Il Parco Archeologico di Pompei custodisce una storia millenaria, preservata dalle ceneri vulcaniche che soffocarono la città il 24 ottobre del 79 d.C, sigillando sotto uno strato materico di portata eccezionale, la vita quotidiana della città pompeiana. Nel 1748 Pompei viene dissepolta, scavata, studiata, comincia a parlare e a restituire a una umanità inconsapevole, tracce di un passato che riemerge con dirompente realismo. L’archeologia nasce e si struttura come scienza, in conseguenza degli scavi di Pompei che richiedono la formazione di nuove e più specifiche competenzeper dare luce e voce all’antico. L’analisi di corpi, oggetti, reperti carbonizzati di cibo, case con arredi, svelano abitudini e riti della vita quotidiana cristallizzata in un giorno preciso di circa duemila anni fa. La narrazione di Pompei è inesausta, le scoperte strabilianti, gli scavi costantemente in corso, continuano a interrogare la storia e Pompei risponde.
“Pompei. Le nuove scoperte” è lo Speciale “Meraviglie” con Alberto Angela, in onda su Rai 1 lunedì 27 maggio e su Rai Play, una straordinaria occasione per passeggiare, in modalità quasi immersiva, nel sito delle meraviglie. Lo speciale, prodotto da Rai Cultura e realizzato in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e il Ministero della Cultura, è una visita condivisa in modo autentico con lo spettatore che non “vede” Pompei ma “va”, seppur virtualmente, a Pompei insieme ad Alberto Angela che utilizza un unico piano sequenza per le riprese. Una sola telecamera si accende all’inizio della visita e si spegne dopo tre chilometri di un percorso affascinante che dura due ore e 10. Tra l’on e l’off c’è solo l’emozione della scoperta.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Silvia Calandrelli direttrice di Rai Cultura, Alberto Angela divulgatore scientifico e Gabriel Zuchtriegel direttore del Parco Archeologico di Pompei.
Silvia Calandrelli
La sinergia tra diverse istituzioni culturali, Rai Cultura, MIC e Parco Archeologico di Pompei, per realizzare lo speciale televisivo con Alberto Angela, rafforza la narrazione di un luogo, Pompei, che appartiene all’umanità ma racconta l’Italia all’estero?
Assolutamente sì, perché senza questa collaborazione che è quasi una coproduzione tra Rai Cultura, Parco Archeologico di Pompei e Ministero della Cultura, non avremmo potuto realizzare un prodotto tanto straordinario, particolare e unico.
A cosa si deve l’unicità?
Alla difficoltà di realizzare un racconto televisivo dove i telespettatori potranno accompagnare, in una realtà quasi immersiva, Alberto Angela in questo viaggio a Pompei. Se non avessimo avuto tutte le istituzioni coinvolte e unite per realizzare questo obiettivo, non avremmo potuto realizzare un prodotto di incredibile qualità che porge nel modo giusto, il prodotto Italia nel mondo.
La vera meraviglia è anche il crescente interesse per il racconto dell’archeologia in televisione?
La meraviglia è proprio questa e Alberto Angela ha dato un contributo determinante a che questo si realizzasse. L’archeologia era materia per esperti, considerata materia ostica, oggi è diventata estremamente popolare, grazie all’incredibile lavoro di divulgazione scientifica di Alberto Angela.
Popolare perché?
Perché ci apre a diversi piani di lettura, quello della meraviglia che ci porta ad ammirare la bellezza degli affreschi pompeiani, ma ci porta anche a conoscere il mondo che vive attorno a Pompei. Quando entriamo nel Parco Archeologico, non ammiriamo soltanto i colori degli affreschi e la straordinarietà delle raffigurazioni, ma capiamo come funzionava quel mondo e la realtà della vita quotidiana per come si svolgeva circa duemila anni fa.
L’archeologia entra in una nuova dimensione legata al racconto?
L’archeologia è al servizio di un racconto storico importante di cui altrimenti non avremmo testimonianza e grazie alla televisione, diventa una modalità molto popolare di racconto della storia. La vita quotidiana, l’incontro tra gli amanti che si rifugiano per proteggersi dall’invasione dei lapilli, sono emozioni che arrivano a tutti. Il contributo di Alberto Angela è stato incredibile, ha girato con un unico piano sequenza, una nuova tecnica realizzativa che utilizza una sola telecamera sempre accesa per tutta la durata della registrazione. Ha superato una sfida professionale ma anche fisica, realizzando un prodotto straordinario.
Nella biografia della Rai che festeggia 70 anni, la cultura che ruolo ha occupato prima di avere una Divisione dedicata?
La cultura ha un ruolo fondativo, non potrebbe esserci servizio pubblico senza i valori rappresentati dalla cultura. La storia, il passato, il presente e il futuro della RAI, passano attraverso la cultura e i suoi valori fondativi. Fare servizio pubblico significa fare e porgere ai telespettatori qualcosa che nessun altro, come in questo caso, può produrre. Le modalità di racconto delle televisioni commerciali e delle piattaforme sono tante, ma quello che può fare il servizio pubblico rappresenta ancora oggi un unicum straordinario.
Qual è il racconto che arriva al telespettatore con lo speciale “Meraviglie” su Pompei e le nuove scoperte?
Meraviglie porge al telespettatore un racconto scientificamente consolidato e scientificamente validato, che offre una garanzia di qualità e autorevolezza.
Ricordiamo che la RAI è stata la prima e più grande industria culturale italiana?
Non bisogna dimenticarlo mai ed è per questo che si deve aver cura del servizio pubblico.
Alberto Angela
Pompei. Le nuove scoperte. È la storia antica che continua a raccontare?
Pompei continua a raccontare se stessa e gli italiani dell’epoca, parliamo di Romani e Pompeiani. Attraverso una grande tragedia durata molte ore, cominciata alle 13 del pomeriggio e conclusasi alle 6 del mattino successivo, oggi si riesce a capire tanto della vita quotidiana, tanto dell’arte, della bellezza e del senso della bellezza dell’epoca. Pompei è in continuo scavo (ndr. attualmente ci sono 28 cantieri, di cui 10 di scavo) e noi siamo stati presenti tra gli scavi per realizzare il racconto televisivo con cui faremo vedere le meraviglie, quelle già emerse e quelle che stanno ancora emergendo in questi giorni dai lapilli. Sono cose davvero straordinarie.
È la meraviglia dell’archeologia che attraversa le epoche, racconta il mondo di ieri, aiuta a comprendere il presente e costruisce il futuro?
Si, certamente. Sono convinto che il passato aiuta a capire il presente, per indirizzare il futuro. Lunedì 27 maggio, su Rai 1 in prima serata, sarà trasmesso uno speciale di “Meraviglie” che farà vedere Pompei e porterà i telespettatori con me dentro il Parco Archeologico di Pompei, grazie all’utilizzo di una tecnica di ripresa molto particolare, un unico piano sequenza.
Sarà come fare una passeggiata archeologica tra le meraviglie del Parco con Alberto Angela?
Percorreremo insieme, quasi tenendoci per mano, molti chilometri nel Parco Archeologico di Pompei, per scoprire tanti siti e conoscere le nuove scoperte, insieme ai ricercatori, agli archeologi, ai restauratori, agli studiosi e ai tecnici che sono al lavoro.
Gabriel Zuchtriegel
Pompei come può comunicare oggi con la società?
Pompei deve comunicare con la società, non può più essere un mondo a compartimenti stagni dove c’è chi fa solo ricerca e delega qualcuno per raccontare ogni tanto qualcosa. Pompei deve essere trasparente, deve far partecipare la società che ci sostiene, con i biglietti, con le tasse, con le donazioni e rende possibile il lavoro di tutti noi, pertanto abbiamo l’obbligo di condividere con tutti quello che facciamo. Lo scorso anno abbiamo introdotto un nuovo meccanismo per cui non solo comunichiamo, ma comunichiamo scientificamente.
Con quale modalità?
Abbiamo fondato una rivista online, l’E-Journal degli Scavi di Pompei e ogni volta che esce una nuova scoperta o arriva un nuovo risultato delle ricerche, contestualmente esce sul nostro sito un articolo scientifico che rappresenta un primo inquadramento e rende disponibile fin da subito, una documentazione scientifica. Lo speciale “Meraviglie” dedicato a Pompei andrà in onda lunedì 27 e già dal giorno successivo, martedì mattina, sarà online tutta la documentazione disponibile sulle nuove scoperte che saranno raccontate nel programma.
Dal 1748 Pompei si svela al mondo, con una storia che continua a raccontare e a stupire. È questa la meraviglia?
Pompei è la capitale dell’archeologia, non solo perché è così grande, così ben conservata e conosciuta ma anche perché ha una lunga storia di scavi. Lo scavo di Pompei nasce insieme all’archeologia, una scienza che sarebbe un’altra cosa senza Pompei ed Ercolano. Pompei ha posto tante sfide che hanno portato innovazioni e sviluppi in campo archeologico. Quando iniziarono a scavare Pompei, non esisteva ancora la figura dell’archeologo.
E chi scavava?
Ingegneri, architetti, persone che cercavano di fare al meglio questo lavoro fino a quando, man mano, prendono forma le discipline come le conosciamo oggi.
Lo speciale di Alberto Angela fa vedere la bellezza e il lavoro dentro Pompei, ciò di cui tutti fruiamo ma anche per merito di chi. Quanto è importante raccontare il mondo dentro Pompei?
È importante e bello far vedere che dietro Pompei c’è una filiera archeologica costituita da diverse professionalità, archeologi, restauratori, architetti, ingegneri, antropologi, c’è tutta un’ampia gamma di competenze che comunicano tra loro in modo continuo e costruttivo. È un aspetto che viene fuori in maniera molto bella dal racconto televisivo, siamo una squadra e siamo felici di poter lavorare tutti insieme.
A Pompei si respira l’antico profumo della storia?
Si ma si respira anche l’atmosfera che cambia a seconda dell’ora del giorno e del luogo in cui ci si trova. A Pompei ci sono siti dove si possono vedere le vittime dell’eruzione e luoghi che ci restituiscono i bagni pubblici, le terme, le case, quelle belle e quelle meno belle, le case grandi e affrescate e quelle piccole senza pitture.
Pompei cosa lascia?
Dipende dal luogo, dipende dall’ora, dipende da noi, dalla situazione e dal momento della nostra vita in cui ci troviamo e anche da come ciascuno risponde alle diverse sollecitazioni. Ogni visita è diversa dall’altra e anche la stessa persona che visita più volte Pompei, può fare esperienze completamente diverse. Visitare Pompei è un viaggio dell’anima.
A che punto siamo con le restituzioni dei reperti trafugati illecitamente?
Siamo a un buon punto, abbiamo un buon sistema di videosorveglianza, una collaborazione con i Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e con il Ministero della Cultura con cui stiamo per celebrare il successo di una costante attività di recupero. Credo di poter affermare che siamo sulla direzione giusta.