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L’Albero del Poeta

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L’albero è una quercia, il poeta è Torquato Tasso, il luogo è il Gianicolo, uno dei colli più incantevoli di Roma. L’Albero del Poeta. La quercia del Tasso al Gianicolo è una mostra allestita al Museo di Roma in Trastevere che omaggia la quercia del Tasso e racconta la storia di un luogo suggestivo dove molti artisti hanno tratto ispirazione. La quercia è legata al Tasso perché sotto la sua chioma il poeta riposava, trovava ristoro alle inquietudini e componeva alcuni dei suoi versi più celebri.  Il 1° aprile 1595 entrò nel convento di Sant’Onofrio al Gianicolo, dove morì e fu sepolto. Tre secoli dopo, Giacomo Leopardi, suo grande estimatore, si recò sul Gianicolo a visitare la tomba e scrisse al fratello Carlo …la strada per andare è lunga e non si va in quel luogo se non per vedere questo sepolcro.

Quanto si conosce della relazione speciale tra l’albero monumentale di cui ancora oggi rimane traccia sul Gianicolo e i versi di Torquato Tasso, alcuni composti proprio al riparo della quercia? L’esposizione di documenti, fotografie, dipinti e testimonianze, curate con un allestimento in cui tutto rimanda al legno e alle fibre naturali da esso derivate, incanta e informa il visitatore. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Ilaria Miarelli Mariani, Silvia Telmon, Roberta Perfetti, Roberta De Marco.

Ilaria Miarelli Mariani

Direttrice Musei Civici di Roma e curatrice della mostra

Roma, il Gianicolo, una quercia e un poeta, Torquato Tasso…

La mostra al Museo di Roma in Trastevere celebra l’albero più famoso di Roma, in uno dei luoghi più belli e iconici, il Gianicolo da cui si sovrasta la città. Si suppone che proprio questa quercia secolare, fosse l’albero sotto il quale il Tasso, trasferitosi a Roma nel convento di Sant’Onofrio al Gianicolo, dopo essere stato in tanti luoghi, soleva riposare nell’ultimo tempo della sua breve vita. Tasso muore a soli 51 anni.  

La mostra cosa propone?

Ci sono molte opere che riguardano sia la quercia, sia il Tasso sul Gianicolo. Alla quercia del Tasso si legano i momenti di pace e meditazione degli ultimi momenti di vita. La mostra omaggia sia la quercia che il poeta ed espone un considerevole numero di opere provenienti dal Museo di Roma, dalla Galleria d’Arte Moderna, dal Museo Napoleonico, dal Museo Canonica e da altre istituzioni culturali. Nel periodo che parte dalla fine del Settecento e prosegue nell’Ottocento, quando in pieno periodo Romantico si assiste all’esaltazione poetica del Tasso attraverso tanti scrittori e letterati, la quercia sul Gianicolo diventa un luogo di pellegrinaggio soprattutto di letterati e artisti. Molti artisti si cimentano in scene che raffigurano sia la quercia, sia gli ultimi attimi di vita del Tasso sotto la quercia. È un omaggio che arriva anche al contemporaneo.

Le opere esposte cosa raccontano?

Innanzitutto sono opere che in genere non si vedono perché vengono dai depositi dei musei. Si tratta di opere importanti e raccontano una storia secolare che parte dalla morte del Tasso per arrivare ai giorni nostri e alle celebrazioni del Tasso sul Gianicolo.

Chi sono gli artisti presenti in mostra?

Ci sono tanti artisti, alcuni dei quali molto significativi. Celentano, di cui la mitologia narra che fosse morto proprio lì, mentre dipingeva un dipinto che raffigurava la morte del Tasso e proprio in quel luogo si fa seppellire. Mary Calcott Graham, Arthur John Strutt sono tutti conservati nelle nostre Collezioni. Siamo riusciti a ricucire una storia utilizzando prevalentemente il materiale custodito nei nostri musei, integrandolo con alcuni prestiti.

Il Museo di Roma in Trastevere custodisce e promuove il racconto di Roma?

Tutti i musei della Direzione Musei Civici custodiscono un patrimonio immenso di immagini che riguardano soprattutto la città di Roma. Non c’è luogo o episodio che non sia testimoniato nelle nostre Collezioni. Ciò significa che nei prossimi anni riusciremo a organizzare tutta una serie di mostre interne, utilizzando il materiale custodito nei nostri musei, su una Collezione, un avvenimento o un tema particolare. Abbiamo tanto materiale e questa mostra è una delle tappe fondamentali per farlo conoscere al pubblico, dopo averlo tirato fuori dai depositi e restaurato.

Silvia Telmon

Curatrice del progetto espositivo

Il Gianicolo è stato luogo dell’anima per molti artisti, a partire dal Tasso?

Il Tasso è quello che segna con il nome la quercia, denominata appunto la quercia del Tasso. L’ albero viene amato, cercato, sognato e riscoperto da tanti altri letterati, artisti e viaggiatori. Goethe è il vero promotore del culto tassiano al Gianicolo. Ne parlò in due righe e lo fece diventare un luogo mitico e un monumento storico.

L’albero del poeta parte da una ricerca?

S’, c’è la ricerca del luogo dove Tasso ha concluso la sua vita ricca e intellettualmente tribolata. In quel luogo arriveranno Leopardi, Chateaubriand, Stendhal, Strutt, Rossini e tanti intellettuali in cerca di questa immagine che nel frattempo si era diffusa attraverso dipinti, opere d’arte e incisioni.

Una sezione della mostra è dedicata alle incisioni…

Le incisioni sono un mezzo di diffusione delle immagini ed è per questo che nella mostra c’è una apposita sezione dedicata. Le incisioni raccontano un sentimento malinconico e pensoso, una prospettiva e visione meravigliosa sulla Roma di fine Ottocento e primo Novecento. La quercia è una destinazione e un punto di partenza per la visione di Roma.

Roma si racconta anche attraverso il modo con cui gli artisti l’hanno raccontata visivamente?

Sì certo, con questa percezione che Roma e il Gianicolo offrono ma in qualche caso anche puntando gli occhi e lo sguardo verso questo colle pieno di verde. L’area della quercia del Tasso offre tutta una serie di possibilità e di opzioni della visione che sono in alcuni casi documentarie, in altre immaginifiche.

Roberta Perfetti

Curatrice della mostra

Il paesaggio nella rappresentazione degli artisti che importanza ha nel racconto di Roma?

Abbiamo voluto realizzare una sezione sul paesaggio, perché tutta l’arte dell’Ottocento è arte di paesaggio.  È per questo che abbiamo associato l’idea del paesaggio alla quercia che è un elemento naturale. Nei nostri musei ci sono eccellenti paesaggisti dell’Ottocento, artisti con una cifra stilistica squisitamente romantica. L’arte contemporanea è stata inserita nel paesaggio, con fotografie e altri supporti che differiscono dalla pittura.

Chi sono i protagonisti della mostra?

La quercia, il paesaggio come elemento naturale in estensione, il colle del Gianicolo e Torquato Tasso che è il soggetto principale. Senza il Tasso non avremmo parlato della quercia sul Gianicolo.

Protagonisti non sono anche gli artisti che si sono ispirati alla quercia?

Gli artisti hanno raccontato questa esperienza di immersione nella natura. In mostra sono esposte opere di Fontanesi, Hackert, Carlandi che provengono quasi esclusivamente dai Musei Civici, a eccezione delle opere di arte contemporanea, prestate dagli artisti che sono quasi tutti viventi. Olivo Barbieri è già in Collezione pubblica perché la fotografia è un genere molto attenzionato dai Musei Civici.

Roma come è raccontata?

In mostra sono esposte le mappe antiche che raccontano come era Roma, il Gianicolo e il convento di Sant’Onofrio. Ci sono guide che inseriscono sempre la quercia del Tasso nei loro percorsi.

Roberta De Marco

Architetto responsabile dell’allestimento

Come si progetta un allestimento su un albero che ha ispirato un poeta?

L’idea era quella di giocare con riferimenti alla natura. Grande attenzione è stata posta all’utilizzo dei colori, il verde declinato in nuances diverse, chiaro e scuro, alternati al grigio tendente al marrone su cui abbiamo collocato le opere di arte contemporanea che si discostano.

Le teche sono state attenzionate con lo stesso tema?

Le teche sono fatte di legno e sembrano quasi un tronco. Tutto l’allestimento rimanda alla natura. Anche la grafica svolge il suo ruolo, le didascalie sono in stampa diretta sul legno e quindi hanno un richiamo al naturale. Le cornici sono tutte in legno chiaro.

Anche i teli contribuiscono a creare atmosfera…

Sono teli stampati con le immagini prese dalle opere in mostra. Abbiamo realizzato grandi riproduzioni per andare a ricucire le pareti dove c’era una disconnessione naturale determinata dalla presenza di finestrature.

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La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e dalla Sovrintendenza Capitolina. L’organizzazione è di Zetema.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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