L’Alta Moda italiana è la punta di diamante del made in Italy nel mondo. Eleganza, creatività, classe, artigianato applicati alla moda, sono veicolo di conoscenza anche per l’arte, la storia, la cultura italiana. Piazza di Spagna ha rappresentato il centro catalizzatore degli interessi legati al fashion, con la sua immagine iconica conosciuta e amata in tutto il mondo, anche per le famose Maisons di alta moda che la corredano. L’esordio del Made in Italy risale al 1949, quattro anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, quando tutto il mondo, l’Italia in particolare, ha voglia di ricominciare a correre, disegnando un futuro all’insegna della bellezza, della felicità, della fruizione condivisa di tutto il bello che l’Italia voleva e poteva esprimere. Sono gli anni del sogno americano a cui Roma guarda, a cui l’Italia tende, gli anni della Hollyvood sul Tevere che sceglie Roma, che ama Roma, che la elegge capitale glamour del mondo. I divi hollyvoodiani fanno sognare, suscitano entusiasmi, creano tendenze. Tyrone Power e Linda Christian rappresentano la coppia glamour per eccellenza. Si sposano e scelgono Roma come scenario e palcoscenico per girare il film della loro vita, un matrimonio celebrato nella basilica di Santa Francesca Romana che ha una risonanza mondiale. Tutta l’attenzione è concentrata sulla sposa, splendida nel suo meraviglioso abito creato dalle Sorelle Fontana, “con uno strascico due metri più lungo di quello della Regina Elisabetta d’Inghilterra” che si era sposata due anni prima, come da esplicita richiesta della diva. Micol, Zoe e Giovanna Fontana non ne sono ancora consapevoli, ma stanno portando l’Alta Moda italiana all’attenzione mondiale. Ed è dal loro atelier in Piazza di Spagna che parte la grande avventura del Made in Italy, affidato ad un abito che compie 70 anni e che è ancora meraviglioso, iconico, straordinariamente capace di evocare immagini suggestive. Oggi è preziosamente custodito dalla Fondazione Micol Fontana, nello storico atelier di Piazza di Spagna, insieme a molti altri abiti che hanno segnato un’epoca. Ogni vestito racconta una storia e delinea il profilo storico, sociale, religioso dell’Italia e del mondo nelle sue diverse evoluzioni e declinazioni. Entrare nell’Atelier Fontana significa vivere la storia, toccandola attraverso i preziosi vestiti custoditi, i tessuti, i ricami, respirando luoghi e ambienti visitati da dive, principesse, artisti e cardinali, percependo l’attenzione per l’arte, contemporanea e non, che ha sempre ispirato le creazioni Fontana. In una atmosfera di marcata internazionalità, fondamentale è il rapporto con l’America. L’ abito di Linda Christian crea un ponte tra Roma, New York e Hollyvood che non si è mai interrotto. Micol Fontana, la più international delle Sorelle Fontana, non a caso chiamata la sister americana, elegge New York come città del cuore, raccontando con entusiasmo, attraverso le sue creazioni, Roma a New York e New York a Roma. L’Osservatorio Roma, con America Oggi, propone il racconto di una storia italiana che si è felicemente intrecciata con l’America e che oggi viene ricordata dalle eredi Fontana, Roberta Lami Giusti e Luisella Rastelli Lami, rispettivamente figlia e nuora di Giovanna Fontana; entrambe cuore e anima della Fondazione Micol Fontana.
Come comincia la storia delle Sorelle Fontana?
Comincia con il loro arrivo a Roma, nel 1936, da Traversetolo, un piccolo paese vicino Parma. Il caso volle che il primo treno che passasse in stazione fosse diretto a Roma e Micol, Zoe e Giovanna lo presero al volo. Si concretizza come realtà italiana da esportazione negli anni Cinquanta, quando Roma diventa la Hollyvood sul Tevere. I divi hollyvoodiani arrivavano a Roma portati dalle produzioni americane che giravano a Cinecittà, attratti dalla professionalità delle maestranze e dai costi di produzione ridotti rispetto all’America perché anche il cinema beneficiava degli aiuti economici del Piano Marshall. Gli attori venivano accolti dalla aristocrazia romana, cliente delle Sorelle Fontana e tramite essa conoscevano e si innamoravano delle nostre creazioni. L’abito da sposa di Linda Christian aprì l’Alta Moda italiana al mondo, soprattutto americano. Due anni dopo, nel 1951, Micol fu invitata a Hollyvood dalla coppia Power per organizzare una sfilata da presentare a tutti i loro amici hollyvoodiani, e proprio in quei giorni nacque la loro prima figlia, Romina, così chiamata per l’amore che nutrivano per Roma. Micol Fontana ne fu la madrina di battesimo. Fu la consacrazione non solo del marchio Sorelle Fontana ma di tutta l’ Alta moda italiana.
L’Alta Moda delle Sorelle Fontana esportata in America, era destinata solo al target cinematografico?
No, anche le elites politiche desideravano avere abiti Sorelle Fontana. La figlia del presidente Henry Truman, Margareth, indossò un nostro abito al suo matrimonio, celebrato in campagna nella loro tenuta. La richiesta era quella di avere un italianissimo abito, con un pizzo antichissimo del 1795, appartenuto alla figlia di Federico II Borbone, acquistato da un antiquario veneziano. Era talmente prezioso che ora è esposto al museo Truman. Noi conserviamo il figurino originale e la mignonette. Ma abbiamo vestito anche la moglie del presidente Eisenhower che invitò in forma ufficiale Micol Fontana alla Casa Bianca per parlare della moda italiana, Jacqueline Kennedy, Grace di Monaco, le signore del Social Register di New York e le mogli dei diplomatici delle Nazioni Unite. Micol intercettò subito la pragmaticità americana e la loro esigenza di praticità. Per questo l’Alta Moda fu presto affiancata da una linea più adatta a soddisfare tale clientela, capace di offrire comunque esclusività, raffinatezza ed eleganza ma adatta a vestire anche la quotidianità.
Lo sbarco americano delle Sorelle Fontana favorì l’interesse e l’attrazione per il nostro Paese?
Gli Americani svilupparono interesse e amore per l’Italia, per Roma in modo particolare. Anche attraverso l’Alta Moda italiana che preferivano alla seppur agguerrita concorrenza francese rappresentata da Dior e Chanel. Micol Fontana si innamorò dell’America, del modello di grande distribuzione ancora sconosciuto in Europa e cominciò a organizzare sfilate in tutti i grandi magazzini, facendo precedere, ad ogni sfilata, l’orgoglioso sventolio della bandiera italiana. Il lancio del made in Italy avvenne ufficialmente a New York, sulla Fifth Avenue, nel 1953 quando fece il suo ingresso su una macchina Alfa Romeo bianca sul cui cofano sedevano tre modelle, ognuna delle quali indossava una mantella con ciascuno dei colori della bandiera italiana. In quella occasione fu inaugurato uno Showroom al Plaza Hotel che divenne il quartier generale delle Sorelle Fontana, Le tre Fontane di Roma, come gli americani cominciarono a chiamarle.
Il rapporto con le dive del cinema americano e con le elites politiche era consolidato, ma il mercato americano come rispondeva alle proposte del made in Italy?
Con grande interesse, al punto che ogni magazzino della grande distribuzione aveva un Corner Sorelle Fontana e il pubblico era affascinato dai colori, dalla storia legata finanche ai monumenti che ogni abito raccontava. Fontana di Trevi, La Barcaccia erano nomi di vestiti. La Linea Rinascimento, ispirata ai temi del Rinascimento italiano, ebbe molto successo. Inoltre ogni anno a Roma si organizzava un premio di pittura a cui partecipavano i grandi artisti della scuola romana, Guttuso, Schifano e che aveva giurati di grande prestigio selezionati tra personaggi della cultura, del cinema e dello spettacolo. Si assegnava un tema, si realizzava un quadro, dal quadro si stampava un tessuto e con il tessuto si creava un abito. Una circolarità perfetta tra competenze, esperienze e arti diverse che portava alla unicità e alla esclusività di un capo prodotto. Questo era il genio italiano e con questo abbiamo conquistato il mondo, soprattutto gli Americani.
Il film Le ragazze di Piazza di Spagna, di Luciano Emmer, girato interamente nell’Atelier Fontana, consacra definitivamente il Made in Italy from Piazza di Spagna in America?
Indubbiamente, apre una stagione incredibile fatta di continue presenze, viaggi, sfilate. Molte città americane concedono a Micol le chiavi d’oro della città, ovvero la cittadinanza onoraria. Gli ambasciatori aprono le loro residenze per parlare di moda italiana e presentare sfilate.
Gli abiti Sorelle Fontana sono stati definiti pezzi da società e pezzi da museo perché, oltre a vestire, hanno raccontato tutto il ventesimo secolo…
Oggi molti abiti sono esposti nei musei di tutto il mondo, soprattutto nei musei americani. Un vestito indossato da Ava Gardner – che per i suoi film vestiva solo Fontana- è esposto al Brooklin Museum di New York, un altro, tutto realizzato ad uncinetto, al Metropolitan. In alcuni casi sono esposte mignonettes (bamboline) con gli abiti in miniatura indossati dalle dive o dalle donne che hanno avuto un ruolo importante nella storia.
Ci sono abiti legati a precisi momenti storici?
Il nodo d’amore è un abito che ha accompagnato Michelangelo Antonioni alla conquista del Nastro d’Argento a Venezia nel 1957. Disco Lunare è l’abito più importante della omonima collezione presentata a Roma il 20 luglio 1969, il giorno in cui gli Americani sbarcarono sulla luna. L’abito ricorda, con le sue iridescenze e la riproduzione delle ellissi e delle tessere della navicella spaziale, un momento storico per l’umanità. L’abito custodito presso la Fondazione Micol Fontana indossato da Grace Kelly e confezionato in una sola notte, ricorda la prima visita della Principessa al Quirinale. Ma ce ne sono davvero tanti altri, ognuno racconta una storia, ricostruisce un contesto, esprime un carattere.
Le Sorelle Fontana come hanno raccontato Roma a New York e New York a Roma?
Attraverso le loro creazioni, hanno raccontato la cultura romana, l’arte, l’artigianato non solo romano ma italiano con i ricami di Venezia, le sete di Como, il cibo, i sapori, i colori dei tramonti e delle albe, i monumenti, la storia. E gli Americani se ne sono innamorati. A Roma Micol ha portato molto della mentalità americana, tesa alla progettualità, proiettata sempre al futuro.
Le Sorelle Fontana hanno fatto per prime, molte cose, con spirito pionieristico e avventuroso…
A Roma i Musei Capitolini hanno aperto alla moda per la prima volta ospitando la mostra Le Sorelle Fontana. Gli abiti entrati nella storia. Dall’artigianato all’arte, in occasione dei festeggiamenti dei 90 anni del marchio Fontana. Sono state le prima ad andare in Giappone e in Cina, le prime a realizzare le divise per le hostess dell’Alitalia, per l’Onu, per le vigilesse di Roma, le prime a realizzare una collezione di abiti sacri per le suore, perfino una Pianeta per un pontefice. Il Pretino è il nome di un abito che ha poi ispirato Federico Fellini nel film La Dolce Vita. Questo ha consentito, lo scorso anno, l’organizzazione di una mostra al Metropolitan di New York, su iniziativa del Pontificio Consiglio per la Cultura in Vaticano, con tutta la moda che si ispirava alla collezione talare.
Per la prima volta le Pianete dei pontefici ricamate in oro zecchino sono uscite dal Vaticano, esposte in America. La mostra, intitolata Sacro e Profano, è stata la più visitata del Met con unmilioneseicentocinquantamila visitatori paganti. Un successo straordinario.
La Fondazione Micol Fontana quando e perché nasce?
Nasce nel 1994, su iniziativa di Micol, come Fondazione no profit dedicata ai giovani studenti di moda, ai quali trasferire conoscenze, competenze e tecniche professionali che hanno reso grande in tutto il mondo il marchio Sorelle Fontana. Settemila giovani studenti del Fashion Institute accolsero plaudenti Micol al Radio City quando nel 2004 fu insignita della laurea honoris causa in Belle Arti dal Fashion Institute e dalla State University di New York. E’ anche a loro che la Fondazione si rivolge, per promuovere la cultura dell’ Alta Moda, tutelando il prezioso patrimonio storico e artistico custodito nell’Atelier. Abiti, figurini di moda, ricami, accessori d’epoca, un ricco fondo fotografico, una emeroteca e un archivio storico raccontano un secolo, pieno di eventi, personaggi, dive, artisti, scrittori, pittori, musicisti, politici tutti transitati nel salotto Fontana a Piazza di Spagna. L’incontro felice tra l’Italia e l’America è stato favorito anche attraverso la straordinaria storia italiana delle tre Sorelle Fontana