A Beautiful World, tre parole che si pronunciano con il sorriso perché a chi non piace l’idea di un mondo bellissimo, è il titolo di una mostra fotografica allestita a Palazzo Bonaparte. L’autore ha un nome italiano, Mario Testino, ma è nato in Perù 70 anni fa, ha origini italiane e irlandesi, una formazione cosmopolita perchè ha vissuto in Brasile, a Londra e ha girato il mondo, raccontandolo con il trasporto dei suoi scatti fotografici. Mago della fotografia di moda internazionale, direttore creativo, guest editor, fondatore di musei e collezionista d’arte, Mario Testino è nell’immaginario collettivo legato alla realizzazione di ritratti iconici per protagonisti del jet set e personaggi entrati nella storia. Diana, Princess of Wales,ritratta per Vanity Fair nel 1997, l’anno della sua tragica morte, William e Kate ritratti per le foto ufficiali del fidanzamento, il Re e la Regina di Giordania, altre coppie di Reali, ma anche i Rolling Stones, Kate Moss, Gisele Bundchen, Madonna, Naomi Campbell. Fotografie che nascono da sole e vivono da sole, in un viaggio che rifugge da sempre la noia della perfezione. Mario Testino ha inaugurato con la sua presenza un progetto espositivo destinato al mondo ma presentato in anteprima mondiale a Roma, una sorta di omaggio all’Italia, il Paese dove in anni recenti ha scelto di vivere. L’artista introduce alla mostra con lo sguardo sornione di chi sa che sta per sorprendere i visitatori con un progetto completamente nuovo. Non è solo il fotografo che spariglia le carte, ma l’uomo che dopo 42 anni dedicati al mondo patinato della moda, decide di mettersi in viaggio, per 7 anni, visitando 30 Paesi e torna con una valigia piena di volti, colori, vestiti, immagini di popoli e tradizioni, ritratti in luoghi reconditi che regalano uno sguardo nuovo sul mondo. E’ questo A beautiful World, un mondo bello perché ricco e vario, uno scrigno di culture in cui ogni identità ha il valore dell’unicità che ogni abito, costume o vestito rappresenta e racconta. Mario Testino riflette sull’importanza di appartenere attraverso i vestiti, perché nei miei viaggi mi sono reso conto che quando un Paese perde il legame tra la sua storia e il suo abito tradizionale, qualcosa di veramente prezioso è andato perduto. Tutto è eleganza, storia, fascino e tradizione in un mondo che tende alla globalizzazione. A Beautiful World esiste e Mario Testino incoraggia a cercarlo, a guardarlo, a immergersi nella bellezza di una diversità che è unicità. 70 ritratti per viaggiare nel mondo, in luoghi insoliti e Paesi sconosciuti, tra danze, rituali, feste, consuetudini dove il costume, il cappello e l’orpello, la pelle, i capelli e gli ornamenti del soggetto ritratto, raccontano esattamente un luogo, figlio di un tempo e di una storia cominciata chissà quando. Il viaggio parte dal Perù, ispirato dai ritratti del fotografo peruviano Martin Chambi Jimenez dedicati alle donne di Cusco che indossano abiti tradizionali e prosegue attraverso Colombia, Messico, Giappone, Myammar, Mongolia, Kenia e tanti altri Paesi, tutti raccontati da abiti che sono una seconda pelle. Ecco perché la mostra sorprende e Mario Testino sorride con la consapevolezza che chi la visiterà, uscirà con un’altra idea su quello che è e può essere A Beautiful World, un mondo sconosciuto ma esistente.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Mario Testino e Patrick Kinmonth artista, scrittore, designer multidisciplinare e curatore di A Beautiful World, una bellissima mostra Arthemisia.
Mario Testino
Il mondo è davvero A beautiful World?
Per me lo è certamente, nella mia testa e nel mio desiderio. So che ci sono persone non abituate a considerarlo tale perché magari hanno in testa altre cose che non gli fanno sembrare bello il mondo che io racconto, ma per me è un mondo bellissimo.
La magia dell’umiltà di cui lei parla con emozione, è propria solo dei popoli lontani protagonisti del suo progetto espositivo o è un valore riscontrabile ovunque?
L’umiltà è dovunque ed è una dote, una vera ricchezza.
Appartenere attraverso i vestiti…cosa significa nella sua concezione?
Recuperare le tradizioni del mondo attraverso i vestiti che assumono particolare importanza in Paesi e tra popoli dove esiste la libertà di non essere commerciali.
Patrick Kinmonth
A Beautiful World è una mostra più trasgressiva o più innovativa nella carriera artistica di Mario Testino?
È entrambe le cose, è una trasgressione perché nel nostro mondo tutto cambia per rendere tutto uguale e siamo in un momento in cui tutti vogliamo fare le stesse cose. Questo è sintomatico di un processo di distruzione dell’individualità così come avviene nella foresta amazzonica in Brasile. Stiamo distruggendo quello che abbiamo creato e di cui abbiamo vissuto per migliaia di anni. Mario Testino ha fotografato solo una piccola parte di questo mondo straordinario che ci circonda ed è per questo che vuole continuare. È trasgressiva perché siamo così dipendenti dall’innovazione che è certamente importante, il progresso della scienza, le nuove tecnologie, la fotografia digitale che ha reso possibile questa mostra ma al contempo è molto importante che noi non lasciamo da parte e perdiamo questa varietà e il mondo visivo che riguarda soprattutto l’appartenenza.
Come si tutela l’appartenenza?
Tutelare l’appartenenza è il cuore di tutto, a partire da questa bellissima mostra. L’ appartenenza è un problema di salute mentale perché tutti si chiedono chi sono io? Cosa sto facendo? Qual è la mia rilevanza? Non mi sento più parte di nessun sistema! Questa mostra dice che la cosa più importante del mondo è saper vedere e riconoscere la varietà e l’individualità che caratterizza il mondo.
La libertà è un tema importante in questo progetto espositivo?
Saper riconoscere la varietà e l’individualità è libertà, un concetto fondamentale e tutti abbiamo un grande problema da risolvere.
La libertà passa anche attraverso i vestiti?
Completamente, è una osservazione molto giusta perché la libertà passa anche attraverso i vestiti che tutti scelgono. Quando si visita la mostra, si capisce subito e tutto quello che abbiamo detto finora, si riassume in ciascuna immagine, in ciascun ritratto.
Come sono stati selezionati i 70 ritratti esposti nella valigia di fotografie che Mario Testino ha scattato in 7 anni di viaggio?
Con gli occhi e con le conversazioni del cuore. Ogni stanza è circondata da un’idea che spero si trasmetta e arrivi al visitatore. Non c’è l’indicazione di un argomento o di un titolo, ma ciascuno può sentire e trovare ciò che è la verità per lui. È l’offerta di un viaggio.
È anche un viaggio antropologico ed etnografico?
Non è un documentario ma il viaggio personale raccontato con il punto di vista di Mario Testino che è una persona, ha le sue emozioni e le sue visioni. Non è un viaggio antropologico perché non è fatto dal National Geographic, ma è un viaggio fatto con il cuore per osservare e riconoscere.