Storie di territori e di comunità accompagnano il presepe e l’albero allestiti in Piazza San Pietro. Il Natale in Vaticano 2022 parla di Sutrio e Rosello, due piccoli borghi montani che si trovano sulle Alpi Carniche del Friuli Venezia Giulia e sull’Appennino Abruzzese, ha il profumo del legno di cedro, l’essenzialità di statue che trasmettono l’operosità degli artigiani e delle figure rappresentate, il falegname, la pastora, la tessitrice. È un allestimento che parla di sostenibilità, grazie all’utilizzo del legno di recupero utilizzato per realizzare il presepe di Sutrio, racconta il candore, l’entusiasmo, l’impegno dei ragazzi con disabilità psichica, degli anziani e dei bambini della piccola comunità di Rosello, solo 180 abitanti, da cui arriva l’albero. È anche attraverso questi simboli che Piazza San Pietro affida al mondo il messaggio cristiano del Natale e riempie di concretezza parole importanti, come inclusività e amore per i più fragili, che si fanno testimonianza. Il presepe e l’abete allestito nel cuore della cristianità, insieme alla Natività che adorna l’Aula Paolo VI in Vaticano, parlano al mondo con un linguaggio universale. Piazza San Pietro racconta due storie italiane, l’Aula Paolo VI la storia del Guatemala, lo Stato dell’America Centrale che per la prima volta dona un presepe al Santo Padre, una natività scintillante di colori, tessuti e materie prime della sua antica tradizione.
Fondazione Osservatorio Roma e Icn Radio NY incontrano il sindaco di Sutrio Manlio Mattia e il sindaco di Rosello Alessio Monaco, per entrare nello spirito di condivisione di piccole comunità, capaci di grandi gesti di generosità, che portano a Piazza San Pietro la ricchezza dei loro territori, la storia e la tradizione mitteleuropea della Carnia e i valori legati alla terra d’Abruzzo e del Molise.
Manlio Mattia
Sindaco, un Presepe da Sutrio, piccolo borgo montano, al mondo intero?
Esattamente, Sutrio è un piccolo paese ai piedi del Monte Zoncolan, sulle Alpi Carniche, conosciuto dagli amatori del ciclismo mondiale perché è una delle salite più difficili. La nostra comunità, da sempre legata alla lavorazione del legno, ha saputo mantenere inalterata negli anni l’abilità che ha portato alla realizzazione del Presepe di Piazza San Pietro, sviluppato su una superficie di 116 mq, con una capanna in travi lamellari, 18 statue in legno di cedro, legno di alberi e piante tagliate nei giardini del Friuli Venezia Giulia nel corso della loro già programmata sistemazione. Undici artisti, artigiani del legno, provenienti da tutta la regione Friuli Venezia Giulia, hanno lavorato alla realizzazione delle statue che rappresentano la nostra piccola comunità di montagna, caratterizzata e legata da valori legati alla lavorazione del legno.
Le statue cosa rappresentano?
I mestieri della nostra comunità, a cominciare dal falegname, indiscusso protagonista della nostra economia, a el kramar, il venditore ambulante che dal 1750 caricandosi una cassa sulle spalle, partiva da Sutrio e dagli altri paesi della Carnia, saliva verso l’Ungheria, la Germania, Salisburgo dove portava le spezie, i tessuti, i broccati e cercava di impiantare il suo commercio.
Sutrio ha una importante tradizione presepiale?
Si ed è legata al Presepe di Gaudino detto Teno, un artigiano locale che con passione, in 30 anni di attività, ha dedicato alla Natività la rappresentazione delle attività che si svolgevano sulle montagne friulane. Il Presepe, donato alla sua morte al comune di Sutrio, è un presepe in movimento in cui vengono rappresentate tutte le attività, peculiarità e piccole cose che succedevano un tempo nel nostro piccolo paese. La considerazione, il ricordo e la passione della creatività di Teno nel rappresentare la Natività, ci ha portati a proporre in dono al Santo Padre e a tutto il mondo, il Presepe che celebra il Natale 2022. Lavoriamo a questo progetto dal 2018, l’anno in cui il Friuli Venezia Giulia ha donato l’abete al Santo Padre.
Quanti abitanti ha oggi Sutrio?
Siamo rimasti in 1230 residenti, per i problemi legati allo spopolamento dei borghi montani e alla denatalità. Siamo felici di questa occasione per parlare del nostro borgo e per farlo conoscere, nella speranza che qualcuno possa decidere di venire a vivere in un posto bellissimo, nella nostra comunità.
Sutrio è inserito nella lista dei Borghi Autentici d’Italia
Abbiamo aderito con entusiasmo all’iniziativa che accomuna i piccoli borghi di montagna, accomunati, oltre dalla antica tradizione artigiana, anche da una nuova vocazione turistica. Per questo siamo riusciti a trasformare antichi edifici abbandonati, in albergo diffuso orizzontale che si riempiono in occasione di alcune importanti manifestazioni, come “Magia del legno” che si svolge a Sutrio la prima domenica di settembre e “Borghi e Presepi” che anima il paese nel periodo natalizio.
Ci sono Presepi artigianali in ogni angolo di Sutrio
Per valorizzare il presepe realizzato da Teno, in ogni cortile, androne e angolo di Sutrio, ci sono piccoli presepi, raccolti in tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia, dalla Slovenia e dall’Austria, per rafforzare il rapporto con le comunità limitrofe.
Alessio Monaco
Sindaco, L’Abruzzo e Rosello sono terre di emigrazione?
L’Abruzzo conta circa 1milione e 300mila abitanti, ma gli Abruzzesi nel mondo sono all’incirca un altro milione e 300mila, abbiamo un altro Abruzzo che abita il mondo.
Rosello che storia racconta?
Rosello è un piccolo borgo montano dell’Appennino abruzzese, in provincia di Chieti e fa parte della Diocesi di Trivento, con il vicino Molise. E’ una piccola comunità composta solo da 180 residenti che in estate e in altri periodi dell’anno, si arricchisce delle presenze di tutti i Rosellani e i Giuliopolesi del vicino borgo e nostra frazione, sparsi in Italia e nel mondo che tornano nelle loro case. Venticinque anni fa Rosello, che ha da sempre una vocazione di tutela del suo territorio, istituì nel proprio bosco una Riserva Naturale Regionale chiamata Abetina di Rosello, di 220 ettari, dove sono custoditi abeti altissimi. L’albero più alto d’Italia, 54 metri, è stato censito proprio nella nostra Abetina.
L’Abete donato al Santo Padre da dove arriva?
E’ stato prelevato dai vivai regionali abruzzesi, insieme a tanti piccoli altri abeti con zolla, destinati alla Città del Vaticano, che nella prossima primavera rientreranno nel nostro bosco, dove saranno reinseriti e ripiantati.
Gli addobbi testimoniano una bellissima storia di comunità
L’albero in Piazza San Pietro è un abete bianco alto 26 metri, addobbato con decorazioni realizzate da una struttura per ragazzi che hanno patologie psichiatriche di Rosello, dai nonni della casa di riposo Sant’Antonio di Borrello e dagli alunni delle scuole del nostro comprensorio. Ognuno ha potuto dipingere e decorare una palla di Natale personalizzata, con le proprie iniziali, con pensieri, desideri e auspici. E’ stato un modo per dare voce a tutti, fragili, anziani e bambini, uniti da un pensiero di amore e pace verso il Creato e verso gli altri. Un pensiero d’amore che parte da Rosello ed è rivolto al mondo intero.
Anche il vicino Molise è stato coinvolto nell’iniziativa?
Certamente, perché oltre all’abete per Piazza San Pietro, abbiamo donato al Santo Padre anche specificità del nostro territorio. Il sindaco di Agnone ha donato una campana della Pontificia Fonderia Marinelli, l’unica fonderia pontificia al mondo, che ha avuto il privilegio di avere in visita, nel 1995, Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo ma abbiamo donato anche un cucciolo di pastore abruzzese, il cane che bada ai greggi simbolo dell’Abruzzo, un’icona di Maria Santissima delle Grazie, venerata nel nostro Santuario diocesano e un’icona di San Francesco Caracciolo, il protettore dei cuochi d’Italia, nato a Villa Santa Maria, che confina con il nostro paese e morto ad Agnone, simbolo della tradizione culinaria dei nostri territori. Molti abruzzesi emigrati in Italia e all’estero sono cuochi e camerieri che hanno esportato la cucina abruzzese in tutto il mondo.
Coma ha fatto una comunità di 180 abitanti, a formare una delegazione di 1500 persone che ha accompagnato l’Abete in Vaticano?
Abbiamo coinvolto tutto il territorio, portando il complesso bandistico Giuseppe Verdi di Tornareccio, gli zampognari di Scapoli in Molise e un coro folkloristico della provincia di Chieti che ha intonato l’inno d’Abruzzo, il Vola Vola Vola che proprio quest’anno compie 100 anni.