Una città storica, Roma, un nome potente, Giulio Cesare, una data simbolo, le Idi di Marzo. Ed è subito storia, si torna in un’epoca lontana che ha segnato la storia della cultura occidentale. Il luogo in cui morì Giulio Cesare oggi si può visitare passeggiando nella storia di Roma antica e calpestando il suolo dove camminavano gli antichi Romani. La musealizzazione dell’Area Sacra di Largo Argentina rende possibile accedere al sito archeologico, visitarlo in modo sistematico, scendere dalla strada ed entrare nella storia stratificata che parte nell’età repubblicana e attraversa l’epoca imperiale e medievale. Il nuovo percorso di visita, inaugurato il 20 giugno, è stato accolto con grande entusiasmo da cittadini e turisti, i dati ufficiali registrano 11.885 ingressi nel primo mese di apertura, segno che l’archeologia e i progetti legati alla sua valorizzazione, suscitano interesse e curiosità. Il sito, rimasto sepolto per secoli, scoperto negli anni 20 del ‘900 in occasione dei lavori di demolizione del quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Florida, via San Nicola da Cesarini e Corso Vittorio Emanuele II per la costruzione di nuovi edifici necessari alla città diventata capitale, restituisce i resti dei templi dell’Area Sacra e una selezione di reperti provenienti dagli scavi e dalle demolizioni del secolo scorso. Frammenti di epigrafi, sarcofagi, decorazioni architettoniche e due teste di statue colossali appartenenti a divinità venerate nell’area sacra, sono esposte in mostra in due aree espositive allestite nel portico della Torre medievale del Papito e nei locali al di sotto del piano stradale. I lavori di musealizzazione sono stati condotti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina, finanziati da un generoso atto di mecenatismo culturale di Bulgari, la Maison che si prende cura di Roma e della sua storia. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Claudio Parisi Presicce Sovrintendente capitolino e Jean-Christophe Babin amministratore delegato del Gruppo Bulgari.
Claudio Parisi Presicce
Perché l’inaugurazione dell’Area Sacra di Torre Argentina rappresenta un momento di festa per l’archeologia romana?
L’Area Sacra è una delle poche aree archeologiche di epoca repubblicana che è possibile visitare calpestando il suolo antico, camminando esattamente dove camminavano i Romani antichi. La passerella, accessibile a tutti, è stata realizzata alla stessa quota delle pavimentazioni dei templi antichi e delle aree pavimentate antistanti.
Questo cosa significa?
Ha un grande significato perché consente di avvicinarsi moltissimo e capire il senso dei materiali adoperati, delle cornici decorate, degli elementi architettonici che furono adoperati per la realizzazione di questi templi.
Cosa rappresentava l’Area Sacra?
Nelle aree sacre si riuniva la popolazione per celebrare le proprie divinità. Nell’Area Sacra di Largo Argentina ci sono 4 templi costruiti in epoche diverse, dal IV sec. al I sec. A.C., dedicati a 4 divinità femminili, tutte collegate con l’acqua e la fertilità, in un luogo particolare del Campo Marzio che sarà poi sfruttato per la costruzione di tanti altri monumenti, il Teatro di Pompeo, il Teatro di Marcello, il Circo Flaminio. Questi 4 templi sono l’essenza stessa del rapporto che Roma aveva con le popolazioni che includeva nella propria città e nel proprio impero.
Quali erano le divinità?
Le divinità appartengono alle popolazioni non romane ma che diventano divinità della Roma antica, Giuturna, Feronia, la Fortuna stessa chiamata Fortuna huiusce diei, del giorno attuale, le Ninfe da sempre proprietarie di quest’area dove arrivava il Tevere quando inondava la città.
Chi visiterà l’Area Sacra cosa troverà e cosa proverà?
Troverà i templi tradizionali che poggiano su un alto podio, conservano le colonne e una grande scalinata prospiciente, su cui poggia l’altare dove avvenivano i sacrifici. Ma la grande meraviglia è che in mezzo a due di questi templi si trova un muro che è possibile attribuire alla Curia di Pompeo dove Giulio Cesare fu assassinato. Il visitatore proverà l’emozione di ammirare uno spaccato di storia che racconta oltre due millenni di Roma.
Jean-Cristophe Babin
Maison Bulgari, finanziando il recupero dell’Area Sacra, regala a Roma un ennesimo atto di mecenatismo culturale
Per Bulgari Roma è la città dell’ispirazione artistica che ci ha resi famosi in tutto il mondo. Roma ha ispirato la nostra arte orafa con i suoi monumenti, i suoi contrasti, i suoi colori. Siamo felici di ringraziare la città per questa ispirazione costante anche con atti di mecenatismo, mettendo a disposizione fondi per partecipare, insieme al pubblico, a cantieri importanti che realizziamo insieme alla Sovrintendenza Capitolina.
Bulgari mecenate di Roma ha realizzato restauri significativi per la città?
La scalinata di Trinità dei Monti, i Mosaici di Caracalla, l’illuminazione di Palazzo Braschi e dell’Ara Pacis, fino alla musealizzazione della famosa ma misteriosa Area Sacra di Largo Argentina, scoperta un secolo fa e rimasta inaccessibile fino a oggi.
Come funziona la sinergia tra pubblico e privato?
È un approccio che sta dando risultati esemplari e che in questo caso permette di godere un luogo bellissimo e ricco di storia che diventa fruibile ai cittadini romani e ai turisti di tutto il mondo, dopo due secoli di riservatezza assoluta. Abbiamo riscoperto questo luogo assicurando fruibilità e accessibilità per far apprezzare l’area sacra come si poteva vedere in epoca repubblicana, allo stesso livello del suolo della Roma di allora, circa 10 metri più basso rispetto a oggi.
Bulgari regala a Roma la valorizzazione dell’archeologia ma anche nuove iniziative come l’Hotel Bulgari inaugurato di recente a Piazza Augusto Imperatore
Abbiamo restaurato un monumento e ne abbiamo fatto un monumento anche dell’ospitalità, con l’albergo più di lusso mai concepito in Europa che è però anche un centro culturale, offre una biblioteca aperta al pubblico per approfondire la storia dell’antica Roma ma anche della Dolce Vita. Abbiamo in esposizione molte statue della Collezione Torlonia, a partire da quella di Augusto Imperatore.
L’albergo è un elogio al made in Italy?
Esattamente, per realizzarlo abbiamo utilizzato i migliori artigiani italiani per il mosaico, il tessile, il legno, il marmo. Ne è venuto fuori un albergo unico al mondo che racchiude e racconta molto della città, anzi è proprio un monumento alla gloria di Roma.