Sembra Vivo! E forse lo è, il mondo della scultura iperrealista in mostra a Palazzo Bonaparte che si conferma una delle sedi espositive più importanti a Roma e in Italia. È una selezione di opere d’arte contemporanea ma anche un viaggio nel sé e nell’altro che fa sentire vivo il visitatore, travolto da un turbinio di sentimenti ed emozioni percepite come proprie. Con naturalezza si è portati a immedesimarsi in opere che ci rappresentano ed esprimono sentimenti ed emozioni, come Embrace, la scultura che ritrae una coppia senza età e senza tempo, unita in un abbraccio pieno di vita, Woman and Child, una anziana signora di straordinaria autenticità che culla un neonato e segna il naturale passaggio di testimone tra generazioni, Catalina la nuotatrice appena emersa dall’acqua dell’artista Carole A. Feuerman. Ci si imbatte in volti noti come Andy Warhol che sì, sembra proprio vivo e vibra accanto ad altri cloni che raccontano ciascuno la propria storia. Sono 43 le sculture realizzate da 29 artisti internazionali esponenti dell’Iperrealismo, il movimento artistico che rende ogni cosa più vera del reale, esposte in un percorso di visita organizzato in sei sezioni tematiche, con un allestimento divertente che apre alla meraviglia. Per approfondire l’iperrealismo e capire come la mostra lo racconti, Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Nicolas Ballario e Maximilian Letze curatori dell’esposizione e Valter Adam Casotti artista e scultore.
Nicolas Ballario
Gli anni ’70 e ‘80 rappresentano le radici da cui si sviluppa la mostra. Perché e in cosa sono tanto significanti?
La mostra è nata in quegli anni in risposta alla diffusione massmediatica di bugie e fake news che diventano un mezzo del potere attraverso l’informazione. Gli artisti hanno elaborato una loro risposta pensando che se i mass media mentono, allora noi torniamo alla realtà e cominciamo a far vedere il quotidiano, anche sezionato in tanti piccoli dettagli. Oggi tutto ciò assume particolare importanza, siamo un mondo governato dalle fake news, l’informazione passa attraverso i social network e non attraverso canali ufficiali di cui è possibile verificare attendibilità e autorevolezza delle fonti.
La mostra come si inserisce in questo contesto?
SENBRA VIVO! ci riporta al reale, al tangibile, a una simulazione che diventa più reale del reale. Il messaggio che parte da questa mostra è molto importante.
Quanto è conosciuto il movimento iperrealista?
Non saprei dire come è conosciuto il movimento iperrealista in sé ma sicuramente sono molto conosciute le opere. Questa mostra può essere una occasione molto importante per avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea, spesso percepita come difficile da comprendere perché avvolta da un’aurea di superiorità. In realtà queste opere piacciono a tutti, anche a chi di arte non si occupa. Visitando SEMBRA VIVO! Dove arrivano attirati dalla questione estetica dell’esposizione, sono convinto che i visitatori rimarranno a leggere e a interpretare i tanti messaggi profondi che sono all’interno di ognuna di queste opere.
È una mostra che ha tante chiavi di lettura
Si, perché in ogni singola opera troviamo la storia e la sensibilità dell’artista. Ogni opera ha una narrazione ed è spiegato bene il senso che l’artista ha voluto consegnare con il suo lavoro. Le opere iniziali di John DeAndrea, uno degli artisti più importanti presenti in mostra, fanno vedere, sotto un altro punto di vista, la violenza della polizia contro i manifestanti che protestavano contro la guerra del Vietnam. I piccioni imbalsamati di Maurizio Cattelan, che a vederli sembrano solo piccioni, in realtà sono molto altro e rappresentano tanto di più, raccontano la loro unicità, sono i soli animali che sanno riconoscersi allo specchio, quando si mettono in coppia ci rimangono per tutta la vita e altre particolarità. Inseriti a Palazzo Bonaparte sembrano quasi evocare gli spiriti delle persone che hanno abitato questo palazzo antichissimo. In ogni opera ci sono tanti livelli di lettura, tutti comprensibili perchè ogni opera è spiegata benissimo.
43 installazioni realizzate da 29 artisti, quindi ci sono artisti rappresentati da più opere. La selezione come è avvenuta?
Si è immaginata la mostra in sei sezioni unite da un fil rouge e partendo dalle sezioni si sono cercati gli artisti che più potevano rappresentarle. La prima sezione dei cloni umani è la più impattante perché entrando in mostra ci si aspetta che queste opere si possano muovere da un momento all’altro, per quanto sembrano esseri umani. La sezione delle sculture monocromatiche comprende opere che mettono l’accento sulle forme e sul corpo che in un’altra sezione, pezzo per pezzo, viene sezionato e rappresentato in tante piccole parti. Il Corpo in scala, le Realtà deformate e Oltre la specie dedicata al mondo animale, sono le altre sezioni.
Perché definisce inquietante la mostra?
Perché in queste opere noi vediamo veramente una parte di noi, ci rendiamo conto di somiglianze che magari preferiremmo non vedere. Osservando le opere così ferme, possiamo scoprire qualcosa degli esseri umani che non abbiamo mai avuto il coraggio di scoprire. Ciascuno di noi per conoscersi può guardarsi allo specchio che è però bidimensionale e la realtà è difficile da scoprire anche con le persone a noi più vicine e care. Come si fa a dire a qualcuno di stare fermo per permetterci di scrutarlo? In questa mostra invece possiamo farlo.
Il visitatore fa un viaggio anche in se stesso
Assolutamente sì, questo è il senso dell’arte ma in realtà fa anche un viaggio nell’altro perché si rispecchia nell’altro.
La mostra è quindi anche…
La celebrazione dell’esaltazione delle differenze come vero valore degli esseri umani. Ci sono tanti aspetti, la paura, l’inquietudine ma anche divertimento e meraviglia.
Maximilian Letze
Cosa significa portare l’iperrealismo in Italia?
Siamo molto orgogliosi e felici di essere a Roma perché finora non c’era mai stata una mostra su questo tema in Italia e ora il tempo è giusto per introdurre gli italiani a questo movimento artistico. Si tratta della prima retrospettiva di iperrealismo realizzata nel mondo, con opere che tracciano il percorso artistico e tecnico dei metodi utilizzati. Nelle opere d’arte selezionate ci sono tanti paralleli con la storia dell’arte italiana, il modo di lavorare per realizzare un’opera d’arte iperrealista è molto simile alla pittura con olio. Ci sono livelli diversi con silicone translucente con cui si può creare una sensazione di profondità eccellente. In questa mostra ci sono tanti omaggi alla storia dell’arte italiana e sono esposti tanti artisti italiani che sono esponenti importanti del movimento artistico iperrealista come Maurizio Cattelan, Valter Adam Casotto e tanti altri.
La mostra parte dall’idea di un Istituto tedesco per lo scambio culturale e approda a Roma
Si, dove abbiamo lavorato molto bene con Arthemisia per adattare la mostra all’Italia e a Roma, in questa sede meravigliosa e ricca di storia di Palazzo Bonaparte, una scenografia incredibile che amplifica la bellezza della mostra. In ogni edificio i lavori d’arte reagiscono con il luogo che li ospita e qui tutto funziona molto bene. La collaborazione con Nicolas Ballario è stata molto importante per tutto il processo curatoriale, soprattutto per l’inserimento della sezione dedicata agli animali iperrealistici, la voce italiana di un progetto che parla italiano.
A chi parla la mostra che approfondisce la conoscenza di un movimento artistico importante?
Parla a tutti e parla di tutto, delle relazioni umane, delle emozioni del genere umano e dei nostri stati mentali. È una mostra democratica e toccante che ha un valore speciale.
Walter Adam Casotto
Stringiamoci a coorte, un’opera che racconta molte cose
È un’opera che ho realizzato al mio rientro in Italia dopo un lungo periodo trascorso in Inghilterra. È in questa occasione che ho avuto la possibilità di trascorrere molto tempo con mia nonna, proprio quando il suo tempo stava per finire. La scultura ritrae la mano di mia nonna che sporge dal muro e rappresenta la mia personale idea di famiglia che estendo più in generale all’Italia, raffigurata come una vecchia signora appesantita da problematiche note e perfino impossibilitata ad andare in guerra come racconta il titolo.
Perché questo titolo?
Il titolo trae da una strofa dell’Inno nazionale che recita Stringiamoci a coorte siam pronti alla morte eci conduce a una riflessione sulla condizione dell’Italia che appare stanca e delusa.
La nonna dialoga con l’Italia?
In un certo senso sì, perché ciascuno di noi dialoga con la famiglia intesa in senso stretto e con la comunità intesa come Nazione, come Italia.
Sua nonna ha visto l’opera?
No, non l’ha vista perché è stata realizzata dopo la sua dipartita.
La scultura della mano di sua nonna è circondata da un rosario e da altri simboli religiosi. Cosa raccontano?
Sono simboli che vogliono raccontare ed esprimere una vicinanza con il visitatore in quanto mia nonna, come tante altre nonne italiane, era solita portare sempre con sé il rosario e recitare molte preghiere e il rosario evoca lei e molte altre nonne italiane, donne lavoratrici che hanno storie di artigianato, tradizione e religione. Il rosario rappresenta anche la nostra condizione di vicinanza con il Vaticano.
Quanto è importante esporre nella prima mostra in Italia sull’iperrealismo?
È una bellissima cosa, sono molto contento che questa mostra venga in Italia perché è l’occasione giusta per avvicinare il pubblico e per far capire cosa c’è oggi nel panorama dell’arte contemporanea anche se l’iperrealismo è un filone che nasce negli anni Settanta e funziona bene attraverso il tempo.