Le ragioni per visitare Roma Arte in Nuvola sono innumerevoli, tante quante le opere esposte nella fiera dell’arte contemporanea che Roma accoglie a La Nuvola dal 22 al 24 novembre. Se l’obiettivo era interessare una platea più ampia dei collezionisti e degli addetti ai lavori, la fiera si rivela decisamente attrattiva e si apre a pubblici diversi. Cosa trova il visitatore? Una mostra mercato con proposte artistiche e nuove avanguardie, centoventi Gallerie italiane e internazionali, core business della manifestazione, che promuovono artisti e incoraggiano il mercato. Sono presenti istituzioni, musei, stand che con proposte e prestiti rappresentano una straordinaria occasione di crescita culturale. Il Paese e la Regione ospite soni il Portogallo e la Puglia. Le opere esposte raccontano il nostro tempo e rapiscono lo spirito, trasportando il visitatore in un mondo che è anche spazio immaginifico, disegnato a volte a colori, a volte in bianco e nero. Ammirare per pensare. È forse questa la sintesi di una fiera che è anche festa. Installazioni, mostre, isole, uno spazio dedicato alla fotografia, performance, talk per parlare di arte con tutti.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Federico Mollicone e Angelo Piero Cappello per approfondire la politica culturale e l’approccio all’arte delle istituzioni e Gabriella Consagra, vedova dello scultore Pietro Consagra a cui è dedicata una mostra in fiera.
Federico Mollicone
Presidente Commissione Cultura alla Camera
Presidente, l’arte contemporanea è in fiera e in festa?
Sono ancora una volta a Roma Arte e Nuvola per presentare una delle fiere più importanti di riferimento per l’arte contemporanea. Il merito è di Alessandro Nicosia che l’ha ideata e diretta ma il ringraziamento va a tutti i galleristi italiani e romani in particolare che hanno scelto La Nuvola per esporre e dare un riferimento all’arte contemporanea a Roma.
Le fiere quanto sono importanti?
Le fiere sono fondamentali per rilanciare l’ecosistema e per dare modo all’arte contemporanea di essere sempre più attrattiva. Il Parlamento e il Governo hanno un’attenzione particolare per l’arte contemporanea e si sono mobilitati fin dal primo anno di legislatura per far approvare in legge delega del Parlamento al Governo, nella Legge di Bilancio dello scorso anno l’IVA al 5% nelle transazioni d’arte. Il Parlamento italiano ha approvato per primo questo provvedimento e siamo certi che il viceministro Leo sta cercando di trovare le risorse per poterla sperimentare.
L’IVA al 5% cosa comporterà?
È importante per attrarre le transazioni d’arte, riattrarre il mercato d’arte in Italia e andare in competizione con le altre grandi fiere internazionali. Stiamo lavorando anche a un altro progetto, proposto dalle associazioni di categoria, per la trasformazione delle fiere come Arte in Nuvola, in porto franco temporaneo. Questo permetterebbe di attrarre transazioni dall’estero, cosa che purtroppo non è ancora consueta, rispetto ad altri mercati e ad altre fiere. L’impegno per l’arte contemporanea è massimo, è stata facilitata la semplificazione per le esportazioni perché non c’è più distinzione tra arte antica e arte contemporanea. È come se fossero stati raddoppiati gli uffici prestiti. Sosteniamo e sosterremo l’arte contemporanea che è fondamentale per dare uno sguardo internazionale dell’arte italiana nel mondo e dell’arte internazionale in Italia.
Angelo Piero Cappello
Direttore Creatività Contemporanea Ministero della Cultura
Il Ministero della Cultura come è presente a Roma Arte in Nuvola?
La presenza del Ministero della Cultura rappresenta tutto quello che il MIC fa per l’arte contemporanea. Il Ministero tradizionalmente ha raccontato di sé un’immagine legata alla conservazione e alla tutela del patrimonio dei beni culturali. Da circa un decennio l’attenzione rivolta a ciò che oggi produciamo come memoria per il futuro è diventata un impegno prioritario per il Ministero. Siamo presenti con una serie di articolazioni che vanno dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea, la Direzione Generale Archivi, il Museo della Civiltà, il Museo Andersen.
Roma che posto occupa nel racconto dell’arte contemporanea?
La città di Roma non ha avuto e non ha ancora grandi occasioni per raccontare di sé nella contemporaneità. Roma è vissuta e interpretata ancora oggi nell’immaginario collettivo, come la città dell’archeologia diffusa. È invece una città eternamente contemporanea a se stessa. L’idea che il contemporaneo possa abitare anche a Roma è un concetto che va supportato e difeso.
In che modo?
Creando occasioni e luoghi per raccontare la creatività contemporanea anche in questa grande città.
La Direzione Creatività Contemporanea è presente con un suo stand in fiera…
Si, ha un suo stand per raccontare cosa facciamo in favore e a sostegno dell’arte contemporanea che ormai non è più arte ma è creatività.
Creatività intesa come?
La creatività ha tutta una serie di articolazioni che vanno dall’arte propriamente detta, all’architettura, alla rigenerazione urbana, alla fotografia, alla moda e al design. Tutto ciò che facciamo è a sostegno e supporto della creatività contemporanea.
Gabriella Consagra
vedova dello scultore Pietro Consagra
Via Cassia 1162, lo studio di Pietro Consagra. Che storia racconta?
Consagra si è trasferito da Via Margutta nello studio sulla Cassia nel 1956. Era un grande studio con tanti ambienti perché aveva molti assistenti. C’erano le macchine per costruire le sculture che erano realizzate utilizzando materiali diversi, bronzo, acciaio, marmo. Questa storia abbiamo pensato di evocarla in fiera. L’idea era di considerare lo studio una sorta di autoritratto che si è accumulato nel tempo, un autoritratto dell’artista. In questo luogo di spiritualità, Pietro Consagra ha pensato, ha vissuto amori, ha trascorso la sua vita, elementi che da sempre connotano lo studio di un artista.
Lo studio di Pietro Consagra è ad Arte in Nuvola
Si, lo Studio dell’artista come performance della vita ci è sembrato un tema interessante. Non è una mostra nostalgica ma coinvolgente come è sempre stata la sua arte. Racconto un fatto di cronaca legato proprio allo studio di Consagra. Nel 1994 Pietro Consagra fece un appello al ministro della cultura di allora. L’appello si intitolava Allontanati dal cuore di Roma epartiva dalla constatazione che tutti gli artisti che vivevano al centro di Roma, dovevano abbandonare i loro studi, al posto dei quali si avviavano attività commerciali. Il senso dell’appello consisteva nell’invito a considerare gli studi degli artisti non meri spazi ma luoghi di spiritualità, come le chiese.
Pietro Consagra individuava un interesse pubblico a considerare spirituali gli studi degli artisti?
Consagra era un intellettuale molto responsabile e credeva che questo potesse avere un influsso positivo sulla società. Era convinto che fosse compito degli artisti concorrere al miglioramento della società, anche attraverso il rispetto dei luoghi di arte e spiritualità che loro abitavano.
Esiste ancora lo Studio Consagra in via Cassia 1162?
No, è stato abbattuto ma è qui riprodotto in mostra come evocazione dello studio in cui ha vissuto per cinquant’anni. Il visitatore entrerà nello studio di Consagra e rivivrà il cammino dell’artista.