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TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore

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TOLKIEN, pagine tolkieniane, Mondo Secondario, Terra di Mezzo, Elfi, Uomini, Nani e Hobbit, esseri semidivini e creature dell’oscurità, lingue, geografie e culture nuove. Tolkien e il suo mondo arrivano a Roma alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, con una mostra che illustra le diverse anime di un autore planetario. LO HOBBIT e Il Signore degli Anelli sono ancora oggi i libri più tradotti al mondo dopo la Bibbia e il Corano e l’unico interrogativo che questa constatazione pone è capire il perché. Visitare la più grande esposizione mai dedicata in Italia a Tolkien, è un’esperienza consigliata a chi lo conosce e lo ama, a chi lo conosce poco, a chi non lo conosce affatto e non comprende le molte ragioni del fenomeno Tolkien. Non siamo curiosi di capire come un mite accademico di Oxford che conduceva una vita senza scosse, sia diventato un’icona del suo tempo e continui, a cinquanta anni dalla morte, a essere in cammino nella storia universale? Finora l’autore ha affascinato cinque generazioni di lettori, ha ispirato la cinematografia, le arti visive, i fumetti, ha traghettato la mitologia nella vita quotidiana fatta anche di gadget e oggetti che rendono riconoscibili ovunque, a ogni latitudine, i protagonisti della sua opera. TOLKIEN UOMO PROFESSORE AUTORE è una mostra promossa dal Ministero della Cultura, con la collaborazione dell’Università di Oxford e di altre autorevoli istituzioni internazionali coinvolte nei prestiti di documenti inediti e materiali preziosi che tracciano un percorso espositivo vasto e interessante. TOLKIEN al centro del racconto, una importante occasione culturale per conoscere l’uomo, il professore, l’autore. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Alessandro Nicosia presidente di C.O.R che ha realizzato l’esposizione e Oronzo Cilli, studioso di Tolkien a cui è stata affidata la curatela della mostra evento.

Alessandro Nicosia

C’è un modo pop di raccontare Tolkien?

Abbiamo costruito una mostra con una doppia chiave di lettura, una per gli addetti cioè coloro che conoscono Tolkien in maniera approfondita ma che non conoscevano tante cose presentate per la prima volta in questa esposizione e una per un pubblico più generalista che trova nella mostra e nella stanza EREDITA’, una lettura pop su cosa ci lascia lo scrittore in eredità.

E cosa ci lascia oltre i libri?

Ci lascia film, dischi di grandi artisti internazionali che si sono interessati a Tolkien, fumetti, il mondo dei giochi, costumi, oggetti e tante altre cose che fanno parte del nostro vissuto quotidiano.

Proporre un lato pop del fenomeno tolkeniano è una innovazione?

Si, perché la gente solitamente si identifica solo con le sue opere. La mostra vuole raccontare Tolkien a tutto tondo, con il suo percorso umano e professionale.

La dimensione predominante è quella di Tolkien creatore di mondi?

 Tolkien è creatore di mondi unici, un autore che è diventato più di un classico, è lo scrittore più letto e tradotto al mondo.

Tolkien a Roma è un grande evento culturale. Per cosa si caratterizza rispetto alle prestigiose mostre internazionali dedicate all’autore?

Sono state dedicate a Tolkien mostre allestite a Oxford, a Parigi, a Milwaukee, prestigiose ma di segmento, molto scientifiche. La retrospettiva italiana racconta Tolkien a tutto tondo, racconta l’uomo con una prima sezione che legge i momenti più importanti della sua vita, la guerra che è costretto a fare, la moglie protestante che per lui, cristiano cattolico osservante, si converte al cattolicesimo, gli amici. La seconda sezione racconta Tolkien professore e accademico che studia e approfondisce i testi della letteratura antica inglese. La terza sezione è dedicata all’autore che ha venduto in tutto il mondo 250 milioni solo de Il Signore degli Anelli.

Una mostra da visitare perché?

Sicuramente perché offre una lettura molto approfondita di Tolkien e del suo mondo. Chi la visita ha la possibilità di capire il concept importante di un progetto che abbiamo curato, organizzato e prodotto con la finalità di far capire che Tolkien è di tutti e per tutti, estraneo a qualsiasi strumentalizzazione politica.

Tolkien amava l’Italia ma a Roma non è mai arrivato

Esattamente, Tolkien amava l’Italia ma soprattutto la lingua italiana che si crucciava di non saper parlare e lo scrive in tante lettere. Era un dantista, aveva un rapporto personale con Croce a cui invierà un libro presente in mostra grazie al prestito della Biblioteca Croce di Napoli. Tolkien fa un primo viaggio in Italia, ad Assisi e Venezia, un secondo viaggio dopo qualche anno ma a Roma arriva solo oggi con questa mostra.

Oronzo Cilli

 Tolkien è sempre attuale?

Certamente, Tolkien è un grande autore inglese che appartiene a tutto il mondo, è tradotto in 70 Paesi, 52 lingue e a cinquanta anni dalla morte ancora oggi parla a tutti e riesce a unire tutti.

Perché l’Italia lo celebra?

L’Italia lo celebra perché Tolkien aveva un legame forte e acclarato con il nostro Paese, amava molto la lingua italiana e gli autori della nostra letteratura. Per dieci anni ha studiato Dante che amava in modo particolare, ha scritto anche un testo sulla lusinga in Dante. Celebrarlo in Italia significa riconoscere all’autore un giusto riconoscimento, così come è stato celebrato in molti Paesi del mondo. L’ultima mostra dedicata a Tolkien è stata realizzata in America, a Milwaukee, ma era incentrata solo sulla sua dimensione di autore.

La mostra a Roma ha una sua identità?

L’esposizione celebra due importanti cinquantenari che ricadono nel 2023, la scomparsa di Tolkien avvenuta il 2 settembre 1973 e la pubblicazione della prima edizione italiana de LO HOBBIT edito da Adelphi.

La mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna racconta Tolkien con una prospettiva più ampia rispetto alle retrospettive precedenti?

Si, lo racconta come uomo, professore e autore perché Tolkien scrittore non può essere unico, è la somma di Tolkien professore e Tolkien uomo. L’autore comprende tutto, la sua vita famigliare, la sua fede, gli affetti, gli amici, il mondo accademico molto presente nelle sue opere, come nel Signore degli Anelli con le ispirazioni che derivano da testi importanti della mitologia nordica che Tolkien riprende. La mostra a Roma celebra queste tre fasi della vita e fa capire come tutte insieme contribuiscano a costruire e raccontare Tolkien nella sua totalità.

Perché Tolkien piace tanto?

Piace e affascina tutti perché in Tolkien ognuno trova qualcosa, ciascuno può sentirlo proprio sapendo però che non gli appartiene in via esclusiva perché è un autore che appartiene a tutti. Tolkien è stato e continua a essere, fonte di ispirazione per l’immaginario contemporaneo.

“Non invento nulla, registro solo qualcosa che da qualche parte già c’era”. Con questa definizioneTolkien sintetizza solo la sua arte o lancia un messaggio?

Tolkien è un continuatore, non inventa nulla, prende i grandi miti, le grandi storie epiche e li rielabora, attualizzandole in un linguaggio moderno. Continua la grande tradizione dei grandi scrittori ma anche dei bardi, i grandi raccontatori di storie norrene.

Qual è il lascito culturale di Tolkien nella cultura contemporanea?

È un lascito vastissimo e la mostra lo racconta, dalla musica con i Led Zeppelin che hanno scritto canzoni dedicate a Tolkien, ai Beatles che volevano farne un film, ai film di Peter Jackson super premiati, ai fumetti, al mondo dei giochi, all’arte naturalmente perché in mostra sono esposte 100 opere di grandi illustratori mondiali. Il suo è un grande lascito che riesce a parlare a tutti e in tutte le forme, è un universo narrativo profondamente interconnesso con la nostra realtà.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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