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Alla Festa del Cinema di Roma, Women in Cinema Award premia le donne

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Roma accoglie l’autunno in red carpet, con la Festa del Cinema di Roma, una manifestazione che dal 2006 festeggia il cinema italiano e internazionale. L’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone è il cuore di un Festival diffuso in una città che ha storicamente relazioni culturali importanti con la cinematografia e custodisce luoghi sacri al cinema mondiale. La diciannovesima edizione celebra Marcello Mastroianni, la cui foto campeggia sul poster della Festa diffuso in tutta Roma. Un film documentario, Ciao Marcello, racconta l’attore diventato leggenda nel primo centenario dalla nascita. La mostra si concluderà il 27 ottobre, dopo undici giorni di proiezioni, incontri, premi e  Roma che è stata la capitale del cinema mondiale. Attori, registi ma anche protagonisti di arti affini, hanno sfilato sul red carpet, uno dei più lunghi al mondo. Uno sguardo al look delle star, una comprensibile curiosità su chi va e chi viene, ma l’interesse è per i messaggi e i simboli che si diffondono attraverso una manifestazione che assume sempre più un significativo spessore culturale. Nell’ambito della Festa del Cinema, si è svolta la decima edizione di WICA, Women in Cinema Award, un premio che nasce dalle donne, Claudia Conte, Angela Prudenzi, Cristina Scognamillio e arriva alle donne. WICA 2024 è assegnato a protagoniste che attraverso il cinema, la letteratura, la musica, lo sport, attraversano i temi dell’inclusività e dell’accessibilità con concretezza e coraggio. Lo Spazio Lazio Terra di Cinema, inaugurato all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, accoglie le premiate Maria Chiara Giannetta, Annamaria Granatello, Roberta Torre, Monica Boggioni, Francesco Costabile, Fondazione Una Nessuna Centomila e Lia Levi, WICA alla carriera. Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra le personalità insignite del WICA 2024 e Claudia Conte, ideatrice, produttrice e testimonial del Women In Cinema Award.

Claudia Conte

WICA, un premio che parte dalle donne e arriva alle donne?

WICA è un esempio di solidarietà femminile che nasce da un rapporto di collaborazione tra donne. Accanto a me ci sono Cristina Scognamillio, Angela Prudenzi e una Academy di giornaliste e critiche cinematografiche che selezionano e scelgono le donne da premiare in ogni edizione.

WICA era presente alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e arriva alla Festa del Cinema di Roma, per raccontare cosa?

Per ricordare che noi donne abbiamo una voce e dobbiamo farla sentire. A Venezia una regista, Maura Delpero, ha vinto il Gran Premio della Giuria e ha poi conquistato gli spettatori nelle sale cinematografiche. Women in Cinema Award ricorda a tutti che la società deve essere attenta ai segnali che il mondo reale invia ed è la ragione per la quale WICA 2024 è all’insegna del cinema e della cultura che devono essere accessibili a tutti.

WICA alla Carriera alla scrittrice Lia Levi, un incontro tra scrittrici di generazioni diverse ma che raccontano oggi lo stesso tempo?

Wica alla Carriera è un riconoscimento alla produzione letteraria di Lia Levi, testimone attenta dell’Ebraismo in Italia e autrice di romanzi di toccante intensità. L’ultimo libro, E se non partissi anch’io, è appena uscito. Women In Cinema Award va anche alla resilienza e alla forza d’animo di una donna straordinaria che rappresenta un modello per tutte noi. Lia Levi è sopravvissuta all’Olocausto e a 93 anni continua a scrivere e a promuovere i valori della pace.

Lia Levi ha fondato e diretto per trent’anni una rivista, Shalom, in tempi che ancora non premiavano le iniziative imprenditoriali di una donna…

Si, era il 1967 quando Lia Levi fondò il mensile Shalom che significa pace, una parola che oggi bisogna riempire di contenuto. Tutti dobbiamo impegnarci a trasformare questa parola in realtà e Lia Levi ci aiuta a farlo, in un  mondo purtroppo ancora infiammato da tante guerre.  

Lia Levi

La letteratura è sempre più donna?

Si ma non bisogna creare un sistema per inventare qualcosa, è bello quando te ne accorgi da sola e io oggi considero forte questa rappresentazione delle donne che in letteratura c’è già da tempo ma nel cinema è molto più recente. La cerimonia di consegna del premio è stato un momento importante perchè  ho notato quanto ora sia forte questa rappresentazione delle donne nel cinema. Con stupore se ne sta prendendo atto, adesso e con gioia.

Maria Chiara Giannetta

La motivazione del WICA riassume tutto il suo percorso artistico, vissuto con versatilità ma sempre con grande sensibilità, in particolare nell’interpretazione del ruolo di Blanca, aspirante poliziotta non vedente…

Ogni volta che si riceve un premio è sempre una emozione nuova, per il riconoscimento del lavoro fatto e che si continua a fare soprattutto per sensibilizzare sui temi dell’inclusività e della lotta alla violenza di genere. WICA 2024 premia me come Maria Chiara per l’interpretazione di Blanca ma anche per l’impegno nella Fondazione Una Nessuna Centomila e allora la soddisfazione è doppia.

La collaborazione con la Fondazione Una Nessuna Centomila a quando risale?

Sono entrata da un anno a far parte del laboratorio artistico di Una Nessuna Centomila, un’organizzazione che fa tante cose e ha una vita intensa soprattutto in campo culturale. Vedere un film aiuta a sensibilizzare sui temi della violenza da contrastare, in questo momento siamo accanto a Francesco Costabile, nelle sale con un film, Famiglia, utile per capire tante cose, perché adesso è il momento per essere presenti.

Francesco Costabile

WICA 2024 a un regista che si definisce persona non binaria. E’ il segno che i tempi sono cambiati o siamo ancora in cammino?

Siamo ancora in cammino ma assegnare un premio a me, un autore e un’autrice non binaria che usa entrambi i prenomi, per i miei due film, dedicati alle vittime di violenze psicologiche e violenza fisica è un atto anche politico perché si dà riconoscimento a una categoria di lavoratori e lavoratrici che spesso non hanno visibilità. Il nostro cinema è fatto anche di identità non binarie, identità transgender. Ci sono tantissimi studenti che saranno le registe e i registi del futuro che hanno bisogno di una rappresentatività.

Ritira il premio anche per loro?

Ritiro il premio per tutti i ragazzi che hanno intrapreso un percorso di transizione e hanno paura di affrontare un lavoro in una cultura ancora troppo legata a una visione patriarcale.

Ricordiamo i suoi due film?

Una femmina, un film sulle donne che vivono nelle famiglie della ‘ndrangheta e Famiglia, ancora nelle sale, che racconta la storia di una donna vittima di un compagno violento.

Il cinema racconta il cambiamento in atto ma sono necessari anche i riconoscimenti che premiano questo cinema?

I premi sono riconoscimenti importanti che ci spingono ad andare avanti nel nostro percorso di ricerca. I film difficili vanno sostenuti perché spesso hanno difficoltà nelle sale e il sostegno dei colleghi, delle colleghe e delle istituzioni è un abbraccio d’amore. È necessario sostenerci tutti per far sì che il cinema in Italia sia ricco di molteplicità di sguardi e di narrazioni.

Roberta Torre

Qual è il valore di un premio attribuito a Roberta Torre, regista e tanto altro, con una motivazione che premia le sue storie sghembe ed eccentriche, popolate spesso da figure femminili lontane dai modelli convenzionali ?

È un premio che mi fa molto piacere ricevere perché, come tutti i premi, è un riconoscimento e un attestato a tutto il lavoro che ho fatto finora.  Sono particolarmente contenta per questo premio in particolare, WICA, che permette di ragionare anche sul femminile. Continua a essercene tanto bisogno perché anche se io do per scontato che ci sia una uguaglianza tra uomini e donne, in realtà non è così e lo sappiamo benissimo. Quando ho iniziato io a fare cinema, ero una delle poche, adesso sono una in mezzo a tante altre colleghe, con grande gioia e grandi talenti.

I talenti femminili oggi hanno adeguata possibilità di espressione?

I talenti femminili ci sono sempre stati ma se non c’è la possibilità di esprimersi, è difficile far vedere il proprio talento. Per questo ricevere un riconoscimento che parte dalle donne e arriva alle donne è molto importante per me.

Annamaria Granatello

Manager della cultura cinematografica, Direttore artistico del Premio Solinas, i talenti cinematografici li scova, li forma, li avvia e poi li premia. In questa occasione il Premio tocca a lei…

Io sono abituata a riconoscere gli altri, non a essere riconosciuta. Il mio lavoro nel cinema si svolge spesso dietro le quinte, davanti a un computer dalla mattina alla sera, a volte anche di notte.  Ho l’impressione che il mio lavoro non sia visto e che lo conoscano solo quelli con cui lavoro. Questo premio mi sorprende e mi emoziona l’idea di essere vista e riconosciuta per quello che faccio, di essere stata scovata nel mio lavoro che è proprio quello di scovare talenti.

Monica Boggioni

Un premio speciale nel nome dello sport?

È un grande onore per me ricevere questo premio. Women in Cinema Award ha un significato importante perchè quando lo sport viene riconosciuto come cultura, vuol dire che va oltre al singolo risultato di ognuno di noi.

E cosa diventa?

Si trasforma in un messaggio sociale e culturale molto più importante, in questo caso per le ragazze, le donne ma penso anche per tutto il Paese. Credo che possa essere un ottimo strumento di crescita per tutti.

9 Oro Europei, 6 Medaglie Paralimpiche, 7 Oro mondiali e  nella vita, laurea magistrale in Biotecnologie mediche e farmaceutiche, atleta paralimpica del Gruppo Fiamme Gialle Polizia di Stato. Al centro di tutto ciò, il nuoto…

Si, il nuoto che è per me una immensa espressione di libertà.

Maria Teresa Rossi
Maria Teresa Rossi
Osservo, scrivo, racconto. Per la Fondazione Osservatorio Roma e per Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all'estero..

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