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Musicisti con le stellette. Intervista con il M° Direttore della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri col. Massimo Martinelli

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Il 2020 è un anno di anniversari importanti per la Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri. Si celebra il bicentenario della nascita, il centenario della attuale denominazione in ricordo del 15 marzo 1920, quando la musica dell’Arma venne denominata ufficialmente Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri e i 100 anni trascorsi dalla vibrante partecipazione della Banda alla cerimonia solenne di consegna, sull’Altare della Patria, della prima Medaglia d’Oro al valor militare alla Bandiera dell’Arma. La storia antica, valorosa e nobile della Banda racconta l’incontro virtuoso tra i valori militari che caratterizzano la Carabinierità e i talenti musicali che ne trasmettono l’essenza, avvicinando la grande musica a grandi platee.  

La Banda dell’Arma affianca alle partecipazioni a cerimonie e commemorazioni istituzionali nazionali, esibizioni e tourneè  all’estero. Risale all’aprile 1916 il primo impegno internazionale della compagine musicale italiana, invitata ufficialmente a Parigi, mentre si consumava la tragedia della Grande Guerra, a esibirsi in concerti organizzati in onore dei soldati alleati feriti. Ai Carabinieri italiani, selezionati dal M° Luigi Cajoli, era stato affidato un importante messaggio di solidarietà da esprimersi attraverso il  linguaggio universale della musica. È una storia che si è arricchita da allora di pagine importanti e solenni, tutte da ricordare, tutte da celebrare. Un rapporto particolare lega la Banda Musicale dei Carabinieri alle comunità italiane che vivono all’estero e che accolgono i concerti dei musicisti con le stellette con un entusiasmo  e una emozione che si trasmettono di generazione in generazione. In America, dove la Banda si è esibita l’ultima volta nel 2016 a NY, nell’Appeal Room del Jazz Lincoln Center, ricordano ancora la prima trionfale tourneè  della Banda che arrivò in nave, nel 1956, diretta dal M° Fantini e tenne 44 concerti in 56 giorni, con centinaia di migliaia di spettatori. Nel 1972, a commento della tourneè canadese della Banda, il Giornale di Toronto scriveva “I Carabinieri ci hanno dato l’Italia” e il Giornale Canadese “La più grande manifestazione italocanadese del dopoguerra”. Una storia ricca di note che racconta nel mondo il prestigio e l’unicità della storia e della musica italiana.

Osservatorio Roma e America Oggi la ripercorrono con il Maestro Direttore della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri Col. Massimo Martinelli.

Quando ha inizio la storia della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri?

La storia è molto lunga e antecedente alla data di cui ricorre il centenario in questi giorni. La Banda è nata insieme all’Arma dei Carabinieri, nel primo ventennio del 19° secolo, esattamente nel 1814, inizialmente costituita da un primo nucleo  di otto trombetti. Successivi ampliamenti hanno portato la Banda alla attuale composizione. La sua storia viaggia di pari passo con la storia dell’Arma dei Carabinieri.

“La Fedelissima. Marcia d’ordinanza dell’Arma dei Carabinieri” è l’inno della Banda. Qual è la sua storia?

Il primo Maestro Direttore della Banda Luigi Cajoli, era l’ autore di una prima marcia d’ordinanza riscoperta recentemente come marcia d’ordinanza dei Carabinieri Reali, un inno militare celebrativo che riassumeva l’identità e la storia dei Carabinieri.  La Fedelissima è la seconda marcia dell’Arma dei Carabinieri, composta alla fine degli anni ’30 e diventata poi la marcia d’ordinanza dell’Arma. Composta da Luigi Cirenei, il secondo Maestro Direttore della Banda, è l’emblema musicale in cui si riconosce tutta l’Arma. Esprime una carica emotiva e una bellezza nella concezione melodica e nella struttura armonica che richiama allo squillo della Colonnella, cioè lo squillo da cui deriva tutta la composizione,  che era dedicato al Colonnello Comandante della Legione Allievi Carabinieri. Ha una storia che affonda le radici nel passato più bello dell’Arma dei Carabinieri.

Il 2020 festeggia anche il ventennale della sua direzione della Banda, che prima di lei ha avuto quattro direttori, ciascuno dei quali l’ha guidata per molti anni. La Banda racconta anche la storia dei suoi Maestri?

Ciascuno dei quattro Maestri Direttori che mi hanno preceduto, ha diretto la Banda dandole impulso secondo la propria sensibilità musicale, favorendo il cambiamento del repertorio e lo sviluppo dell’organico fino alla struttura attuale che è quella di una vera e propria orchestra. Luigi Cajoli, Luigi Cirenei, Domenico Fantini, Vincenzo Boccia hanno dato un grande contributo a livello di arrangiamenti, dai valzer originali scritti dal M° Cajoli alle polke e alle mazurke che con il maestro Cajoli entrano nel repertorio dell’Arma a inizio ‘900.  Il M° Cirenei era compositore di brani originali per banda, che ricordano la storia dell’Arma attraverso le marce militari. Tutti i Maestri hanno scritto brani musicali originali che hanno alimentato il repertorio della Banda. Il M° Fantini è stato colui che si è dedicato all’ampliamento del repertorio attraverso le trascrizioni per grande banda sinfonica, tra le quali la Cavalcata delle Valchirie di Wagner, uno dei cavalli di battaglia della Banda dell’Arma. Il M° Borgia si è dedicato alla composizione musicale per banda, scrivendo una mole sterminata di brani musicali, alcuni dei quali anche di carattere cerimoniale in ricordo degli eroi dell’Arma, primo tra tutti Salvo D’Acquisto, di cui ricorre nel 2020 il centenario della nascita e  a cui  ha dedicato il brano “Elegia per un purissimo eroe”. Io ho avuto l’onore di vivere momenti importanti, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia  celebrato nel 2011,  nel bicentenario della  fondazione dell’Arma celebrato nel 2014 e nel centenario della Banda Musicale inteso nella attuale denominazione, che celebreremo con un concerto commemorativo quando le condizioni lo consentiranno, in un clima di recuperata serenità.

Il programma e il repertorio musicale della Banda è ampio, vario e raffinato. Quali generi comprende?

La Banda ha affrontato tutti i generi musicali nel suo secolo di storia, con ciascuno dei Maestri,  spaziando da brani della tradizione classica e sinfonica a musica contemporanea. La produzione discografica della Banda è aumentata sensibilmente negli ultimi dieci anni,  anche perché ci siamo dedicati al recupero di pagine importanti e alla trascrizione di pezzi originali per banda.

Qual è per lei la pagina più bella, originale o in adattamento, per banda?

La scelta è difficile tra i  brani di Verdi, sempre presenti nel nostro repertorio, perché è il nostro compositore più amato per la sua scrittura musicale molto congeniale all’interpretazione bandistica,  i brani di Wagner,   i brani di musica contemporanea. Il maestro Borgia ha diretto un concerto al Ravenna Festival che ci parla di musica contemporanea, eseguendo  pezzi come il Tema e Variazioni per Banda Opera 43 di Schenberg o il brano originale scritto dal M° Borgia “Armonie per Terrarin”. La mia pagina preferita, pur amando molto le sinfonie di Verdi e tante altre composizioni alle quali sono molto legato, è il Don Pasquale di Donizetti.

La banda ha sempre avuto una sua discografia?

Sin dalle origini. Abbiamo riscoperto un disco del M° Cajoli, indice del fatto che la Banda già incideva su vinile agli inizi del ‘900.  La discografia è poi continuata con il M° Cirenei del quale conserviamo, nella Galleria permanente della sede della  Banda dell’Arma, una raccolta in vinile di dischi a 78 giri, quasi introvabile, donata  dal figlio del M°Cirenei. In occasione del centenario abbiamo in programma una uscita discografica in Cd e in vinile, per raccontare la storia della Banda nel corso dei suoi 100 anni.

La Banda, che è una vera e propria orchestra, di quanti elementi si compone e quali strumenti comprende?

La Banda dell’Arma ha un organico di 102 elementi, una bella orchestra numerosa che consente di affrontare qualsiasi tipo di repertorio. All’interno dell’orchestra c’è una suddivisione strumentale. La Banda, a differenza dell’orchestra, è un organismo quasi completamente costituito da strumenti a fiato e percussioni e talvolta si trovano inseriti anche strumenti ad arco, spesso il contrabbasso che impreziosisce l’organico bandistico. La Banda dell’Arma ha tutta la classe dei clarinetti al completo, dal piccolo in La bemolle che è lo strumento più acuto, al  contrabbasso in Si bemolle che è quello più grave, l’intera classe dei sassofoni, trombe, tromboni, corni e tutta la famiglia dei sicorni, sopranino, soprano e contrabbasso in Si bemolle. Con sei percussionisti, l’organico della Banda può affrontare qualsiasi tipo di composizioni, liriche o sinfoniche. In occasione di concerti, abbiamo avuto prestigiose collaborazioni con voci importanti, Andrea Bocelli recentemente, il M° Bruson, o con solisti come Il violino di Caroline Campbell, il violoncello di Sollima, il sicorno soprano di Paolo Fresu. Sono collaborazioni illustri che permettono alla Banda di esprimersi in generi diversi da quello classico.

Quali sono le occasioni solenni e le altre manifestazioni nelle quali la Banda si esibisce?

Il giorno di Natale e di Pasqua la Banda dell’Arma è schierata in Vaticano, di fronte alla Banda Vaticana, durante la benedizione del Papa Urbi et Orbis. Nel corso delle visite dei Capi di Stato, sia la Banda che la Fanfara della Legione Allievi partecipano all’accoglienza attraverso il picchetto d’onore che viene riservato loro al Quirinale o durante i vari spostamenti nel territorio nazionale. La Festa dell’Arma dei Carabinieri, che si celebra il 5 giugno, è il momento che suggella e ricorda gli avvenimenti più importanti dell’anno, che festeggiamo con il nostro Comandante Generale e con le autorità istituzionali.

Le esibizioni della Banda, dai suoi esordi al tempo che viviamo, hanno sempre registrato apprezzamento ed entusiasmo. La Carabinierità dei suoi componenti cosa aggiunge alla musicalità?

I “Musicisti con le stellette”, come vengono denominati, hanno un valore aggiunto che deriva loro dall’essere e sentirsi  prima di tutto Carabinieri, impegnati nella società in un ruolo non solo militare ma sociale di vicinanza e prossimità alle persone, soprattutto a quelle che si trovano in condizioni di difficoltà.

E’ questa l’essenza della Carabinierità?

Esattamente, alla quale aggiungono la passione per la musica. Sono musicisti di straordinaria qualità che, con impegno e abnegazione, permettono alla Banda di essere una realtà di altissimo profilo musicale e militare.

La Banda si esibisce sui palchi più prestigiosi del mondo, ma oltre alla musica e alla perfezione stilistica delle sue esecuzioni, quale messaggio esporta?

I messaggi sono tanti, perché il popolo si identifica con la  nostra compagine musicale, sentendola molto vicina. La Banda viene accolta con entusiasmo in Italia e ancor più all’estero, dove tourneè svolte molti anni fa, vengono ancora ricordate. Sono frequenti gli episodi in cui ci chiedono autografi su dischi vecchi relativi a precedenti concerti.  A NY la Banda ha partecipato a tanti Columbus Day e io ho percepito direttamente il senso di vicinanza che i nostri musicisti con le stellette trasmettono alla gente, entusiasta anche per le splendide uniformi, per i colori bianco e rosso del pennacchio. La figura del Carabiniere musicista della Banda è ben salda nell’immaginario collettivo.

La Banda dell’Arma, festeggiata come eccellenza italiana nel mondo, si è esibita nell’Aula del Senato, nell’ambito del progetto Senato e Cultura e sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, aprendo la serata conclusiva del 70° Festival della canzone italiana, suonando, seppur in due scenari diversi, per la stessa platea, l’Italia e gli Italiani. Che immagine restituiscono le due diverse esperienze?

Sono immagini totalmente diverse. L’Aula del Senato della Repubblica e il pubblico presente hanno accolto la Banda con grande partecipazione, riservandole una standing ovation al termine dell’esecuzione della “Danza delle ore” di Ponchielli che ci ha regalato forti emozioni. La partecipazione al Festival di Sanremo è stata un ritorno, dopo 10 anni dalla nostra prima esibizione. Il pubblico, dentro e fuori il Teatro dell’Ariston, ci ha accolto con entusiasmo accompagnando la nostra uscita sulle note della Fedelissima marcia d’ordinanza. Entrambe le occasioni hanno restituito il senso di un attaccamento profondo alla Banda e ai valori che esprime.

Il 25 aprile, Festa della Liberazione, l’omaggio solitario del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Milite Ignoto che ha deposto una corona di alloroè stato accompagnato dal Maresciallo Maggiore Antonio Tilli, 2° tromba della Banda, che ha eseguito Il Silenzio, aggiungendo intensità a una struggente solennità. La Banda musicale dell’Arma c’era. Che storia racconta?

Racconta la storia di una presenza simbolica importante, mentre si scriveva una pagina solenne della nostra storia patria. L’immagine del Presidente della Repubblica sul sacello del Milite Ignoto, con i due Corazzieri che depongono la corona di alloro e il Maresciallo Tilli che ha reso gli onori militari suonando Il Silenzio, con una esecuzione perfetta, in un momento di sospensione del tempo, ha prodotto un’emozione unica che si è riverberata su tutti gli Italiani. La presenza di un componente della Banda dell’Arma, insieme ai Corazzieri, è stata molto significativa.

La Banda dell’Arma dei Carabinieri rappresenta ed esporta nel mondo la cultura musicale italiana che esprime l’identità del suo popolo. E’ più una soddisfazione o una responsabilità?

Si avverte un forte senso di responsabilità nel guidare un gruppo che ha una storia tanto importante, condivisa con le Istituzioni e le persone che si identificano con l’Arma dei Carabinieri e con la compagine musicale che è il suo biglietto da visita, soprattutto all’estero.  Altrettanto importanti solo le soddisfazioni che derivano dal guidare i Musicisti con le stellette, un gruppo di professionisti molto capaci e con una storia immensa come quella della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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