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Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino in mostra ai Musei Capitolini

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Tiziano Vecellio, Olivuccio Ciccarello, Carlo Crivelli, Lorenzo Lotto e Guercino, importanti pittori del Cinquecento, sono gli autori di sei opere d’arte a carattere religioso, esposte nelle sale di Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini fino al 30 marzo 2025. La mostra porta per la prima volta a Roma i capolavori della Pinacoteca di Ancona e inaugura il percorso giubilare nei Musei Civici. È anche un omaggio alla straordinaria Collezione della Pinacoteca Podesti, la Pinacoteca Civica di Ancona, uno scrigno d’arte intitolato a Francesco Podesti, pittore vissuto nell’Ottocento, particolarmente attivo tra Roma e le Marche. Sei prestigiosi dipinti, selezionati tra la ricca Collezione, raccontano Ancona, una città aperta verso l’Oriente, testa di ponte dello Stato Pontificio, dove storicamente si è formata una cultura artistica contaminata da influenze varie e dove si sono incontrati linguaggi figurativi diversi.

L’esposizione della Pala Gozzi, la prima opera firmata e datata da Tiziano nel 1520, è l’idea su cui è stata concepita una mostra piccola ma preziosa. La Pala Gozzi, realizzata per una importante committenza, ritrae Luigi Gozzi, un mercante di Dubrovnick, attivo tra Venezia e Ancona. Una recente scoperta attribuisce a Tiziano il retro-grezzo della pala, un profilo di donna e la testa di un bambino che dovevano forse essere un bozzetto dell’autore. È un’opera sontuosa, otto assi di pioppo uniti insieme, che si ispira a un dipinto di Raffaello e porta una nuova visione del paesaggio e del colorismo nelle pale d’altare religiose. L’allestimento realizzato a Palazzo dei Conservatori, rialzato e ben illuminato, valorizza la duplice visione ante/retro dell’opera.

Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Claudio Parisi Presicce, Ilaria Miarelli Mariani, Iole Siena, Luigi Gallo.

Claudio Parisi Presicce

Sovrintendente Capitolino

Quali sono i principali motivi di interesse delle opere esposte?

Tutte e sei le opere sono capolavori assoluti di autori molto importanti, nel periodo compreso tra XVI e XVII secolo. Si tratta di opere che in questo momento non sono visibili ad Ancona perché la Pinacoteca è chiusa per lavori. È  possibile vederle ai Musei Capitolini con grande interesse, sia per i rapporti che hanno con alcuni dipinti della Collezione della Pinacoteca di Roma, sia perché ci mostrano alcuni elementi dell’interesse che avevano questi autori assoluti come Tiziano, Lotto, Guercino, Crivelli e Oliviuccio Ciccarello.  Le opere ci permettono di comprendere quali erano i problemi che i diversi artisti si ponevano in quel momento, rispetto alla pittura sacra. Sono importanti anche per capire l’ evoluzione del percorso artistico e come il rapporto tra artisti e committenti funzionasse a quel tempo.

La Pala Gozzi è il capolavoro tra i capolavori?

La Pala Gozzi è il capolavoro assoluto. Ha elementi di novità legati alla presenza del committente Luigi Gozzi, di riferimenti al paesaggio che sono legati alla pittura introdotta da Leonardo e poi da Raffaello. Le altre cinque opere esposte ci raccontano un’epoca particolarmente felice per la storia dell’arte.

Perché?

Perché ha proposto alcuni metodi che hanno fatto la fortuna della pittura del Cinquecento e del Seicento.

La mostra ha il patrocinio del Giubileo 2025 Dicastero per l’Evangelizzazione. Quali sono i contenuti in linea con il Giubileo?

Mostrare le pale d’altare realizzate per le chiese di Ancona, ci fa comprendere quanto fosse significativo lo stimolo per l’arte da parte della Chiesa. In occasione del Giubileo, è il modo più giusto di avvicinare il pubblico che visita i Musei, alla storia del nostro Paese, legata alla storia della Chiesa.

Ancona cosa rappresenta?

Ancona è una testa di ponte dello Stato Pontificio, è la città aperta verso l’Oriente, al limite settentrionale dello Stato Pontificio dopo la sua annessione. È una sintesi importante del rapporto con il Papato. Roma, fino al 1870, era una città all’interno del potere temporale e deve in gran parte il suo sviluppo artistico, alla committenza del Vaticano. Credo sia la mostra più giusta per aprire il percorso Giubilare nei Musei di Roma.

Ilaria Miarelli Mariani

Direttrice Musei Civici e curatrice della mostra

Opere che fanno scuola. Perché?

Sono opere che fanno scuola anche dal punto di vista formale, con una continua circolazione di linguaggi di cui è depositaria anche la città di Ancona. Tiziano riprende Raffaello ma poi influenza intere generazioni. Questi dipinti arrivano a Roma, prima in Collezione Aldobrandini e poi in Collezione Ludovisi ma oggi purtroppo non sono più in Italia. Sono artisti che attraverso le loro opere, anche dopo la loro morte, continuano a esercitare influenze.

È una pittura consegnata all’eternità?

Esattamente, sono personaggi eterni che rivoluzionano la pittura. Tiziano ha un ruolo fondamentale.

Le Marche come entrano in questa storia?

Tiziano manda due pale nelle Marche e anche nella costa di fronte, nel territorio dell’ex Jugoslavia, dove ci sono diverse opere tizianesche.

Qual è l’importanza della Pala Gozzi in mostra?

La Pala Gozzi è la prima opera firmata e datata da Tiziano, fatta interamente da lui al contrario delle altre realizzate in collaborazione con la bottega. La Pala Gozzi rappresentò per Tiziano una committenza importantissima perché gli consentì di presentarsi a un nuovo mercato, Le Marche, in maniera eccezionale.

Le opere furono spedite, non consegnate?

Tiziano spedì le opere, non andò direttamente. Lotto e Crivelli invece si trasferirono nella Marche.

È una mostra con solo sei opere ma è una straordinaria occasione culturale. Perché?

Le opere esposte sono fondamentali per ricucire e capire gli sviluppi della produzione di questi artisti, confrontandole con le opere custodite nella Pinacoteca Capitolina. Relativamente a Tiziano, tra Il Battesimo di Cristo del 1512 che è nella nostra Pinacoteca, la Pala Gozzi del 1520 e la straordinaria Crocifissione Notturna datata 38 anni dopo, è possibile ricostruire il percorso dell’artista attraverso tre opere fondamentali.

La Pala Gozzi ha un retro di notevole interesse artistico…

Il retro della Pala Gozzi mostra disegni realizzati in periodi diversi. Tutti gli studiosi di Tiziano concordano nel ritenere che la straordinaria figura di abbozzo di bambino fatta a carboncino, sia proprio la mano di Tiziano. La Pala è stata a lungo utilizzata anche per esercitazioni, con una serie di caricature di personaggi di diverso genere, figure abbozzate e non abbozzate. Una testimonianza straordinaria!

L’allestimento ai Musei Capitolini valorizza la Pala Gozzi nella sua duplice visione?

Si, sia nella collocazione rialzata, sia nella particolare illuminazione. È una prova di allestimento felicemente riuscita che potrà forse essere riprodotta anche ad Ancona.

Iole Siena

Presidente Arthemisia

Una mostra piccola ma preziosa…

La mostra è davvero preziosa. Sono solo sei opere ma sono sei capolavori incredibili. La Pala Gozzi di Tiziano è la super star della mostra, particolarmente interessante in quanto presenta un’altra opera anche sul retro con un disegno autografo di Tiziano, bellissimo e commovente. Le altre cinque opere sono altrettanti capolavori, bellissimi ed emozionanti, a cominciare dal quadro più piccolo, anzi piccolissimo, un dipinto del Crivelli che è di una bellezza sublime. È una mostra particolarmente adatta a inaugurare il percorso giubilare nei Musei di Roma perché le opere sono di arte sacra. È un’occasione assolutamente da non perdere.

Qual è l’atteggiamento del pubblico che visita una mostra piccola ma ben raccontata?

Negli ultimi anni abbiamo registrato una tendenza del pubblico a prediligere mostre con meno opere ma molto ben curate e raccontate.

Il tempo delle grandi mostre è finito?

Forse il periodo delle mostre con tantissime opere è un po’ superato perché l’attenzione delle persone è più corta e più concentrata. La cosa si può forse comprendere alla luce della vita frenetica che ciascuno di noi conduce, dei telefonini che catturano e modificano la qualità del nostro tempo. Oggi si tende a prediligere esposizioni come questa, un po’ magica e un po’ sognante, dove ciascuno ha la possibilità di vedere anche una sola opera ma di approfondirla per cogliere i dettagli e capirla a fondo. È un cambiamento nel pubblico che si registra non solo in Italia ma in tutto il mondo e che io trovo perfettamente condivisibile.

Luigi Gallo

Direttore Direzione Regionale Musei Marche e curatore della mostra

Da Ancona la bellezza arriva a Roma?

Da Ancona la bellezza arriva a Roma dove trova tanta altra bellezza ad accoglierla. È uno scambio importante e simbolico di opere tutte a tema sacro, perché volevamo che la Pinacoteca di Ancona, attualmente chiusa, partecipasse da protagonista alle celebrazioni del Giubileo. Ci sembra che il Giubileo 2025 troverà un punto importante tra le pale della Pinacoteca di Ancona.

Una mostra piccola solo per dimensione, non certo per qualità…

Piccola per dimensione ma con sei capolavori assoluti della pittura tra Rinascimento ed età barocca. Crivelli, Lotto, Guercino e Tiziano con la Pala Gozzi e La Crocefissione, di cui non si parla mai abbastanza. Sono due capolavori di due momenti diversi nel percorso artistico di Tiziano, un primo giovanile e atmosferico, un secondo della tarda attività di Tiziano con la prima Crocifissione in un ambiente notturno che sarà il modello per Barocci e per le grandi Crocifissioni spagnole tra Seicento e Settecento. Sono opere fondamentali.

La presenza delle Marche a Roma in questo tempo giubilare che significato ha?

La presenza della Marche a Roma è ormai storicizzata. Sisto V è il grande Papa marchigiano che inventa e regolarizza l’urbanistica a Roma. Ricordiamo il Santuario di Loreto che ha a Roma, nella Chiesa di San Salvatore in Lauro, la Chiesa dei Marchegiani un grande esempio di architettura e di collezione. Questa mostra porta Le Marche a Roma con l’invito a visitare Le Marche per scoprire i mille capolavori che si nascondono nel giardino d’Italia (cit. Federico Zeri).

La Pinacoteca Civica di Ancona è la grande protagonista della mostra?

La Pinacoteca Civica di Ancona è una pinacoteca di grande importanza. Le sei opere in mostra sono una piccola selezione dei capolavori in essa custoditi. Attualmente la Pinacoteca è chiusa per un riallestimento da realizzare nei prossimi mesi per mettere in valore la sua straordinaria Collezione.  Credo che questa mostra sia un tassello importante nella storia della Pinacoteca di Ancona e nel rapporto con Roma.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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