuole di danza e di teatro è molto importante.
Piersandra Di Matteo
Vibrant Matter segna il suo esordio come curatrice dello Short Theatre?
Sono felice e onorata di poter guidare Short Theatre per il prossimo triennio. Cercherò di mettere insieme competenze accumulate negli anni, nell’intreccio tra ricerca sullo spettacolo dal vivo, conoscenze internazionali, teorie e attenzione ai processi creativi. Short Theatre è un festival di arti performative con una sua storia molto importante, giunto alla 17° edizione che sarà nuova per tanti aspetti, dalla spazialità diffusa, alla grande attenzione alla inclusività e alla accessibilità per tutti.
Vibrant Matter perché?
E’un tentativo per pensare alla materia vibrante che intercorre tra i corpi, umani, non umani e a tutte le forme di interazione che ci riguardano tutti. E’ un tentativo di assemblare energie, tessuti, fibre, materie, quarzi che permettono alle performance di costruire scenari senza gerarchie. Lo spettatore e le spettatrici che assistono a uno spettacolo teatrale, entrano in relazione con un mondo. Al centro dell’edizione 2022 c’è un’attenzione molto dettagliata a questa forma di interazione.
Come si aspetta che Roma risponderà?
Avverto una grande curiosità, ci sono già spettacoli sold out, credo che Roma risponderà con entusiasmo.
Le piace l’idea di proporre Short Theatre come forma di cultura diffusa nel territorio?
L’idea che ci siano centri nevralgici ma che poi si arrivi in territori e quartieri più lontani, mi piace molto perché è un modo intelligente per rimettere in circolo energie e speranze artistiche in più contesti possibili. Short Theatre decide di abitare più luoghi della città e si spinge oltre il territorio metropolitano, per diffondersi in complicità con teatri, istituzioni culturali e associazioni.
Marco Delogu
PALAEXPO offre allo Short Theatre luoghi per una cultura di comunità?
Con PALAEXPO offriamo una serie di case, piattaforme e posti che devono essere vissuti con linguaggi diversi e con persone diverse, affinchè portino la comunità culturale a Roma. Come Azienda PALAEXPO abbiamo il Palazzo delle Esposizioni, il Mattatoio, il Macro e altri luoghi della cultura dove vogliamo realizzare una contaminazione di linguaggi e culture diverse che riportino Roma al centro della scena internazionale, come merita perché è sempre stata storicamente, soprattutto dal secondo dopoguerra in poi, al centro della cultura contemporanea internazionale.
Roma proiettata sulla contemporaneità?
Roma molto proiettata sulla contemporaneità e su tutte le persone che trascorrono a Roma un giorno, un mese, un anno o più. Roma è stata la città dove hanno vissuto scrittori, cineasti, artisti visivi, poeti internazionali. Il nostro obiettivo è valorizzare al massimo un tessuto forte e meraviglioso.
Alle attività consuete di Short Theatre nell’edizione in corso si aggiunge una mostra dedicata a Gisele Vienne
La nuova governance di PALAEXPO ospita il lavoro e le prove di Short Theatre che si articolano su 6 giorni e 45 performance, talk e concerti ma apre a una nuova pagina, ospitando nello spazio mostre. Il festival apre con una mostra dedicata alla coreografa, regista, burattinaia e artista Gisele Vienne. Faremo di tutto per prorogarla oltre il tempo già programmato.
Qual è la linea culturale dell’Azienda PALAEXPO?
Ascoltare la città, cercare di rendere la cultura diffusa sull’intero territorio, promuovendo e valorizzando progetti articolati su tutta Roma, la città dove sono state scritte molte pagine della cultura mondiale.
Miguel Gotor
Roma è cultura di tradizione e cultura contemporanea, una dimensione da sviluppare e valorizzare anche con festival dedicati come Short Theatre?
Certamente, Short Theatre è un festival di arti performative, conferenze, installazioni, spettacoli in cui la città si apre a un’esperienza internazionale non solo collegata all’idea della cultura come tradizione, ma come modalità sperimentale e internazionale.
Il programma è ricco e interessante…
Short Theatre è una iniziativa vivace e originale, un festival che durerà 13 giorni, con oltre 50 iniziative, diffuse sul territorio di Roma, con diverse attività culturali attive e indipendenti. E’ un programma ricco e variegato che incontrerà l’attenzione delle romane e dei romani.
Una cultura sempre più inclusiva e diffusa?
Una cultura inclusiva, diffusa, con una particolare attenzione alla disabilità, con workshop, seminari e incontri anche per ragazzi. E’ una vera e propria sfida, denominata non a caso Vibrant Matter perchè vibreranno temi collegati alle performance, alle installazioni e agli incontri nelle forme più diverse. Ci sarà una vibrazione, collegata alla sperimentazione e ai linguaggi della contemporaneità, che percorrerà Roma e i suoi principali centri di cultura. Tutto ciò favorisce la relazione tra chi fa cultura a Roma e le tante realtà cosmopolite e internazionali esistenti.