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100 anni di LUCE

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Le buone idee nascono per resistere nel tempo. Sono cento anni che la narrazione dell’Italia è affidata a LUCE, acronimo de L’Unione Cinematografica Educativa, diventato in seguito Istituto Nazionale Luce, poi Istituto Luce e oggi conosciuto come Archivio Luce, inserito dal 2013 nel Registro Memory of the World. Storia e attualità di un progetto educativo che ha attraversato una dittatura durata un ventennio, ha cominciato a narrare un Paese che da monarchia è diventato repubblica, ha affinato la sua capacità di racconto, ha imparato a custodire la storia e a costruire memoria. Oggi il Luce ha un indiscusso valore come istituzione culturale, imprescindibile nel racconto dell’Italia e degli Italiani. Sono tante le ragioni per celebrare il primo secolo dalla sua costituzione, un’occasione preziosa per far conoscere quanto e come le produzioni dell’Istituto Luce, abbiano traghettato la cronaca in storia. Come e perché viene costituito il LUCE nel 1924? L’organismo nasce con scopi educativi e didattici, per trasferire conoscenza in un Paese non ancora alfabetizzato. L’utilizzo del racconto cinematografico è la felice intuizione. Un film o un documentario proiettato su uno schermo nelle piazze di ogni paese, era un formidabile veicolo di comunicazione. I primi documentari raccontavano la vita dei ragni e quella delle farfalle, ma la potenza del mezzo, la sua straordinaria attrattività si prestò ben presto a un uso di propaganda politica utilizzato dal regime. La vita del Duce sostituì le narrazioni naturalistiche, Villa Torlonia diventò la casa di casa per gli Italiani, i cinegiornali cominciarono a fare un racconto quotidiano di imprese, gesta, progetti del regime al potere. LUCE ha contribuito a costruire riti e miti di un tempo che ha scritto pagine diverse.  Dopo la Liberazione l’Italia cambia volto ma il ruolo del LUCE viene preservato, recuperando quella buona idea che era e resta alla base della sua costituzione. In un secolo cambia tutto e nel secolo che ricordiamo 1924/2024, la rivoluzione delle modalità di racconto è stata totale. Eppure LUCE continua a raccontare un Paese in costante trasformazione, adottando nuovi linguaggi e surfando con naturalezza e agilità tra digitale, mondo virtuale, podcast e AI. Una serie di iniziative  celebrano i primi 100 anni di LUCE e  Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero le presentaincontrando Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, Lucia Borgonzoni Sottosegretario al Ministero della  Cultura, le registe Claudia Gerini e Michela Andreozzi e Davide Quayola, l’artista e performer internazionale che trasforma l’Archivio Luce in un’opera d’arte contemporanea.

Chiara Sbarigia

L’Istituto Luce racconta la biografia dell’Italia?

LUCE racconta da cento anni la biografia dell’Italia e in occasione di questo importante anniversario, noi desideriamo raccontare la commedia che è dentro l’Archivio Luce, per narrare in modo più leggero la biografia dell’Italia e degli Italiani.

Come si racconta l’Archivio Luce in commedia?

Affidando ad alcuni registi e registe del nostro cinema, la realizzazione di otto cortometraggi che comporranno un film collettivo a episodi intitolato Cento anni di Luce. Le immagini straordinarie custodite dall’Archivio Luce saranno la fonte alla quale attingeranno i registi per un racconto dell’Italia che ripercorre i filoni narrativi classici della commedia all’italiana, truffe, superstizioni, amori, tradimenti, avventure e amenità di un popolo in villeggiatura.

Chi sono gli artisti selezionati?

Michela Andreozzi, Massimiliano Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Susanna Nicchiarelli, Rocco Papaleo, Sydney Sibilia. Sono otto artisti che amano l’Archivio Luce e si sono raccolti attorno a noi per celebrarlo.

L’Archivio Luce entra anche nell’arte contemporanea?

Si, con una installazione evento realizzata dall’artista e performer internazionale Quayola per i 100 anni del Luce che mostrerà come l’Archivio può diventare anche un’opera d’arte, rivisitando i materiali d’archivio, con una serie di video incentrati sul legame tra passato e presente.

Ci sarà una rivisitazione del patrimonio culturale cinematografico custodito dal Luce?

Quindici film della tradizione Luce che hanno segnato la storia del cinema, saranno distribuiti nelle sale cinematografiche per trenta settimane e saranno oggetto di nuova vita.

L’Archivio Luce può essere generatore di nuova storia?

Certamente, l’Archivio è come una barriera corallina dove si scoprono pezzetti sempre nuovi che messi tutti insieme formano un’ossatura meravigliosa. Il nuovo corso del Luce è impegnato non solo a conservare cultura ma a costruirla e generarla.

Con nuovi linguaggi?

Si, la nostra memoria si arricchisce continuamente di cose nuove che bisogna imparare a comunicare. Il podcast “Luce e Controluce” che abbiamo realizzato con la voce narrante di Andrea Zalone, racconta in 10 episodi prodotti da Chora Media per Cinecittà, un Paese fatto di tante cose anche buffe, dai fantasmi, alle abitudini degli Italiani che sembrano far parte di un lontano passato ma spesso somigliano tanto all’oggi.

Lucia Borgonzoni

Quanta luce fa l’Archivio Luce?

Tanta! L’Archivio Luce illumina tutti perché è il racconto di tutti noi. I documenti, i video, le fotografie contenute nell’Archivio Luce sono immensi, per quantità e per qualità. Ognuno di noi, guardando ciò che è custodito al suo interno, ritrova una parte della sua vita, vissuta o sentita raccontare. E’ sempre attuale seppur nel racconto politicamente scorretto di un’Italia che è passata attraverso la guerra, l’ha superata, è cresciuta, cambiata e si è trasformata.

È memoria dell’Italia e memoria del mondo?

Nel 2013 l’Archivio Luce è stato riconosciuto dall’Unesco come memoria del mondo, un riconoscimento alle migliaia di ore di registrazioni, ai milioni di foto custodite, agli archivi che sono stati acquisiti negli anni dal Luce. Per un popolo tutelare la propria memoria significa tutelare le proprie radici.

E’ la narrazione dell’Italia, cara a ogni Italiano, in particolare agli Italiani all’estero?

Credo proprio di sì, se ne rimango affascinata io che vivo in Italia, posso solo immaginare il profumo di casa e il ricordo della propria terra che possono suscitare le immagini e i racconti custoditi dall’Archivio Luce e valorizzati con tante iniziative importanti per celebrare i suoi primi cento anni. Sarà un anno di celebrazioni, un bellissimo viaggio che catturerà ogni Italiano tra ricordi, nostalgie e orgoglio legato al Made in Italy. Chi si addentra in questo viaggio, non ha più voglia di uscirne.

Michela Andreozzi

Com’è lo sguardo sulle donne italiane raccontate attingendo dai materiali dell’Archivio Luce?

Decisamente interessante, sono stata incuriosita e attratta dalla possibilità di attingere al percorso dell’immagine della donna nella storia documentata dall’Archivio Luce, utili per raccontare anche una serie di liturgie legate all’apparire e al modo di essere donna.

Ottomila ore di filmati, oltre 5 milioni di foto digitalizzate,

che Italia al femminile raccontano?

I filmati dell’Archivio Luce sono una fonte preziosissima di informazioni che tutti dovremmo guardare per capire molte cose del nostro passato. C’è la nostra storia, c’è il sarcasmo, il cinismo, c’è la brillantezza e l’estro degli autori che realizzavano filmati per il Luce. Tutto ciò offre a me a agli altri nove registi, 5 donne e 5 uomini, la possibilità di effettuare la ricerca al femminile in commedia e di poterla raccontare attraverso cortometraggi dedicati alle donne e costruiti sul materiale dell’Archivio Luce. Mi piace ricordare che l’Archivio è aperto, consultabile online e invito tutti a visitarlo.

Claudia Gerini

Per una regista cosa significa aprire l’Archivio Luce?

È un po’ come aprire il baule della nonna in soffitta. Per me, alla mia prima esperienza di regia, ha significato scoprire la nostra storia, capire come eravamo, da dove veniamo e cosa siamo diventati. L’Archivio documenta la vita degli Italiani, parla di tutto, ogni argomento è affrontato e raccontato con il linguaggio del suo tempo, forse oggi superato ma è divertente anche per questo. Ascoltare gli speaker dei cinegiornali, come erano impostati vocalmente, gli errori che a volte facevano, incuriosisce e diverte.

Il suo cortometraggio cosa restituirà di queste scoperte?

Il menage della donna perfetta. Il cortometraggio sarà il ritratto di una moglie ideale, raccontato con leggerezza e ironia, attraverso le trasformazioni che hanno cambiato la società ma anche il modo di essere donna, moglie e mamma.

Davide Quayola

Come fa l’Archivio Luce a essere generatore di storia nuova?

Il mio lavoro nasce dallo sguardo sulla tradizione storica visiva, scultorea, pittorica o legata al cinema e all’immagine in movimento. Non utilizzo l’Archivio per raccontare qualcosa successa in passato, ma lo osservo per catturare informazioni e generare lavori contemporanei che raccontino il nostro presente e anche il futuro.

C’è un tema al centro del progetto pensato per celebrare i 100 anni del Luce?

Si, la tematica è la nostra relazione con la tecnologia che si lega al presente in tutto il mio lavoro, ma anche con la storia e con il nostro folklore. Attraverso questo progetto farò uno studio di analisi dei materiali d’archivio che saranno a loro volta trasformati.

Cosa diventeranno?

Diventeranno dipinti computazionali, nuovi dipinti che confluiranno in una sorta di installazione video. Il progetto sarà presentato in un formato immersivo di grandissima scala, con un accesso fisico più immediato ai materiali che diventano grandi oggetti di contemplazione a scale particolari.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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