“Ballando con le stelle” è una scommessa vinta. Il pubblico italiano dimostra grande amore nei confronti della trasmissione che è diventata, negli anni, una vera e propria istituzione: un programma che diffonde la cultura del ballo in prima serata su Rai 1, di sabato sera. Il Sanremo della danza. “Osservatorio Roma” incontra Simone Di Pasquale, ballerino che ha visto nascere “Ballando” fin dalla prima edizione e che dal 2022 commenta a bordo pista le esibizioni dei concorrenti. Il maestro di danza Simone Di Pasquale è il general manager dell’evento “Notte delle Stelle 2025 – Rome Edition”, in programma al ‘TH Roma – Carpegna Palace Hotel’ dal 17 al 19 gennaio 2025.
Simone Di Pasquale
Nel 2024 “Ballando” è alla sua diciannovesima edizione. Com’è cambiato il programma negli anni?
C’è stata una trasformazione profonda. Nei primi anni si partì con l’intento di mandare in onda una vera e propria gara di ballo. Le performances erano molto “asciutte”: il concorrente, accompagnato dall’insegnante, scendeva le scale verso la pista e andava direttamente in scena, eseguendo una coreografia rigorosamente “da competizione”, come avviene in tutti i concorsi di ballo. Dopodiché, i giurati assegnavano i loro voti: era un programma molto basilare, nella sua fase iniziale. Negli anni è stato introdotto un ingrediente rilevante: la clip introduttiva, che è diventata una parte dello spettacolo.
Con il passare degli anni, sono state realizzate scenografie sempre più importanti…
Rispetto alle prime edizioni, è stata attribuita via via maggiore rilevanza anche al contorno di ogni esibizione. Le scenografie e gli effetti grafici sono realizzati ad hoc per ciascuna performance. Questo aspetto dà al programma anche una dimensione teatrale: sembra davvero di essere in un teatro.
Come sono cambiate le coreografie?
Con il passare del tempo le coreografie sono diventate più “acrobatiche”, ovvero meno fedeli rispetto a quello che è il ballo da competizione. Ma questo ci sta, assolutamente. In generale, tutto il programma si è arricchito: non si parla solo della coreografia, ma di una vera e propria “messa in scena”, come accade nel musical teatrale. Giocano un ruolo fondamentale i costumi, le scenografie, le grafiche e le luci.
Negli anni c’è stata anche un’evoluzione musicale…
Oggi tutti gli arrangiamenti della band sono ispirati a brani pop. Ciascuna canzone viene tradotta in strutture ritmiche che possono essere ballate. Ogni tipo di ballo ha le sue specifiche ritmiche e metriche. Ecco, dunque, che un brano può essere tradotto in samba o charleston, a seconda delle sue caratteristiche e delle chiavi di lettura che vengono tratte in fase di arrangiamento.
L’edizione 2024 di “Ballando” ha innovato a sua volta il programma…
Certamente. Il cast della 19^ edizione è un cast molto “ballante”: fin dalla prima puntata, abbiamo visto dei concorrenti già in grado di ballare in maniera competitiva. Il pubblico ama veder ballare e adora il “bel ballo”. Gli appassionati del programma entrano in gara, si appassionano a una coppia piuttosto che a un’altra e se c’è il bel ballo, traggono maggiore piacere dalla presenza di una vera competizione.
Quale aspetto, più di tutti, ha influito sul successo dell’edizione 2024?
Quest’anno c’è un livello di ballo più alto, dovuto anche alla giovane età di molti concorrenti. In alcune edizioni precedenti, c’erano dei concorrenti un pochino più avanti con l’età. In pista oggi c’è un livello di ballo più alto: questo appassiona notevolmente il pubblico che segue da casa.
Le scuole di ballo in Italia sono in crescita costante. “Ballando” in questo che ruolo ha avuto?
“Ballando” ha avuto un ruolo fondamentale, perché ha sdoganato il nostro genere di danza che prima era relegato, messo da parte, bollato come disciplina “da balera”. È stato mostrato quanto lavoro e sacrificio sia necessario, ma soprattutto quanta preparazione vi sia in una disciplina del genere. “Ballando” ha fatto amare la nostra disciplina: l’ha fatta apprezzare, l’ha resa più popolare e accessibile a tutti. Occorre dire che anche il programma “Amici” ha aumentato molto l’interesse nei confronti della danza. “Ballando”, così come “Amici”, ha aiutato molto le scuole di danza e il fenomeno è ancora in corso.
“Ballando con le stelle” è ormai, a tutti gli effetti, diventato un talent…
Alla prima edizione, eravamo tutti totalmente inconsapevoli. Ci siamo resi conto del fenomeno a produzione terminata, quando abbiamo iniziato a essere fermati per strada da persone impazzite… nel senso buono! Ci chiedevano foto e autografi, ci riempivano di complimenti. Chi oggi si presenta a “Ballando” da insegnante o concorrente, sa già che andrà incontro a una grande visibilità attraverso questo programma.
Quale approccio hanno i concorrenti con un talent che può illuminare molte carriere?
A livello di ballo, alcuni concorrenti tentano di prepararsi un pochino prima: a dir la verità, questo non serve a molto. Sul piano mentale, l’approccio è consapevole: i concorrenti sanno che faranno parte di un programma di grande successo, in prima serata su Rai 1 di sabato sera, e che quindi saranno visti da milioni di italiani. Per loro “Ballando” è un potenziale trampolino di lancio.
Com’è cresciuto, negli anni, l’affetto del pubblico?
Diciannove edizioni non sono poche. A volte vengo fermato per strada da persone che mi riferiscono che guardavano le prime edizioni con i propri genitori o con i nonni, mentre adesso lo guardano con i loro figli.
Dal 17 al 19 gennaio 2025 si terrà a Roma la nuova edizione della “Notte delle Stelle”, dopo il successo di Capri. Presentiamo l’evento a chi non lo conosce…
La “Notte delle Stelle” è un evento molto particolare, dedicato a tutte quelle persone che nella vita fanno altro rispetto al ballo, ma che avranno l’occasione di ballare in coppia con il proprio maestro o la propria maestra. Si tratta di una sorta di “Ballando con le stelle”, in sostanza, ma al di fuori del mondo televisivo. Il format è all’ottava edizione romana e ha un suo “gemello” a Capri, coinvolge il pubblico italiano ma anche una platea internazionale.
Da dove provengono gli studenti internazionali?
C’è molto interesse da parte del mondo asiatico, quindi numerosi studenti sono originari di Hong-Kong e del Giappone. C’è un interesse anche nell’Est Europa, così come nei Paesi nordici come Finlandia e Germania. Molti statunitensi sono attratti dall’Italia e amano sia Roma che Capri. Naturalmente, alla “Notte delle Stelle” c’è anche un pubblico italiano, ma senz’altro vi è anche una prospettiva internazionale.
Qual è la particolarità dell’evento?
C’è una dimensione duplice: si tratta di uno spettacolo bello da praticare, ma anche da guardare. Questa è la particolarità: si può partecipare in due modi diversi, partecipando da protagonisti o semplicemente assistendo.
Cosa prevede, nello specifico, il programma dell’ottava edizione romana della “Notte delle Stelle”?
Saranno presenti vari ospiti internazionali. La location è meravigliosa, proprio alle porte della Città del Vaticano, vicino Piazza Carpegna. L’ultima serata sarà all’insegna di una cela di gala, con un grande spettacolo che coinvolgerà cantanti e performers di vario tipo. Domenica, oltretutto, saranno organizzate delle escursioni in Vaticano.