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Roma apre il bunker di Mussolini

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Pamphilj, Colonna, Torlonia, Mussolini, nomi incisi nella memoria di Roma, incontri che fanno la storia e luoghi che la raccontano. L’area di Villa Torlonia, tredici ettari di parco sulla Via Nomentana, appartenne alla famiglia Pamphilj fino alla metà del XVIII secolo che la utilizzò come tenuta agricola, passò alla famiglia Colonna che la acquistò nel 1760 e solo nel 1806, quando divenne proprietà della famiglia Torlonia che le diede il nome, ebbe inizio la costruzione di un complesso di edifici, in relazione tra loro, progettati dell’architetto Valadier e da altri nomi illustri dell’architettura italiana. Il volto della tenuta cambia nei primi anni del Novecento quando il Principe Giovanni Torlonia junior, figlio di Giulio Borghese ed erede, per ramo materno, di un immenso patrimonio appartenuto al principe del Fucino Giovanni Torlonia, apporta significative trasformazioni al complesso di edifici che insistono nel grande parco. Il principe trasforma il Capanno Svizzero nella pittoresca Casina delle Civette, dove trascorre gli ultimi anni di vita e nel 1925 affitta il Casino Nobile, la residenza più importante, a Benito Mussolini che era già Presidente del Consiglio da circa due anni, per la cifra simbolica di una lira l’anno. Il Duce comincia ad abitare stabilmente a Villa Torlonia, che elegge a residenza di famiglia dal 1929 al 1943. Con Mussolini, Villa Torlonia entra nella storia tragica di Roma e dell’Italia ma prima ancora, entra nelle case degli italiani. Il Casino Nobile, utilizzato in alcune occasioni anche come sede di rappresentanza, con le grandi sale fastosamente decorate, il Salone da ballo, la sala per le proiezioni cinematografiche, la sala musica con il pianoforte del figlio Romano, l’arredamento, le consuetudini che il Duce condivideva con la famiglia, il parco con il giardino all’inglese dove ogni mattina curava la sua preparazione atletica, l’automobile Lancia che entrava e  usciva dal grande cancello sulla Via Nomentana, erano quotidianamente consegnati alla cronaca attraverso i cinegiornali, le fotografie e i video dell’Istituto Luce. Il grande parco  ospitava eventi pubblici e privati, feste e cerimonie, un campo di allenamento dove il Duce si esercitava nella scherma, un galoppatoio, ma anche gli Orti di guerra dove Rachele  Mussolini faceva piantare ortaggi di prima necessità e allevare galline, polli e conigli. La vita della famiglia Mussolini era raccontata anche attraverso quel luogo e da lì  partiva il messaggio alle famiglie italiane che la guerra era vicina ed era necessario prepararsi. È ciò che accade il 10 giugno 1940, quando l’Italia entra in guerra. Mussolini pensa a proteggere se stesso e la sua famiglia,  ordina l’allestimento di un rifugio antiaereo sotto il Casino Nobile. Dal 1941 il locale lavatoio posto nel seminterrato, viene attrezzato come rifugio antiaereo, protetto da uno strato di 120 cm di cemento armato, munito di porte blindate antigas e di un sistema di ricambio dell’aria. La guerra continua, diventa cruenta, con rischi sempre più concreti. Al Duce serve un Bunker per garantire la massima protezione e con i Vigili del Fuoco si scava fino a un livello di 6.50 metri nel suolo, si intercettano resti archeologici di antiche catacombe, si realizza una struttura cilindrica lunga 15 metri, con un diametro di 2,5 metri in grado di resistere alla forza di compressione potenzialmente esercitata dalle bombe, si rafforza la copertura di cemento armato fino a 4 metri, si utilizzano materiali all’avanguardia e porte a tenuta stagna. Il Bunker non sarà mai utilizzato da Mussolini, deposto e arrestato il 25 luglio 1943, prima che il bunker fosse ultimato ma le sue ampie sale servirono a proteggere le maestranze di Villa Torlonia e gli abitanti del quartiere dai numerosi bombardamenti aerei che sconvolsero Roma. Al primo bombardamento alleato del 19 luglio 1943 che distrusse il quartiere San Lorenzo, ne seguirono altri 50. Roma occupata e bombardata la conosciamo attraverso i libri di storia, i ricordi di chi c’era, il cinema, i romanzi ma oggi si aggiunge un elemento di conoscenza in più, la possibilità di entrare dentro la storia di Roma occupata, visitando un luogo di forte impatto emotivo, di grande suggestione ma anche di aiuto alla comprensione di una pagina che appartiene a tutti. La storia del Bunker di Mussolini restituisce una sorta di eterogenesi dei fini,  concepito per proteggere il dittatore, finì per dare speranza a chi non era stato considerato degno di avere analoga protezione. Ciò che era cronaca è ora storia e Villa Torlonia, dopo aver faticato per decenni a liberarsi, nell’immaginario collettivo, dall’abbraccio mortale che la identificava come lo scenario del periodo più buio della storia moderna italiana, è oggi una splendida sede museale che accoglie cittadini e turisti. Roma Capitale, dopo la Serra Moresca, il Casino Nobile, il Casino dei Principi e la Casina delle Civette, rende visitabile anche il rifugio antiaereo e il bunker fatto costruire da Mussolini.  Vi si accede scendendo una scala ripida  e la sontuosità delle sale del Casino Nobile lascia il posto alla brutalità di luoghi adattati per proteggersi dai bombardamenti aerei, l’ombra prende il posto della luce, l’umidità della terra è l’odore dominante, la freddezza delle mura spoglie restituisce la drammaticità di Roma bombardata. Nelle sale del rifugio antiaereo e nel bunker è stato realizzato un allestimento immersivo e multimediale che proietta immagini evocative della vita nei rifugi durante i bombardamenti, documentari storici dell’Archivio Luce e fotografie inedite della Sovrintendenza Capitolina. Sulle pareti sono proiettati personaggi che entrano in una scena condivisa e partecipata con il visitatore, completamente avvolto dal rumore assordante degli aerei durante le incursioni. Nella sala del bunker, l’allestimento è stato realizzato aggiungendo una installazione sonora che fa rivivere i rumori del bombardamento e fa vibrare il pavimento per accrescere la consapevolezza anche fisica della vita nel bunker mentre su Roma cadevano le bombe. Cosa significa entrare dentro la storia? Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero lo ha chiesto a Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e studioso di storia.

Sindaco, visitare i luoghi della storia per accrescere consapevolezza?

È importante avere consapevolezza della nostra storia e dei luoghi dove la storia è avvenuta e ha lasciato le sue tracce. La riapertura del rifugio e del bunker di Mussolini aggiunge un altro tassello al recupero dei luoghi che sono nella memoria della nostra città e restituiscono concretezza. La storia va letta e studiata nelle pagine dei libri ma è necessario anche visitare i luoghi che la raccontano.

L’allestimento del rifugio antiaereo e del bunker di Mussolini cosa restituisce?

È un allestimento che consente di percepire cosa significava per i cittadini romani, doversi rifugiare sottoterra durante i bombardamenti ma anche cosa rappresenta bombardare. Ci sono filmati realizzati dagli aerei mentre lanciano le bombe, in cui si vede la prospettiva di chi bombarda e di chi è invece bombardato. L’allestimento punta non solo a rendere conoscibile e visitabile questo luogo ma anche a utilizzarlo come spunto di riflessione sulla tragedia della guerra.

La storia raccontata con la tecnologia?

Nude pareti e strumenti multimediali, storia e tecnologia per ricostruire e percepire l’impatto dei bombardamenti sulle persone. A Roma ci sono stati bombardamenti, l’orrore della guerra che Mussolini ha scatenato e da cui poi ha cercato di proteggersi con un bunker. Conoscere questo luogo è un altro tassello di un percorso che renda sempre più consapevoli dello spessore storico di luoghi della nostra città che attraversiamo tutti i giorni. Roma è una città unica al mondo per stratificazione storica di tutte le epoche.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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