Ricostruire il mondo di Guglielmo Marconi con una mostra riassuntiva di una vita ricca di eventi, significa trovare l’origine di tutto ciò che afferisce alla comunicazione contemporanea. Il profilo di startupper del genio visionario che ha cambiato il mondo è ampiamente ricostruito all’Istituto VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia che ospitano fino al 25 aprile 2025 l’esposizione Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile. Il percorso espositivo si articola nei due edifici che ospitano la Sala Zanardelli e la Sala Regia. Documenti, foto, reperti, filmati e materiale inedito che provengono da 34 prestigiosi enti prestatori, soddisfano le aspettative del visitatore interessato ad approfondire l’aspetto professionale e personale dell’italiano che ha connesso il mondo.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Edith Gabrielli, Padre Paolo Benanti, Giulia Fortunato e Giovanni Paoloni, curatori e interpreti dell’universo Marconi nella sua eterna contemporaneità.
Edith Gabrielli
Direttrice VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia
VIVE sede ospitante di una mostra con cui appare in antico e naturale dialogo?
È stata una scelta ben precisa di ordine culturale e istituzionale. Le ragioni per le quali abbiamo voluto ospitare Guglielmo Marconi al VIVE sono diverse ma ricordiamo i tre motivi principali. C’è una coincidenza cronologica in quanto i tempi di Marconi sono i tempi degli edifici del VIVE. La cronologia di Marconi coincide con il Vittoriano che è stato pensato nel 1878, inaugurato nel 1911 e concluso nel 1935. Palazzo Venezia ha avuto una fase di rinnovamento nei primi decenni del Novecento, a cui sostanzialmente deve il suo aspetto attuale. Il secondo motivo è l’attenzione al progresso tecnologico, nonostante si sia portati a pensare che il Vittoriano sia un monumento ancorato al passato.
La realtà qual è?
Noi sappiamo che tuti gli architetti che hanno lavorato al Vittoriano, da Sacconi a Brasini, sono stati fortemente interessati a tutti i ritrovamenti del progresso. Il Vittoriano ha uno straordinario sistema idraulico che consente l’abbassamento della cancellata del Vittoriano e il funzionamento delle fontane. C’è inoltre un terzo motivo di ordine istituzionale in quanto il VIVE, fin dalla sua istituzione nel 2020, si è voluto mettere al servizio di tutto il Ministero della Cultura, proponendosi come un centro di livello internazionale per esposizioni che sappiano conciliare la qualità scientifica e la capacità di parlare a tutti.
Giulia Fortunato
Presidente Fondazione Guglielmo Marconi e Presidente Comitato per le Celebrazioni 150° anniversario nascita Guglielmo Marconi
Qual è l’attualità di Guglielmo Marconi simbolo del progresso tecnologico?
Guglielmo Marconi ha inventato di fatto il futuro. Con quel primo segnale senza fili da Villa Griffone, casa sua, che ha oltrepassato un ostacolo naturale, la Collina dei Celestini. La tecnologia che discende dalla sua avventura tecnologica, dal brevetto del telegrafo senza fili al wireless, viene celebrata insieme a tutto ciò che discende da questa impresa.
Sono state molteplici le iniziative commemorative per celebrare il 150° anniversario dalla nascita?
Si, stiamo lavorando con la Marina Militare a vari progetti. Alla fine di novembre abbiamo fatto il punto, al Museo della Scienza e Tecnologia di Milano, sulla vera frontiera di oggi che sono le comunicazioni subacquee.
La mostra al VIVE in cosa si differenzia dalle altre dedicate a Guglielmo Marconi?
È una mostra per tutti, dedicata al largo pubblico. Racconta tante storie, calate nella Storia con la S maiuscola, dove ciascuno secondo il proprio vissuto, può trovare qualcosa vicino a se stesso. Marconi diplomatico, la Conferenza di Pace di Parigi che si occupa delle trattative di pace dopo la Prima Guerra mondiale, Marconi uomo di marketing e pubblicità, Marconi innovatore con tutte le sue sperimentazioni, il passaggio dalle onde lunghe alle onde corte, alle microonde, il grande sostenitore della radio, l’uomo d’impresa, l’uomo legato al mare. È una mostra che raccoglie e presenta le tante sfaccettature dell’uomo Marconi.
Si ricostruisce anche il profilo umano meno conosciuto?
Sì, il grande merito della mostra è rendere umana la figura di Guglielmo Marconi.
È un’esposizione interattiva…
La molteplicità dei linguaggi utilizzati in questa mostra che affianca documenti e oggetti storici ma anche suggestioni visive grazie alla multimedialità e ad altri prodotti visivi, fa sì che si crei un’atmosfera per cui il pubblico viene accompagnato, sezione per sezione, attraverso il suono, il video, le suggestioni storico-narrative e visive.
Vedere l’invisibile è un titolo che le piace?
Lo trovo perfetto.
Padre Paolo Benanti
Pontificia Università Gregoriana
Padre Benanti, oggi Guglielmo Marconi cosa consente al linguaggio?
Consente al linguaggio di andare oltre i miei limiti fisici. La mia parola orale si ferma dove arriva la mia voce, la mia parola scritta si ferma dove arriva il testo nel tempo e nello spazio. Con la radio e la registrazione della radio, arriviamo ovunque, in qualunque tempo. Marconi ha reso universale qualcosa che prima era di fatto molto contingente.
Perché Marconi ha ancora un futuro da scrivere?
Alcune delle sue intuizioni ci dicono che c’è un qualcosa di profondamente umano legato al linguaggio e al desiderio di comunicare che ritrova nella realtà fisica, si pensi alle onde radio, sue possibili realizzazioni. È per questo che Marconi ha ancora un futuro da scrivere. I radiotelescopi oggi e i microscopi elettronici sono due frontiere di questo futuro.
La radio è generalmente considerata l’invenzione più importante di Marconi, Lei si è invece soffermato sul radiofaro. Qual è la sua importanza anche etica?
Il radiofaro è da un mio punto di vista molto personale, l’invenzione più interessante di Marconi perché quando le navi non vedevano l’orizzonte davanti a loro, il pericolo di un naufragio era enorme. Con il radiofaro le navi riuscivano a trovare la strada, la via di sicurezza, la via di pace. Il radiofaro oggi è montato anche sugli aerei e dobbiamo a Marconi se superiamo un invisibile fisico per una rotta sicura.
Prof. Giovanni Paoloni
Sapienza – Università di Roma
Quanto è importante l’Archivio Guglielmo Marconi?
Esiste una gran quantità di materiale nell’Archivio Marconi che ancora deve essere esaminato. Escono continuamente nuove cose che devono essere esaminate e interpretate.
La storia di Marconi non è ancora completamente definita?
La Storia non è definitiva per principio perché ogni epoca fa alla storia le sue domande