Un taxi, una ragazza con la vocazione dell’investigatrice che diventa tassista per necessità, 4 delitti consumati e risolti per le strade di Roma. Siena 23 è il taxi, Debora Camilli la tassista sbirra nata, Nora Venturini la scrittrice che con la sua penna racconta, attraverso un personaggio di fantasia, com’è Roma vista dal taxi. Consulenti speciali sono le tassiste, che a Roma si chiamano tassinare e di storie da raccontare ne hanno tante e di tutti i colori. I romanzi di Nora Venturini prediligono il giallo e i personaggi, tipici di ciascuna crime story, vittima, assassino, detective e tutto il mondo che ruota loro intorno, passano con leggerezza dalla tragedia alla commedia, costruendo racconti avvincenti e divertenti. Ogni libro racconta uno spicchio di Roma, un quartiere scelto come ambiente per l’indagine investigativa, descritto e narrato con un lessico romanesco pieno di battute divertenti e fraseggi cadenzati, fortemente identitario eppure comprensibile a tutti. Il secondo romanzo della serie sulla tassista detective, Lupo mangia cane, racconta il quartiere monumentale e multietnico dell’Esquilino, con una descrizione di luoghi e strade talmente precisa che una tassista l’ha utilizzato come mappa turistica per scrivere la sua tesi di laurea a indirizzo turistico. È l’incontro felice tra fantasia e realtà, evasione e utilità che possono essere di interesse anche per i tanti turisti che visitano Roma. Fondazione Osservatorio Roma e America Oggi incontrano Nora Venturini, regista teatrale, sceneggiatrice, scrittrice e ideatrice di un personaggio letterario, Debora Camilli, che racconta Roma a bordo del taxi Siena 23, evidenziandone “Paesaggio e ombre”.
Chi c’è a bordo del taxi Siena 23?
A bordo del taxi Siena 23 c’è Debora Camilli, la giovane tassista detective protagonista dei miei romanzi. Debora è nata e cresciuta a Ostia e viaggia ogni giorno per le strade di Roma, sul taxi che era stato guidato dal papà fino alla sua morte, avvenuta proprio quando lei stava seguendo il corso per diventare ispettrice di polizia, perché la sua vocazione è fare l’investigatrice. La necessità di provvedere all’economia della famiglia, composta da un fratello più piccolo che studia medicina e dalla madre infermiera, la portano a diventare tassista ma senza rinunciare al suo sogno e alla vocazione di detective. Sbirra nata è un prequel, disponibile gratuitamente in rete, in cui racconto come nasce la passione di Debora per l’investigazione.
Com’è Roma vista dal taxi Siena 23?
Nel mio primo romanzo “L’ora d’aria” racconto Debora ancora acerba come tassista, mentre gira per le strade di Roma di cui conosce solo un po’ il centro storico. La prima vittima e di conseguenza la prima indagine che fa Debora, è una signora moto chic dei Parioli che si fa portare a San Lorenzo, entra nel portone di un caseggiato popolare e da lì non uscirà più. Ed è proprio qui che comincerà la carriera investigativa della tassista Debora, perché quando leggerà sul giornale che questa signora è stata trovata strangolata, decide di trovare chi l’ha uccisa. Per indagare sulla sua vita, Debora si sposta ai Parioli, nei bei palazzi e negli ambienti della Roma bene.
San Lorenzo e Parioli sono due quartieri di Roma, molto diversi tra loro. Come appaiono visti dal taxi?
San Lorenzo nasce come quartiere molto popolare ma oggi è diventato il luogo della movida giovanile, pieno di locali che sono punti di ritrovo per i ragazzi. San Lorenzo è anche il quartiere dove nei miei romanzi ha sede il Commissariato di Polizia al quale appartiene un altro protagonista, il commissario Edoardo Raggio, con il quale nasce subito una storia d’amore che continua anche nei romanzi successivi. Una passeggiata di Debora con il commissario Raggio, fatta dove la Via Tiburtina, la grande arteria che attraversa San Lorenzo, incrocia Piazzale del Verano all’ora del tramonto, descrive il momento in cui il quartiere cambia aspetto, si spengono le botteghe artigiane, molte delle quali sono di marmisti perché il luogo è vicino al Cimitero Monumentale del Verano e si aprono pub, ristoranti etnici e pizzerie che diventano, soprattutto il sabato e la domenica, il cuore della movida giovanile.
Anche Campo dè Fiori è un luogo della movida giovanile. Debora Camilli quando lo incontra con il taxi Siena 23?
Lo incontra nel mio terzo romanzo “Buio in sala” che tocca il meraviglioso quartiere di Monteverde Vecchio. La vittima sulla quale Debora decide di indagare è una vecchia attrice di teatro, un po’ dimenticata, anche se è stata una grande gloria del passato, che incontra mentre vaga da sola e in stato confusionale nella canicola di agosto, al Belvedere del Gianicolo, uno dei luoghi più belli di Roma dove il Premio Oscar Paolo Sorrentino ha fatto cominciare “La grande Bellezza” e dove lei con il taxi aveva accompagnato alcuni turisti. Debora accompagna la signora a casa, in un villino, una sorta di casa museo a Monteverde. L’attrice sarà poi trovata morta apparentemente per cause naturali. Debora, non convinta di ciò, comincia a indagare nell’ambiente del teatro e tra i parenti della donna che l’avevano sfruttata e per certi versi segregata. Uno dei nipoti fa l’antiquario e ha un negozio in Via del Pellegrino, a Campo de’ Fiori. Debora va sulle tracce del commissario Raggio che era andato a interrogarlo, e si ritrova con lui in quella zona di antiquari, di sera, in una piazza piena di giovani. E’ l’occasione per descrivere un luogo bellissimo che tutto il mondo conosce.
E Trastevere?
A Trastevere Debora va mentre indaga sul mondo del teatro perché in quel quartiere molte cantine romane sono state trasformate in sale da teatro. Per interrogare un altro indagato, si intrufola a Via della Lungara, vicino Piazza Trilussa, dove c’è un teatro off che esiste ma ha un altro nome, perché racconto luoghi immaginari ma questi partono sempre dalla realtà che è naturalmente Roma.
Esquilino e Stazione Termini sono i luoghi di “Lupo mangia cane”, la terza indagine di Debora Camilli.
La stazione Termini è un luogo di approdo per chi arriva in treno a Roma ed è nel monumentale e multietnico quartiere Esquilino, come la Basilica di Santa Maria Maggiore e il Mercato dell’Esquilino, un posto incantevole coperto da una cupola di vetro suggestiva che è alle spalle di Via Giolitti e della stazione. Il mercato dell’Esquilino è il luogo dove si può trovare di tutto, dal cibo tipico della tradizione romana alle verdure e alle spezie etniche che fino a pochi anni fa i romani neanche conoscevano. Una delle tassiste di Roma che seguono il mio lavoro e sono per me importanti consigliere, ha realizzato una tesi di laurea sul turismo, con il percorso all’Esquilino che Debora segue nel romanzo “Lupo mangia cane” per l’indagine sulla morte di un immigrato eritreo. L’Esquilino è anche il quartiere che ospita una grande mensa della Caritas, a Via Marsala, dove Roma mostra uno dei suoi volti migliori nell’accoglienza e nella solidarietà.
I tassisti o tassinari come vengono chiamati a Roma, raccontano lo spirito dei romani?
Debora incarna perfettamente lo spirito dei romani, portatori di ironia e umorismo anche in situazioni tragiche. I miei romanzi sono gialli e come tutte le crime stories, raccontano il cuore nero dell’essere umano, al centro del romanzo ci sono un delitto, un morto e un assassino raccontati con leggerezza, passando dal registro drammatico al comico. Lo spirito romano consiste nella capacità di coniugare queste due atmosfere, tragedia e commedia, apparentemente inconciliabili. I film della Commedia all’italiana, a cui si sono ispirati i grandi registi americani, lo hanno raccontato in tutto il mondo.
Il taxi Siena 23 è impegnato in questi giorni in una quarta indagine che il romanzo “Paesaggio con ombre” racconta. Qual è il paesaggio e quali sono le ombre?
Il paesaggio è rappresentato da uno spicchio bellissimo di Roma perché racconto il salotto culturale e artistico della città, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a Viale delle Belle Arti a Villa Borghese. Debora arriverà in questo tempio dell’arte e della bellezza per svolgere la sua indagine perché anche in questo caso c’è un cadavere da cui partire.
Prima di arrivare alla Galleria Nazionale il taxi dove conduce il lettore?
Nel quartiere Flaminio, all’Auditorium della Musica, un luogo bellissimo progettato da Renzo Piano, dove Debora ha accompagnato alcuni turisti. Nel viaggio di ritorno, sul Lungotevere, il traffico è bloccato per la presenza di Vigili del Fuoco, polizia e una autombulanza mentre ripescavano un cadavere dal fiume. La sbirra che è in lei la porta, nei giorni successivi, a indagare su chi fosse il cadavere ripescato, un giovane restauratore con interessi alla Galleria Nazionale che da quel momento diventa l’ambiente della quarta indagine di Debora Camilli. Riesce a intrufolarsi nel laboratorio di restauro del Museo dove la vittima aveva lavorato e concentra la sua attenzione su un altro filone nel quale il restauratore era impegnato, l’ambiente delle Gallerie d’arte private che si trovano intorno a Piazza del Popolo, via Margutta, via del Babuino, strade piene di palazzi nobiliari dove vivono i grandi collezionisti romani. Nel titolo troviamo il paesaggio perché ci sono dei quadri che ruotano attorno a questo delitto, in particolare un Courbet dell’800 che la vittima stava restaurando quando è stato ucciso, e si parla delle ombre che sono dietro questa morte e che Debora deve dipanare con la sua indagine.
“Ma chi sarà mai stò Courbet? Ma perché al liceo durante l’ora di storia dell’arte non sono stata attenta invece di mandare bigliettini alle amiche?” Debora manifesta la sua curiosità verso qualcosa che non conosce, con un lessico romanesco genuino che la rende simpatica e non solo ai romani. Com’è Debora e cosa insegna?
Debora è curiosa, è una sbirra nata, si immerge totalmente in ambienti a lei totalmente ignoti, proprio come quello dell’arte moderna e contemporanea. Raccontare Roma e l’ambiente dell’arte con gli occhi di una ragazza non particolarmente attrezzata dal punto di vista culturale ma sveglia e intuitiva, fa arrivare al lettore anche un po’ di quello che Roma offre a chi la visita. Debora impara chi è Courbet, il valore della sua opera, girando per la Galleria Nazionale si appassiona a un quadro capolavoro, Il Giardiniere di Van Gogh, noto anche come Il Contadino provenzale e grazie a un suo ex compagno di classe coltissimo, si appassiona alla vita complicata del grande pittore.
“Questo non è un taxi normale, perché io lavoro per la polizia” afferma Debora. “Questo è un taxi, non una pantera della polizia”, controbatte il commissario Raggio. In realtà…?
In realtà Debora ha doti investigative spiccatissime, arriva sempre prima degli altri alle conclusioni giuste ed è anche una eccellente allieva del corso alla Scuola di Polizia solo che non è ancora in polizia, e la differenza, tra l’avere e il non avere una divisa, c’è tutta e il commissario Raggio gliela fa notare.
Lasciamo Debora Camilli alla sua quarta indagine e parliamo di Nora Venturini, della sua grande capacità di appassionarsi alle storie delle persone che incontra e che finiscono nei suoi romanzi.
Prima di cominciare un romanzo, faccio sempre un lavoro da reporter, documentandomi sullo spicchio di Roma che desidero raccontare e cercando di vivere l’ambiente sociale che lo caratterizza. Per Lupo mangia cane, ho preso lo scooter alle 5 di mattina e sono andata da sola al Mercato coperto dell’Esquilino per immergermi completamente nella sua atmosfera. Per lo stesso motivo sono andata a visitare la mensa della Caritas che si trova in quel quartiere. Per quanto un romanzo è un racconto di fantasia e c’è una costruzione tecnica narrativa, io parto sempre da elementi di realtà che aiutano a renderlo verosimile per chi legge. Ci sono poi situazioni che costruisco, ispirate da episodi veri che mi sono fatta raccontare, come il luogo del primo bacio tra Debora e il commissario Raggio, in una situazione improbabile, al lavaggio delle macchine, mentre le spazzole ricoprivano di schiuma l’auto in cui erano chiusi.
La Galleria Nazionale la conosce bene
Si, ho fatto studi artistici, conosco quell’ambiente nel quale sono rimaste alcune mie amiche che lavorano come restauratrici, storiche dell’arte e curatrici di mostre. Ho visitato il laboratorio di restauro della Galleria Nazionale, vissuto l’ambiente della quarta indagine di Debora Camilli e approfondito la pittura realistica e naturalistica dell’800 e la professione del restauratore, ma soprattutto ho portato i miei personaggi, Debora e la sua amica del cuore Jessica che voleva fare la stilista di moda ma lavora in un negozio di intimo in Via Nazionale, a visitare la Galleria Borghese dove c’è la statua di Paolina Borghese, il capolavoro di Antonio Canova. I miei romanzi servono anche a questo.