Il Futurismo esiste per molti solo come definizione. È noto ai più che è stato un rivoluzionario movimento d’avanguardia e si annovera tra i movimenti culturali più rappresentativi del XX secolo. Si conoscono i nomi degli artisti futuristi più famosi, Boccioni, Carrà, Balla, Severini. Si contestualizza storicamente il Manifesto Futurista del 1909 pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti ma le conoscenze del pubblico generalista non vanno molto oltre sommarie informazioni. Le ragioni sono molteplici e forse riassumibili nel concetto che del Futurismo si è finora parlato poco. Cosa è stato esattamente il tempo del Futurismo, perché è definito eterno presente, in che modo il desiderio di innovazione e la spinta propulsiva a fare, creare e inventare caratterizzano l’arte, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica, la letteratura, il teatro e il cinema dei primi decenni del Novecento? Roma offre un’ importante occasione culturale per approfondire cosa è stato il Futurismo.
Una grande esposizione è allestita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. IL TEMPO DEL FUTURISMO, visitabile fino al 28 febbraio 2025, è una bellissima mostra. Trecento opere raccontano una visione di futuro e restituiscono il respiro della storia con un approccio divulgativo che parla soprattutto ai giovani. La GNAM, con le sue grandi sale, consente un allestimento arioso e leggero ed è un luogo che racconta un tempo. Per la varietà delle opere presentate, quadri, sculture, disegni, oggetti d’arredo, film, libri, manifesti e riproduzioni di mezzi a motore, per il visitatore è inevitabile passare dalla definizione al senso. Capire il Tempo del Futurismo si può.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Renata Cristina Mazzantini, Federico Mollicone, Gabriele Simongini, Francesca Barbi Marinetti.
Renata Cristina Mazzantini
Direttrice Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
La GNAM è il luogo che meglio rappresenta il Futurismo. Perché?
Perché ha una collezione straordinaria di opere futuriste, molto più ampia di quelle che sono state esposte. Per allestire la mostra, abbiamo fatto una cernita e selezionato i veri capolavori. La GNAM è un museo che ha avuto molte donazioni di opere realizzate nel periodo futurista.
La mostra è molto bella ma il tempo di esposizione è troppo breve. Non si poteva dare un respiro temporale più ampio?
Non è detto che non ci si possa fare un pensiero ma è innanzitutto necessario avere l’assenso dei prestatori.
Quattromila metri quadri, ventisei sale, la GNAM non solo ospita la mostra ma è nella mostra?
Allestire Il Tempo del Futurismo è stato uno sforzo organizzativo enorme per il Museo che si è disallestito e ha mandato ottanta opere ai Musei Reali di Torino, per una mostra realizzata ad hoc (n.d.r. 1950-1970 La grande arte italiana).Era importante liberare spazi per poter accogliere opere e oggetti voluminosi, abbiamo anche un idrovolante in mostra. Solo in questo modo si poteva davvero rendere l’atmosfera di quegli anni.
Il catalogo che accompagna la mostra è edito dalla Treccani. Qual è il suo valore scientifico?
L’Istituto dell’Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani è un editore estremamente qualificato. Il catalogo che edita, sarà interessante e innovativo. Raccoglierà la ricerca realizzata per la mostra e avrà un taglio multidisciplinare. Sarà un’opera di 500 pagine, con autori italiani e stranieri, di fama internazionale.
I depositi della GNAM sono i primi prestatori…
I depositi della Galleria negli ultimi anni hanno mostrato un numero non altissimo di opere d’arte e anche la sezione del Futurismo era abbastanza penalizzata. La Galleria avrà un nuovo allestimento dal mese di aprile e ci saranno delle sale dedicate al Futurismo.
Una mostra fatta in casa che sapore ha?
A mio parere dà più soddisfazione.
Federico Mollicone
Presidente Commissione Cultura Camera dei Deputati
Presidente, qual è la portata innovativa del Futurismo?
La portata innovativa è quella che lo rende ancora attuale, capace di influenzare le correnti artistiche visuali e letterarie. La genialità del Futurismo è aver intuito dove stava andando la rivoluzione, non solo quella industriale. Il Futurismo ha saputo anticipare anche la rivoluzione digitale.
Che avanguardia è stata il Futurismo?
Una avanguardia simultanea, sincretica, sincronica e assolutamente unica.
Qual è il valore di una mostra che è storica ma anche divulgativa?
È una grande mostra a regìa pubblica che farà storia in Italia e all’estero. È una mostra storica e divulgativa per numero di opere di base di proprietà della GNAM.
Gabriele Simongini
Il Tempo del Futurismo che tempo racconta?
Il Tempo del Futurismo racconta il tempo dell’utopia. È molto importante sottolineare la forza dell’utopia. I Futuristi erano sbeffeggiati, irrisi, ritenuti pazzi eppure hanno creduto fino in fondo che loro rispecchiavano la rivoluzione del tempo. Hanno rinnovato la percezione di quel tempo proprio grazie alla forza dell’utopia, una grande risorsa che oggi stiamo perdendo.
Lei ha definito Il Tempo del Futurismo una mostra di stati d’animo. Cosa intende esattamente?
E’ una mostra che propone un divenire di emozioni, di volta in volta diverse. Il visitatore può andare nelle salette e vedere in tranquillità i film futuristi, può perdere molto tempo a studiare i documenti oppure si può lasciare trasportare da varie scoperte o si può immergere nelle installazioni di Magister Art. E’ una mostra di stati d’animo perché va dalla contemplazione all’immersione.
Come parla al pubblico?
È stata concepita per rispondere alle esigenze di un pubblico che vuole essere continuamente stimolato a nuove esperienze.
Il Tempo del Futurismo cosa può raccontare ai giovani su un’epoca che conoscono poco?
La mostra racconta una parte della storia dell’arte italiana. Come curatore sono partito da un manifesto di Marinetti in cui lui si rivolgeva prima di tutto ai giovani d’Italia. Incoraggiamento e convinzione nel credere nelle proprie idee erano le linee guida del manifesto. La mostra è stata pertanto pensata per i giovani che non conoscono il Futurismo perché nelle scuole non si studia.
La mostra come occasione di conoscenza?
Assolutamente sì. Auspichiamo che vengano scolaresche con gli insegnanti, tutto è pronto per accoglierli. Conosceranno una pagina importante di storia dell’arte e di storia italiana perché nei Burattini futuristi di Prampolini, ci sono Giolitti, Saverio Nitti, Vittorio Emanuele, Mussolini, Don Sturzo. È una mostra innanzitutto per i giovani.
I progetti con le scuole sono compatibili con un tempo troppo breve di esposizione?
Su questo cercheremo di lavorare anche prorogando il termine. In realtà la mostra doveva aprirsi un mese prima ma ci sono state difficoltà dovute ad attacchi indiscriminati e continui di ogni genere. Sono state scritte cose incredibili. Un quotidiano sostiene che la mostra sia costata 300milioni di Euro, una cifra impossibile, parte di una finanziaria. È stato scritto e fatto di tutto purché la mostra non si realizzasse, ma ciò nonostante siamo riusciti ad aprire in modo spettacolare.
Francesca Barbi Marinetti
Critico d’arte e nipote di Filippo Tommaso Marinetti
Cosa pensa di questa mostra che omaggia e commemora suo nonno, Tommaso Marinetti?
Per me è una mostra commovente che mi emoziona tanto. Credo che questo luogo la attendesse, non solo per i quadri magnifici degli artisti futuristi ma anche per ridare una nuova voce e più forza a quegli artisti conservati nella Galleria Nazionale che sono nel finale della mostra perché c’è una ripresa importante di quelle che erano le tematiche futuriste. Artisti che ho sempre visto qui dentro, li rivedo con altri occhi. Credo che questa sia una bella energia.
La mostra arricchisce la narrazione sul Futurismo?
Di Futurismo ormai si parla ma credo che il curatore Gabriele Simongini abbia dato un taglio molto interessante, proponendo un altro punto di vista. Non è solo un divulgatore di mostre d’avanguardia, ha un ottimo gusto e una grande sensibilità per il contemporaneo, da sempre praticata nella sua professione. Ha realizzato la curatela e l’allestimento con molto equilibrio, valorizzando alcuni aspetti che forse sono meno conosciuti.
Quali aspetti del Futurismo emergono dalla mostra?
Il Futurismo innovatore e prefiguratore, l’energia e l’ottimismo artificiale come diceva mio nonno Marinetti.