Era il 19 maggio 1956 quando fu posta la prima pietra dell’Autostrada del Sole. San Donato Milanese entrò nella storia. Il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi assistette all’inizio dei lavori di quella che sarebbe diventata l’Autostrada degli Italiani. Il 4 ottobre 1964 l’Autostrada del Sole fu inaugurata a Firenze dal Presidente del Consiglio Aldo Moro. Otto anni di lavoro per collegare Nord e Sud d’Italia, da Milano a Napoli, con un’opera che sfidava i limiti dell’ingegneria. Lo Stivale lungo e stretto era attraversato da una lunga autostrada costruita realizzando 113 ponti e 38 gallerie. Il nome fu ispirato dalla direzione di marcia, da Milano e la sua nebbia, a Napoli piena di sole.
Il racconto contemporaneo di un’opera che ha cambiato profondamente l’Italia, promuoverebbe l’eccellenza di un sistema Paese capace di realizzare un’opera grandiosa e di concluderla in anticipo rispetto ai tempi previsti. Ma l’Autostrada del Sole non è stata solo una straordinaria infrastruttura che ha proiettato l’Italia nel progresso e nel futuro. Le tecniche di realizzazione adottate, ingegneristiche e architettoniche, sono solo uno degli elementi di un racconto che è storico, sociale, culturale. Celebrare i 60 anni dalla sua inaugurazione, significa ripercorrere più di mezzo secolo di storia italiana. L’ Autostrada del Sole è memoria personale, familiare e collettiva. È il viaggio di andata e ritorno per gli Italiani emigrati, è vacanza, gita e lavoro. E’ anche scoperta e libertà di movimento che diventa socializzazione nelle soste all’ Autogrill. La mostra L’Alba dell’Autostrada del Sole, allestita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, riflette sulle trasformazioni, le opportunità e l’epica legate alla più iconica e celebrata autostrada italiana.
Osservatorio Roma il Giornale degli Italiani all’estero incontra promotori, curatori e fotografi della mostra visitabile fino al 28 febbraio: Lucia Borgonzoni, Chiara Sbarigia, Luca Campigotto, Silvia Camporesi, Barbara Cannizzaro, Gregorio Moretti.
Lucia Borgonzoni
Sottosegretario di Stato Ministero della Cultura
Le trasformazioni del nostro Paese passano anche per l’Autostrada del Sole?
Certamente sì. L’ Autostrada del Sole è nata come progetto negli anni del boom economico, quando l’Italia ha avuto un incredibile rilancio internazionale e l’export ha visto cifre inimmaginabili fino a quel momento. L’Autostrada del Sole è la spina dorsale che ha unito il Paese, le persone e le merci. È un’opera ingegneristica strepitosa che tutto il mondo ha ammirato. Progettata per essere realizzata in 8 anni, è finita con un anticipo di 3 mesi rispetto ai tempi previsti. Un grande esempio di capacità ed efficienza.
È memoria collettiva e personale?
Tutti abbiamo l’Autostrada del Sole nel nostro immaginario, ognuno con il suo perché. Chi dal Sud era emigrato al Nord per lavorare, poteva tornare più spesso a trovare i parenti. Le famiglie che andavano in vacanza facevano soste negli Autogrill che entravano nel viaggio e quindi nell’immaginario.
La mostra è un viaggio fotografico che racconta cosa?
È una mostra fotografica che rivisita le foto storiche dell’Archivio Luce e le mette a confronto con la visione contemporanea di tre grandi artisti che hanno realizzato il loro viaggio fotografico sull’Autostrada del Sole.
Il popolo della battigia nasce negli anni ’60 e comincia ad andare in villeggiatura anche grazie all’Autostrada del Sole. In mostra ci sono foto che raccontano questa pagina?
Certamente anche perché ognuno di noi ha negli occhi l’immagine delle auto in autostrada con i pacchi sul tettuccio, raccontate anche nei molti film che hanno avuto l’Autostrada come scenario.
L’Autostrada del Sole è un racconto emotivo dell’Italia e degli Italiani’
È un racconto emotivo, di costume e racconta i cambiamenti nelle consuetudini di un popolo che si sposta in auto. L’Autostrada del Sole è memoria e presente ma è soprattutto Italia.
Chiara Sbarigia
Presidente Cinecittà archivio Luce e curatrice della mostra
La scintilla del racconto per celebrare i 60 anni di Autostrada del Sole da cosa è partita?
Raccontare l’Autostrada del Sole era inevitabile per completare la trilogia delle mostre dedicate alle stazioni italiane e alle architetture inabitabili del nostro Paese. La costruzione dell’Autostrada del Sole è stato un passaggio epico perché ha unito e fatto incontrare due parti della nostra Italia che erano lontane e distanti in tutto.
Spettacolarità, poesia, strada. Con quanti sguardi è stata raccontata l’Autostrada del Sole?
Gli Archivi raccontano la storia della costruzione, una storia non solo ingegneristica ma anche umana, sociale, intellettuale. I nuovi fotografi a cui abbiamo commissionato il racconto contemporaneo, hanno trovato altre strade, valorizzando punti di vista completamente diversi l’uno dall’altro. La fotografa Silvia Camporesi ha raccontato quello che si vede dall’Autostrada , in modo filosofico e lirico. Luca Campigotto ha raccontato la strada in modo spettacolare. Barbara Cannizzaro si è dedicata alla narrazione degli autogrill e all’umanità che li abita.
L’Autostrada del Sole è una sorta di regina viarum moderna?
Certo, dopo l’Appia l’Autostrada del Sole è la regina viarum del nostro tempo perché non vi passano solo persone ma anche merci. È un collegamento importante che va valorizzato quando si racconta la biografia di un’autostrada che ha cambiato l’Italia e le abitudini degli Italiani.
Silvia Camporesi
Fotografa
Un viaggio fotografico in autostrada regala la sorpresa di luoghi sconosciuti?
Nel mio racconto fotografico ho cercato di individuare 20 luoghi dal carattere insolito e bizzarro che manifestassero un senso di bellezza visibile dall’autostrada. Sono luoghi naturali come il Vesuvio, il Po, il Tevere ma anche luoghi artificiali come chiese e castelli. C’è una chiesa costruita a ridosso dell’autostrada per onorare le vittime, morte sul lavoro proprio durante la costruzione dell’autostrada.
Qual è il luogo più sorprendente che ha scoperto?
Ci sono luoghi che mi hanno emozionato. La casa di Luigi Birri a Roncocesi, il Vesuvio, il Ponte di Calatrava. È stato un viaggio magnifico che si inserisce perfettamente nei miei racconti dell’Italia.
Cosa c’è a lato dell’autostrada?
C’è tanto vuoto ma con attenzione si possono trovare tanti luoghi interessanti che connotano un’Italia ricca di bellezza da Nord a Sud.
Quanti sono i suoi scatti in mostra?
Venti fotografie su una selezione di trenta scatti.
Luca Campigotto
Fotografo
Come si fa a fotografare un’opera gigantesca?
Un’opera gigantesca ti fa pensare in grande e in largo. Io non amo guardare e di conseguenza fotografare il dettaglio. Fotografo città, ponti, navi, ho bisogno che il mio sguardo si allarghi. Per fotografare un’autostrada, ci vuole tempo, scarpe per camminare, pazienza e dedizione. Non sono foto fatte al volo ma scatti realizzati per un progetto lungo. È necessario andare, ritornare e cercare quello che a volte il fotografo vuol vedere. Un po’ come andare a pesca.
È come andare a pesca…cosa ha pescato sull’Autostrada del Sole?
Percorrendola su e giù, si ha la sensazione che l’Italia è un pezzo solo, un Paese strepitoso, bellissimo. A ogni uscita si trovano cose realmente straordinarie, sia paesaggistiche che artistiche. È una stradona gigantesca che dà continue sorprese. Sa essere anche cattiva, intasata di traffico, caldissima, quest’estate c’erano oltre 40° ma ti permette di fare questo attraversamento incredibile. L’attraversamento di un paesaggio è forse l’avventura più bella che si possa fare per scoprire anche l’esotico dietro l’angolo di casa.
Quanti scatti ha in mostra?
Dieci scatti grandi e potenti, su una selezione di venti.
Barbara Cannizzaro
Fotografa
Com’è il mondo che ha incontrato in Autogrill?
È un’umanità incredibile, fatta da persone in transito che attraversano l’autostrada per ragioni diverse, dalla vacanza al lavoro. Sono ritratte coppie in camper ma anche le persone che lavorano sull’autostrada, negli Autogrill. È gente meravigliosa che mi ha aiutato a realizzare il progetto con grande disponibilità.
Le è piaciuta l’umanità in transito?
Mi è piaciuta molto.
Agli Italiani che viaggiano piace farsi fotografare?
Tendenzialmente sì, ho trovato disponibilità e gentilezza. In mostra c’è uno scatto a una signora che aveva il suo gatto in passeggino. Prima di essere fotografata, si è ravvivata i capelli e ha sistemato i peli del gatto.
Prima di proporre la foto, ha illustrato ai viaggiatori il progetto espositivo?
Si, erano incuriositi e molto interessati a prendere parte al progetto celebrativo.
Perché i suoi scatti sono tutti in bianco e nero?
È una scelta stilistica di continuità con l’Archivio Luce presente in mostra con moltissimi scatti in bianco e nero.
Gregorio Moretti
Direttore Marketing Autostrade per l’Italia
L’Autostrada del Sole compie sessant’anni. È un compleanno importante per Autostrade per l’Italia?
Per Autostrade per l’Italia significa che niente è scontato e ciò che abbiamo acquisito ed ereditato con lo sforzo eroico ed epico di chi l’ha costruita, dobbiamo mantenerlo nell’operatività quotidiana per garantire una infrastruttura moderna, percorribile, e sicura.
Cosa passa attraverso le vostre autostrade?
Attraverso le nostre Autostrade e l’A1, passa la capacità del nostro Paese di vivere e di muoversi liberamente.
Quanto e in cosa è oggi attrattiva l’Autostrada del Sole?
Grazie a mostre come questa, scopriamo che nell’inconscio e nella visione interna che ogni persona ha di muoversi, l’Autostrada è un fattore imprescindibile di ricordi, di costume e vita. L’autostrada ha segnato le nostre vite.
Il visitatore acquisisce una maggiore consapevolezza del viaggio in autostrada?
Questa mostra aiuta indubbiamente a non dare per scontato ciò che ci ha garantito la libertà di muoverci e a comprendere il ruolo che un’autostrada ha nello sviluppo del Paese.
La scelta del nome, Sole era anche un atto di fiducia nel futuro. Oggi conserva lo stesso significato?
Il futuro è imprescindibile perché la mobilità del domani passerà per le autostrade.