Una bella storia italiana nata in Sardegna circa trent’anni fa, rende oggi fruibili e visitabili in tutta Italia, luoghi di grande interesse artistico chiusi da tempo e consegnati all’oblio. Cinque ragazzi cagliaritani con la passione per la storia e l’arte, si uniscono in una associazione che chiamano Ipogeo e tracciano una via per dar voce alla bellezza nascosta del patrimonio artistico italiano. Il loro viaggio inizia a Cagliari, per valorizzare la città archeologica con la metropoli punica più grande del Mediterraneo, si estende progressivamente a tutta la Sardegna e ad altre regioni. Nel 2006 i cinque coraggiosi visionari sono insigniti di una prima Medaglia dal Presidente della Repubblica per l’alto valore culturale della manifestazione MONUMENTI APERTI e nel 2018 ricevono a Berlino il Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale nella categoria istruzione, formazione, sensibilizzazione.
MONUMENTI APERTI è oggi un evento diffuso in 19 regioni e 87 città che dal 3 maggio al 9 novembre 2025, in occasione della prima edizione nazionale, apre le porte di monumenti, abbazie, castelli, chiese, musei etnografici e altri luoghi solitamente non visitabili. È un progetto a 360° che restituisce ai cittadini luoghi ricchi di storia, animati da visite guidate, performance teatrali e musicali, talk e incontri culturali.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Massimiliano Messina, presidente Imago Mundi e co-fondatore del progetto MONUMENTI APERTI.
Massimiliano Messina
Cagliari, Sardegna, 1993. Cosa decidono di fare cinque ragazzi appassionati di arte?
Cinque ragazzi, tra cui il sottoscritto, decidono di cercare un modo per valorizzare lo straordinario patrimonio storico e artistico della città di Cagliari, fino ad allora sottostimato. Grazie al loro impegno, nasce l’Associazione Ipogeo che scopre alcuni monumenti chiusi da tanto tempo a Cagliari.
Chi erano i cinque ragazzi che abbracciando un loro sogno, hanno disegnato un futuro diverso per i luoghi culturali italiani?
Erano tre giornalisti in erba, me compreso, un bibliotecario appassionato di storia e di arte, un tecnico teatrale che ha lavorato con importanti compagnie teatrali. A unirci era allora ed è ancora la passione per la storia della nostra città.
Cosa ispira il nome Ipogeo?
Il nome nasce ispirato da uno dei luoghi ipogeici della città di Cagliari, la Cripta di Santa Restituta, una chiesa seicentesca sconsacrata, chiusa da tempo immemorabile e naturalmente non visitabile.

Cosa accade con l’Associazione Ipogeo?
Parte il progetto di aprire ogni domenica, quanti più monumenti possibili, chiusi da tempo. Comincia il percorso che ci porta oggi a presentare MONUMENTI APERTI 2025 come evento diffuso che interessa l’intero Paese.
Concretamente come hanno cominciato a operare i cinque ragazzi?
Abbiamo fatto volontariato culturale e garantito con la nostra presenza, l’apertura domenicale di quel monumento che comincia a essere visitabile con visite guidate. I Cagliaritani sono i primi a sorprendersi di trovare finalmente qualche monumento aperto in città per poter godere del patrimonio artistico che appartiene alla città.
Una iniziativa virtuosa che da Cagliari interessa progressivamente tutta la Sardegna?
Esattamente. Grazie al successo nella città di Cagliari, nasce l’idea di ottimizzare l’esperienza fatta sul campo, facendola diventare una realtà più strutturata. È per questo che nel 1997 si arriva alla prima edizione di MONUMENTI APERTI a Cagliari.
Cosa avete fatto?
Abbiamo aperto più monumenti possibili, chiusi da tempo, solitamente non visitabili. Tutto quello che è arrivato successivamente, è partito da quelle aperture straordinarie.
MONUMENTI APERTI cosa è diventato nel tempo?
MONUMENTI APERTI è diventata una festa di comunità che si è estesa nel tempo e nello spazio, prima in tutta la Sardegna e poi in altre regioni. Oggi abbraccia moltissimi Comuni in Italia. La presentazione ufficiale nella sede ANCI ( ndr Associazione Nazionale Comuni Italiani) a Roma, racconta proprio una festa diffusa.
Come vive l’affaccio nazionale?
Lo viviamo con grande orgoglio ma anche con un pizzico di preoccupazione perché è una manifestazione molto importante.Un progetto nato trent’anni fa a Cagliari che arriva a diffondersi e capillarizzarsi a livello nazionale, è per noi motivo di grande soddisfazione.
Perché una iniziativa meritoria come Monumenti Aperti deve necessariamente basarsi su forme di volontariato culturale? Non si può puntare su questo format per creare occasioni di lavoro qualificato?
Qualcuno ha detto che di cultura non si mangia. Noi siamo convinti del contrario, soprattutto in un Paese come l’Italia che ha un patrimonio artistico straordinario. Per questo cerchiamo di aprire nuove strade e qualcosa ha già dato i suoi frutti. Sono state gemmate le esperienze di MONUMENTI APERTI, sono nati altri Consorzi che operano nell’ambito della gestione e valorizzazione dei beni culturali. Si tratta di soggetti giuridico-economici che danno lavoro a diverse persone. Imago Mundi, la nostra organizzazione di volontariato, ha voluto tracciare un solco e aprire una strada per indicare alle istituzioni un settore che può dare concrete opportunità di lavoro.
In questo senso è una officina di opportunità?
Si, ne ho parlato proprio in questo senso. MONUMENTI APERTI non deve essere solo un laboratorio di belle idee ma può e deve incidere anche per creare serie opportunità di lavoro. La nostra IMAGO MUNDI non potrà più continuare a essere solo un’organizzazione fondata sul volontariato culturale, ma deve diventare una fondazione di comunità e di patrimonio, un soggetto giuridico di natura privata ma che coinvolga al suo interno due organi consultivi che rappresentino la scuola e il sistema delle autonomie locali, aperta al contributo delle istituzioni e di chi vorrà sostenere questo progetto.
Intanto l’edizione 2025 conta ancora su un esercito di volontari?
Sono circa ventimila i volontari, soprattutto studenti, che faranno da Ciceroni o meglio conduttori delle visite guidate.
800 monumenti visitabili… un rapido excursus tra i siti più interessanti?
Dal Teatro Romano di Chieti alla Basilica sotterranea di Porta Maggiore a Roma, dalle pietre d’inciampo dell’antico Ghetto di Venezia al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, dal Museo Virgilio a Mantova al Parco del Pollino tra Calabria e Basilicata, alla Necropoli punica di Tuvixeddu a Cagliari. Sono tutti luoghi che raccontano la nostra storia di comunità.
MONUMENTI APERTI ha progetti per gli Italiani che vivono all’estero?
Certamente. Da circa due anni MONUMENTI APERTI è inserita nel progetto del MAIE per il turismo delle radici.
L’evento diffuso a livello nazionale è una buona occasione per predisporre progetti pensati per le scuole…
Ogni anno ci sono progetti specifici con le scuole, con iniziative speciali che vanno oltre le sole visite guidate o le gite. Non a caso Il Ministero Istruzione e Merito fa parte del Comitato Scientifico MONUMENTI APERTI. Un viaggio bellissimo nella bellezza nascosta della nostra straordinaria Italia sta per cominciare.
