Settant’anni di storia della Rai raccontata al femminile, con un focus sulle donne che lavorando in televisione, hanno costruito un modello di riferimento, tracciato una via e segnato un tempo. Il 2024 è un anno celebrativo per la Rai, la televisione pubblica compie settant’anni e la radio festeggia un secolo. Cosa ha rappresentato per l’Italia la prima grande industria culturale a diffusione nazionale? Ha raccontato il mondo agli Italiani, ha unificato il linguaggio, ha informato, emozionato, incuriosito e divertito, ha perfino insegnato a leggere e scrivere, ha fatto cantare con il Festival di Sanremo e lo Zecchino d’Oro, ha portato i cantanti in carovana per paesi e città con il Cantagiro, ha avvicinato tutto a tutti, ha fatto gioire con il calcio e conoscere tutti gli sport, ha creato personaggi iconici ma ha soprattutto raccontato un Paese e le sue trasformazioni. Soffermarsi sui protagonisti di questa inesausta storia italiana, significa anche estendere la ricerca a nomi, volti, ruoli che hanno fatto molto e di cui si è forse parlato poco. Le donne e il loro lavoro, in compiti e tempi diversi, davanti e dietro le telecamere, sono al centro di una produzione originale, trasmessa su RaiPlay e Rai2, che attribuisce a trenta professioniste, il merito di aver lasciato un segno indelebile nella Tv pubblica. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra Lorenza Fruci, manager culturale ed esperta di comunicazione, autrice con Luca Rea e Anna Bisogno, del programma 30×70- Se dico donna…
Lorenza Fruci
Parliamo di donne nella RAI, con 30×70-Se dico donna cosa accade?
Succede che su RaiPlay e su Rai2, si trasmettono pillole dedicate alle protagoniste donne che hanno fatto la storia della Rai.
Un viaggio al femminile nella storia della Rai?
Sì, è un viaggio al femminile nella storia della televisione ma anche dell’Italia. Sono stati realizzati trenta ritratti di professioniste che hanno lavorato in video e dietro le quinte, personalità importanti nel mondo della televisione, dell’arte e dello spettacolo. Oltre ai nomi più noti, ci sono anche autrici, scenografe e registe.
La RAI celebra i suoi primi settant’anni e allarga lo sguardo anche sul contributo delle donne in azienda?
Settant’anni di Tv pubblica sono un anniversario importante ed è anche per questo che abbiamo voluto cambiare il punto di vista, analizzando il lavoro delle donne. E’ un viaggio tutto al femminile nella RAI, con uno sguardo allargato anche a chi lavora dietro le telecamere. Tutti ricordiamo personaggi iconici come Mina e Raffaella Carrà, ma nel flusso continuo di programmazione, abbiamo forse perso traccia di altre figure che hanno inciso, con modalità e contributi diversi, nella storia della Rai e hanno segnato un tratto di televisione ma anche della nostra società.
Presentatrici, artiste, conduttrici, ma ci sono anche donne che hanno scritto pagine importanti nel giornalismo televisivo?
Ci sono giornaliste come Franca Leosini e Donatella Raffai che negli anni Ottanta si sono occupate della televisione verità con programmi ancora in onda e artiste che si sono occupate del dietro le quinte, come la grande scenografa Alida Cappellini che ancora oggi si occupa della Rai.
Il flusso continuo di trasmissioni che racconta da settant’anni L’Italia e gli Italiani, costituisce un prezioso patrimonio audiovisivo custodito dalle Teche Rai…
È un patrimonio immenso che non smette di stupire e offre una importante possibilità di racconto. Gli episodi che abbiamo realizzato sono una produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali in collaborazione con Rai Teche.
Le trenta biografie diffuse in pillole nascono dalla nelle Teche Rai?
Si e il lavoro più sorprendente e divertente è stato proprio quello di scoprire curiosità e chicche sconosciute all’interno delle Teche Rai. Abbiamo realizzato racconti affidati a una voce narrante, Francesca Barolini che è anche una risorsa di Rai Teche, esperta di storia della Rai, che ci accompagna in questo viaggio tutto al femminile nel materiale custodito negli archivi.
La Rai è donna, ha un’anima e una forza femminile?
La storia della Rai si legga al mezzo di comunicazione e alla storia della nostra società che è stata dominata da una visione maschile. Ciò non significa che le donne non si siano fatte spazio all’interno della televisione pubblica. Le risorse femminili della Rai sono moltissime e negli ultimi decenni sono emerse in maniera importante. In questi settant’anni si registra un cambiamento della televisione, l’immagine della donna nel mezzo televisivo in genere, è contraddittorio, non ci valorizza, ma è importante avere uno sguardo critico e guardare con attenzione negli interstizi.
Per scoprire cosa?
Come ci siano donne che hanno segnato la storia della nostra televisione e anche della società, senza essere mai raccontate.
Perché non lo sono state?
Perché non sono state mai viste per quanto dovevano essere viste.
È un progetto culturale importante…
Il progetto culturale che è alla base di produzioni come 30×70-Se dico donna, accende un faro sulla presenza positiva della figura femminile che ha caratterizzato tutta la storia della Rai, per superare una certa rappresentazione contraddittoria che emerge sul piccolo schermo. E’ importante anche per dare altri punti di riferimento alle nuove generazioni.
Quali segni indelebili hanno lasciato le donne protagoniste nella storia della Rai?
Nel costruire questo mosaico di figure, abbiamo notato segni indelebili che le accomunavano tutte, competenza, preparazione, impegno, coraggio, senso di responsabilità e grande personalità. Un altro segno distintivo riscontrato è certamente la creatività, celata spesso dietro un’immagine di bellezza.
Come sono stati composti i trenta ritratti?
La selezione delle trenta figure, certamente non esaustiva, risponde a criteri di ricerca storica e sociologica. Il principio guida è voler tracciare l’evoluzione della storia della televisione, il cambiamento dei linguaggi, con personaggi che solo apparentemente sembrano minori ma sono lì perché hanno segnato un cambiamento del linguaggio televisivo, della rappresentazione del Paese e della società.
Fulvia Colombo, Anna Marchesini, Enza Sampò, Carmen Lasorella, Franca Valeri…solo per cominciare?
Si, sono i primi cinque nomi che fanno riferimento a generi televisivi e a linguaggi diversi. Fulvia Colombo è il volto che segna l’inizio della televisione italiana, la prima annunciatrice a dare l’avvio alle trasmissioni della Rai il 3 gennaio 1954. Anna Marchesini, doppiatrice e attrice dai mille volti comici, porta in Tv una comicità surreale con le sue incredibili parodie. Enza Sampò è stata la prima presenza parlante femminile, ha attraversato tutta la storia della Tv, ha lavorato in Rai per circa quarant’anni, come conduttrice e protagonista di generi televisivi diversi nel tempo ed è sempre riuscita ad affermarsi con professionalità e garbo in ogni contesto. Carmel Lasorella, inviata di guerra, ha portato sullo schermo lo sguardo al femminile nel racconto della guerra, con professionalità e coraggio. Franca Valeri, la prima attrice in Tv autrice di se stessa, ha proposto un modello di comicità diverso rispetto al momento storico in cui si è inserita, con una serie di ritratti irriverenti che hanno segnato un’epoca.