VIECCE! Voce del verbo venire declinato in romanesco, invito garbato e colorato a conoscere i quartieri di Roma, il modo di abitarli, il senso di appartenenza che sa di identità e romanità. L’invito, per essere più convincente, è accompagnato dal racconto della vita nei quartieri, realizzato in podcast da Edoardo Ferrario, Francesco De Carlo, Marta Filippi e Stefano Rapone, tra i più amati stand up comedian italiani, accompagnati in questo percorso di allegra narrazione da Giorgio Maria Daviddi. VIECCE! è il podcast di Roma Capitale che affida a uno strumento di comunicazione immediato ed efficace, il racconto di una città per molti e per molti aspetti, ancora da scoprire. La serie podcast è stata presentata in occasione della terza edizione della Settimana del Podcast, l’evento annuale di Casa del Podcast che promuove l’utilizzo intelligente e consapevole della comunicazione on demand. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Giorgio Maria Daviddi, autore e host del progetto di racconto e Pierluca Tagariello, responsabile della Comunicazione Istituzionale di Roma Capitale.
Giorgio Maria Daviddi
VIECCE! Il viaggio semiserio nei quartieri di Roma è più serio o più comico?
È un viaggio all’interno di quel piccolo paese che è il quartiere in una grande città e che rappresenta i confini di cui ciascuno è consapevole fin da bambino. Vivere in un quartiere è come vivere in un paese, da piccoli ci si conosce tutti e anche quando si cresce, continui a conoscere il tuo quartiere per averlo percorso centimetro per centimetro.
Il racconto dei quartieri di Roma passa anche attraverso freddure, soprannomi e parolacce?
A Roma chiunque ha un soprannome, se hai una particolare caratteristica o un piccolo difetto, il tuo nome sparisce e viene subito sostituito da un soprannome che ti identifica perchèil romano tende a chiamarti come ti vede, ma senza cattiveria. Anche i posti non hanno solamente i nomi delle vie ma sono riconosciuti per le piccole attività che li caratterizzano, per cui dai appuntamento non a via tal dei tali, numero tot, ma direttamente da Franco er carrozziere o ar bar da Marco.
Ogni quartiere ha un suo fenotipo che ne rappresenta e ne incarna lo spirito?
Si e me lo sono fatto descrivere dai miei ospiti, cinque talenti comici romani, ciascuno dei quali ha raccontato il suo quartiere di appartenenza o di adozione. In VIECCE! parliamo di Monte Sacro con Edoardo Ferrario, Portuense con Francesco De Carlo, Garbatella con Marta Filippi, Tuscolano con Stefano Rapone, San Giovanni con Valerio Lundini. A ciascuno di loro ho chiesto se ci sono alcune caratteristiche particolari che rendono riconoscibile un abitante del proprio quartiere.
E ci sono?
Si, perché se sei un romano pensi a una sola distinzione, tra Roma Sud e Roma Nord per averla sentita in tante rappresentazioni, ma in realtà all’interno di Roma Nord e Roma Sud, ci sono altre suddivisioni che possono individuare bene la differenza tra un quartiere e l’altro.
Esempi?
Edoardo Ferrario descrive l’abitante di Monte Sacro che si riconosce perché afferma di essere montesacrino da oltre duecento anni e con orgoglio rivendica la radice storica montesacrina, per cui parlare con lui è tutto un mio padre, il padre di mio padre, suo nonno erano nati qua. Se vai ai Parioli, riconosci la necessità di avere un abbigliamento adeguato, camicia bianca e collettone alto inamidato, che rende i suoi abitanti tutti molto simili.
L’occhio dei talenti della comicità su Roma per raccontarla con una comicità autentica, quasi involontaria?
I comedian protagonisti del racconto, si sono trovati tutti concordi sulla constatazione che Roma è piena di comici, talenti inconsapevoli a cui ciascuno di loro deve molto per quello che riescono a raccontare nei loro pezzi comici. Il minino comune denominatore di ciascun comedian è vivere la città, prendere i mezzi pubblici, ascoltare con le orecchie appizzate per captare cosa succede, perché il romano si sente quasi in dovere di fare la battuta, soprattutto all’estraneo e a chi non conosce. La propensione e il gusto di strappare un sorriso è una sua caratteristica.
Cosa c’è nel dna dei romani?
Il romano vive una sorta di tragicomica realtà, ha bisogno di fare battute per superare gli ostacoli della città, se il problema è il traffico, farà una battuta sul traffico, se non trova parcheggio, farà una battuta sul parcheggio. La battuta fulminante è un modo per esorcizzare problemi e ostacoli reali, anche se spesso c’è un retrogusto amaro.
Roma è comica?
Roma è piena di comici, la città è bellissima ma il romano per sopravvivere a Roma, ha bisogno di ridere. Il comico che si esibisce in un teatro a Roma, sa che deve essere pronto a subire battute mentre fa il suo pezzo perché i romani non stano zitti e ascoltano, ma partecipano e ciascuno è comico a modo suo.
Il romano lo sa che sa far ridere?
Si, ne è consapevole. Non è un caso se il romano in vacanza lo riconosci subito, al ristorante individui subito il tavolo dei romani, in spiaggia lo capisci perchè il romano doc porta sempre un pallone e comincia a giocare, gridando tutti gli slogan possibili legati alle squadre di calcio.
Roma raccontata dai comedian com’è?
È Roma che ispira, suggerisce e porta gli elementi agli stand up comedian che li rendono universali, raccontando cose che succedono a Roma e che riguardano tutti, anche chi romano non è. I nostri comedian sono andati a ruota libera con racconti personali legati a vie, atmosfere, luoghi del cuore dei quartieri che hanno scelto di raccontare.
Il suo luogo del cuore?
Ponte Marconi, sulla riva del Tevere, un’area oggi recuperata a parco giochi, dove da bambino giocavo a pallone con altri bambini con cui nemmeno ci chiamavamo per nome, ma ci ritrovavamo a giocare ogni giorno su uno sterrato, con due porte da calcio, a correre dietro un pallone che se cadeva nel fiume, andavamo a recuperare senza considerare il pericolo. Siamo sopravvissuti a un luogo e a un tempo per noi bellissimi.
VIECCE! Dove?
Intanto cominciamo a entrare nel Raccordo Anulare, l’anello stradale che circonda Roma come una corona, con le sue meraviglie da vedere e le tante battute da ascoltare. Per conoscere Roma, bisogna stare con gli occhi spalancati e con le orecchie appizzate, perché solo così è possibile cogliere perle incredibili.
La serie podcast a chi si deve?
È un progetto promosso da Roma Capitale che ha affidato il racconto dei quartieri di Roma a giovani fantastici che fanno stand up comedian, per far venir voglia di scoprire o riscoprire la città attraverso le cose normali, la vita quotidiana. Ogni quartiere ha voglia di essere visto, visitato, vissuto, Roma è grande e bisogna raccontarla tutta per farla amare tutta. Ascoltare il podcast è un modo divertente e intelligente per passeggiare idealmente in strade, vicoli, angoli di Roma che forse non si conoscono ancora ma che ora ci dicono…VIECCE! Viecce a vedè come semo fatti.
Pierluca Tagariello
Una serie podcast destinata a una fruizione ampia perché Roma piace a tutti?
Roma Capitale ha un ufficio che si occupa solo di podcast, c’è attenzione istituzionale a questo strumento contemporaneo, ne sviluppiamo tanti che hanno una natura prevalentemente di servizio. VIECCE! è stato il primo esperimento di divulgazione orizzontale, destinato a una platea ampia, con contenuti realizzati in modo creativo. VIECCE! è un bel racconto dei quartieri di Roma, la prima tranche di una narrazione che spero proseguirà. Cinque quartieri di Roma raccontati da comedian conosciuti che sono del quartiere e lo raccontano con grande spontaneità e cuore.
Roma è comica?
Quello che è venuto fuori e che in realtà sperimentiamo tutti i giorni è che Roma è fatta, è abitata da comedian. A Roma è difficile fare il comedian perché la comicità appartiene a tutti, è nel dna dei romani e soprattutto tutti vogliono far ridere. C’è un gusto per la battuta a cui non si sottrae nessuno e una vocazione naturale a far ridere, soprattutto chi non si conosce.
La narrazione di Roma passa anche attraverso il cazzeggio?
Assolutamente sì e da responsabile della comunicazione istituzionale di Roma Capitale, sono felice ci sia la volontà di promuovere racconti su Roma con chiavi improntate a una certa leggerezza.
L’utilizzo del podcast per la narrazione dei quartieri di Roma riflette uno sguardo nuovo e contemporaneo di un’Amministrazione Capitolina che si apre a nuove forme di comunicazione per avvicinare la città a una platea eterogenea?
Stiamo sperimentando tutti gli strumenti di comunicazioni, con una grande apertura alle community creative e questo porta a ricevere continue proposte per avviare nuovi percorsi, con strumenti noti ma da utilizzare in maniera nuova. C’è una volontà dell’Amministrazione Capitolina e del Sindaco Roberto Gualtieri a innovare la comunicazione, utilizzando strumenti nuovi. Roma cambia volto attraverso i 6mila cantieri aperti per migliorarla e cambia anche modo di comunicare e di raccontarsi.