È il 1988 e uno scrittore per bambini, il britannico Roald Dahl, scrive Matilda, un romanzo destinato ad affascinare lettori di età diverse e ad ammaliare gli spettatori nella trasposizione cinematografica del 1996 con Danny De Vito. Matilda diventa un musical e arriva per la prima volta in Italia, al Teatro Sistina di Roma, nell’adattamento italiano firmato da Massimo Romeo Piparo. Matilda è un personaggio eccezionale, una bambina geniale e creativa, arguta e divertente, che ama i libri e le storie di Charles Dickens ma vive circondata da ignoranza e inettitudine. Se Pablo Neruda ci fa capire che Nascere non basta. È per rinascere che siamo fatti. Ogni giorno, Matilda, coraggiosa e già adulta nella sua infanzia, si impegna in una quotidiana rinascita, dice e ribadisce continuamente al padre maschilista io sono una bambina, lotta per far valere i suoi talenti e si affranca dalla mancanza di stimoli valoriali della famiglia avuta in sorte. Un padre cinico e anaffettivo, una madre svalvolata, un fratello accondiscendente e tontolone. Matilda troverà una sponda nella sua maestra Dolcemiele, unica luce in una scuola piena di regole e tenebre, in cui la terribile preside soffoca ogni diritto di esistenza e conoscenza. Il cast di Matilda il Musical ha una prodigiosa Matilda, Giulia Chiovelli, allieva dell’Accademia Sistina, un superbo ruolo en travesti di Luca Ward che interpreta la preside la signorina Trinciabue, The Pozzolis Family Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli come goffi genitori, Giulia Fabbri nel ruolo della salvifica maestra. L’ Orchestra dal vivo, diretta da Federico Zylka con la direzione musicale di Emanuele Friello, c’è e fa la differenza, sotto un palco che ha una scenografia fantastica, lettere dell’alfabeto, libri, librerie, il mondo bellissimo da cui tutti, soprattutto i bambini, dovremmo sempre essere circondati. Quello che accade al Sistina, il teatro dei romani, accade in Italia dove Matilda arriverà da febbraio con il Sistina Chapiteau. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Luca Ward, Giulia Fabbri e Massimo Romeo Piparo.
Luca Ward
Matilda arriva al Sistina con la signorina Trinciabue interpretata da un attore. Come affronta il suo ruolo en travesti?
Per quanto atletica, possente e potente sia una lanciatrice del martello che ha vinto decine di medaglie olimpiche, la signorina Trinciabue è pur sempre una donna. Non è stato facile entrare nel ruolo, proprio a livello logistico e motorio. Ho capito il duplice motivo per cui le donne inciampano: non solo per via dei tacchi, ma anche per il fatto che avendo il seno, non vedono dove mettono i piedi. All’inizio mentre preparavo il personaggio, mi muovevo in modo troppo maschile, poi ci ho lavorato. Per un attore che interpreta un ruolo femminile, sarebbe facile cadere in alcuni aspetti caricaturali, come mettere in maschera la voce, ma ho cercato e trovato una strada diversa. Nonostante la presenza sia volutamente non entusiasmante, il mio personaggio avrà una voce incredibilmente sexy. O almeno ci provo…
Il momento più complicato nella preparazione del personaggio femminile?
La vera difficoltà è stato proprio l’approccio generale, calarsi nel ruolo di una donna. Ognuno di noi si rapporta tutti i giorni con le donne e a vario titolo, può essere una mamma, una zia, una sorella, una figlia ma non ci rendiamo conto di quanto sia difficile e complesso il panorama femminile. Quando a noi attori capita di calarsi nel ruolo di una donna, ci accorgiamo di una serie di difficoltà, anche relative alla fisicità che cambia. In Matilda lavoro con un’impalcatura impegnativa per sostenere il peso e l’ingombro non indifferente di un’ ottava di seno. Non è semplice, bisogna farlo in punta di piedi, stando attenti a non esagerare ma nemmeno a fare troppo poco.
Lei è attore e doppiatore. Come può resistere l’arte del doppiaggio dopo l’avvento dell’intelligenza artificiale?
Gli attori americani hanno dato la loro risposta: vogliono che ci siano comunque degli attori, nei paesi in cui si doppia, a doppiare. L’intelligenza artificiale usiamola, ma per fare altre cose, non per questo. Il doppiaggio è un’arte e va difeso.
Giulia Fabbri, attrice e cantante italiana
Dopo il successo di Mary Poppins, torna al Sistina nel ruolo della maestra in Matilda
Sono molto felice di tornare qui a Roma, al Teatro Sistina, con un nuovo spettacolo. E che spettacolo! Il testo è meraviglioso, tratta temi importanti e sempre attuali. Il gruppo è veramente eccezionale, i ragazzi dell’ensemble sono fantastici: alcuni di loro sono al primo lavoro, ma sono davvero grandi e instancabili professionisti. Portiamo in scena uno spettacolo molto bella e molto forte e ne siamo orgogliosi.
La visione di Matilda è importante in questo periodo storico?
Assolutamente, innanzitutto perché è uno spettacolo che tratta temi scottanti, parla dei rapporti tra genitori e figli, tra studenti e scuola e fa riflettere su quanto sia fondamentale trovarsi davanti un insegnante che ha una vera vocazione per quello che fa in quanto la figura che deve istruirti, può influenzarti, nel bene o nel male. Matilda parla di bullismo, amicizia, rivincita: è uno spettacolo che affronta tanti temi, attuali, importanti, contemporanei.
È un musical che mentre diverte, dà spazio e voce al mondo giovanile?
Dal mio punto di vista è bellissimo vedere in scena un gruppo di bambini bravissimi, splendidi ma soprattutto tanto appassionati di quello che fanno. Trovo che non sia per niente scontato, perché è un po’ difficile vedere oggi l’amore vero e profondo nei confronti di qualcosa che è arte e bellezza, non orientata verso un fine materiale ma verso un fine empirico.
La musica di tendenza oggi viaggia verso una prospettiva più ritmica che melodica. Come riesce il musical a riproporre la tradizione melodica?
Innanzitutto è bellissimo venire a vedere spettacoli come questo perché vi si trova la musica dal vivo, c’è un’orchestra e la differenza si sente. La musica dal vivo ha tutte le sue imperfezioni ma anche tutta la sua emozione tangibile. Trovo che la forza del teatro musicale sia utilizzare la musica come linguaggio per portare avanti la storia. E Matilda è uno spettacolo fortissimo in questo, la musica è parte integrante della narrazione, è proprio un elemento fondamentale. Quindi non è la canzone fine a se stessa: nessuno dei numeri di questo spettacolo è fine a se stesso, ma è proprio parte della storia e assume tutto un altro aspetto. La canzone è parte del racconto.
Massimo Romeo Piparo
Matilda al Teatro Sistina, un evento da non perdere
La storia di Matilda è molto appassionante e da genitore e da operatore dello spettacolo, trovo diversi motivi per poterlo presentare. È una storia che ha due eroine vere: una maestra e una bambina. Oggi famiglia e scuola sono le due istituzioni della nostra società che iniziano a vacillare e a venir meno al proprio compito. Matilda ci fa riflettere proprio sul ruolo della famiglia e della scuola e su come questo rapporto sia importante. Credo che lo spettacolo, dedicato ai bambini ma per tutta la famiglia, sia da guardare con questo approccio.
Come è nata l’idea di portarlo in Italia?
Negli anni passati facevo fatica a vedere questo musical, lo ritenevo qualcosa per bambini. Un giorno ero a Londra, dove viene riproposto continuamente e decisi di andarlo a vedere. Ne rimasi davvero folgorato. Ogni anno in cui tornavo a Londra per altri motivi, trovavo sempre il tempo per andare a vedere Matilda. Ho deciso di portarlo in Italia e in questa messa in scena c’è ancora una volta l’impegno a far sì che il mondo del teatro, della cultura e dell’intrattenimento investa sui giovani. I ragazzi del cast hanno fatto un sacrificio enorme, sono stati ore e ore a cantare, ballare e recitare. Io chiedevo sempre: siete stanchi? La risposta era sempre la stessa: No, continuiamo. Abbiamo trasformato la fatica in gioia e l’ entusiasmo di questi bambini è il nostro orgoglio.